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La Grande guerra del soldato Tolkien

di Alessandro Zaccuri - 10/11/2007


 
 I l fosso di Helm è lì da qualche parte, sulla linea della Somme.
  Trincee difese palmo a palmo, veglie estenuanti, attacchi improvvisi.
  La Terra di Mezzo è una desolata Terra di nessuno, nella quale però la disperazione non ha cittadinanza. Può sempre capitare (e spesso capita, grazie al Cielo) che i rinforzi arrivino all’ultimo istante, Cavalieri di Roan, Gandalf il Bianco o, più semplicemente, un contingente di fucilieri richiamato dalle retrovie. Due guerre in apparenza molto diverse, quella evocata nel
Signore degli Anelli
 e quella patita da milioni di europei fra il 1914 e il 1918, eppure accomunate dalla figura di J.R.R. Tolkien.
  Combattente e narratore, sempre affascinato dalle infinite possibilità che il linguaggio, e le lingue, concedono ai viventi, senza alcuna distinzione tra uomini e gnomi, hobbit ed elfi. Perché, se non ci fossero le parole, non esisterebbe neppure la Parola e nessuna storia meriterebbe di essere ricordata.
  Documentatissimo e affascinate,

 Tolkien e la Grande Guerra
di John Garth è un volume che segna una svolta non soltanto per quanto riguarda la biografia l’interpretazione del maestro del fantasy, ma anche in rapporto alla nostra immagine della Prima guerra mondiale. Un conflitto che, sulla scorta di un’ampia e condivisa tradizione letteraria (basti pensare ad autentici capolavori come
 Addio a tutto questo
di Robert Graves oppure, nel nostro Paese, a La rivolta dei santi maledetti di Curzio Malaparte) si è posta sotto il segno del disincanto, una categoria che Garth ha il merito di riportare alla sua originaria, etimologica drammaticità. 'Disincantato' è infatti colui che si rifiuta di riconoscere validità alla magia della parola (o, meglio, del canto), rifugiandosi in un realismo tutto orizzontale, ormai privo di ogni possibilità di fuga verso l’alto. Ma la fuga del disertore non va confusa con l’evasione del prigioniero, secondo la celebre definizione di Tolkien, giustamente ripresa dallo stesso Garth e proiettata in una dimensione di 'escapismo' tutt’altro che negativo.
  Appartenente alla leva del 1892, Tolkien viene catapultato nel marasma della Grande Guerra insieme con gli amici del circolo intellettuale di Oxford che, insieme con lui, si pensavano predestinati a rivoluzionare la sensibilità del secolo appena cominciato. La maggior parte di loro non sopravvisse alla prova del conflitto (il lutto più grave, per la storia della letteratura, sembra quello legato all’uccisione del giovane poeta G.B Smith) e forse è proprio per questo che il sopravvissuto Tolkien si sentì autorizzato a perseguire quel disegno di epica della modernità di cui
Il Signore degli Anelli
 costituisce la rappresentazione più compiuta.
  A lungo considerato una metafora degli avvenimenti della Seconda guerra mondiale, la trilogia sviluppa intuizioni già elaborate dall’autore in seguito alla sua esperienza nella campagna della Somme, prima fra tutte la denuncia di un conflitto combattuto dalle macchine prima che dagli uomini.
Ma a risultare decisivo, come sempre accade nell’opera di Tolkien, è l’atteggiamento linguistico dello studioso di letteratura anglosassone che arriva al fronte mentre sta già perfezionando la complessa grammatica elfica destinata a fornire uno dei più sorprendenti sviluppi al Signore degli Anelli. Il contrasto fra la continua fabbricazione di neologismi da parte dei soldati inglesi in trincea e la raffinata rielaborazione di lingue e tradizioni nordiche intrapresa da Tolkien è esaminata con estrema precisione da Garth, che dedica pagine illuminanti anche alla genesi dei cosiddetti «Racconti perduti» da cui germinerà la ramificata mitologia del Silmarillion. Ma ancora più dettagliata e rivelatrice è l’analisi della prima produzione poetica di Tolkien, che durante l’esperienza bellica consente una sorta di contrappunto al «disincanto» degli autori contemporanei, erroneamente convinti che l’epica non possa essere una radicale – e profetica – forma di realismo.
 John Garth

 TOLKIEN E LA GRANDE GUERRA

 La soglia della Terra di mezzo

 Marietti 1820. Pagine 446. Euro 28,00




Un’immagine dello scrittore J.R.R.Tolkien