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C’era un volta il Pippo (Baudo) nazionalpopolare…

di Carlo Gambescia - 09/11/2007

Dice che a Pippe Baude, per dirla con Giorgio Bracardi, gli hanno fatto girare quelle cose… Perché? Tutta colpa della finanziaria “giuussta ed equuaaaa”, per dirla con un altro comico, che però sta a capo del governo: Romano Prodi. Insomma, il mix ulivista-rifondazionista di Palazzo Chigi vuole tagliare i compensi dei divi Rai. E Pippe non ci sta.
Intervistato martedì scorso dal Corrierone, il presentatore ha espresso una sensibilità sociale da proprietario terriero argentino: “Veterocomunisti, chi vale va pagato”. Mancavano solo i gauchos con tanto di baffoni e fuciloni.
Ma Pippo non era nazionalpopolare? Pare proprio di no. Sentite come prosegue sul ritmo del Pippo-Pride : “Togliamo ai ricchi per dare ai poveri? Facciamo il Passator Cortese? Ipocrisia populista”. Per poi subito cadere nell’italico-siculo pianto ( Don’t cry for me Italia, tanto per rimanere in tema Argentina): “Sono già il conduttore meno pagato d’Italia: prendo un terzo di altri. Costretto. Dissero: o mangi questa minestra o non lavori”. A Pippe - direbbero al Quarto Braccio di Rebibbia - ammesso che sia vero sarebbero sempre trecentocinquantamila pippi… Insomma, per metterla sul “populismo veterocomunista”, sempre meglio che campare con cinquecento euro al mese, come molte mamme di quelli del Quarto Braccio. Che tra l’altro devono pagare pure voraci avvocati….
Ma lui niente, sotto col Pippo-Pride : “Le aziende non regalano soldi senza ricavi. Ma che io a Marchionne, che ha preso la Fiat quasi fallita, o a Montezemolo gli metto il tetto?”
Insomma, il ragazzo (si fa per dire, è del ’36, a proposito per Pippo niente scaloni?) non pecca certo di modestia. Come Marchionne, che in effetti qualche cosina ha combinato, anche Pippo, gonfiandosi però come l’omino Michelin, ci fa capire di aver salvato la tv pubblica.
Peccato che non se ne sia accorto nessuno. A parte quelli del Quarto Braccio, che pare siano costretti a vedere solo i canali Rai...