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Lo scempio della baia di Valona

di Caterina Amicucci - 10/11/2007

 

La baia di Valona, uno dei tratti più belli della costa albanese e punta di diamante del potenziale sviluppo turistico del paese, sta per essere investita da due progetti infrastrutturali ad altissimo impatto ambientale. Il governo albanese, con il sostegno della Banca Mondiale, la Banca Europa per gli investimenti (Bei) e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers) ha dato il via, lo scorso agosto, alla costruzione di una centrale termoelettrica e di un terminal per lo stoccaggio e lo smistamento di gas liquidi e carburanti. I due impianti saranno costruiti su un tratto di costa che era protetta, protezione che il governo ha abrogato in seguito alla pianificazione degli investimenti.
Il progetto è contestato dalla comunità locale che si è organizzata nell'«Alleanza per la conservazione della Baia di Valona» e con il motto «non una goccia di petrolio nella baia» è riuscita a convincere il municipio a promuovere un referendum sulla costruzione del terminal, attualmente al vaglio della commissione elettorale, e a fare appello all'organo ispettivo della Banca Mondiale, coinvolta nel finanziamento della termo-centrale.
Il terminal è un progetto che risale al 2002, quando la società italiana La petrolifera italo-rumena sbarca in Albania mentre è in corso una gara d'appalto per la costruzione di una serie di piccoli approdi per l'ingresso degli idrocarburi nel paese. La Petrolifera presenta un progetto alternativo di un unico grande terminal ottenendo, nel 2004, una concessione molto vantaggiosa. La compagnia italiana, infatti, ha acquistato al costo simbolico di un euro 19 ettari di terreno costiero sul quale verranno costruiti depositi per il diesel, benzina e gas liquido. Tale svendita dovrebbe essere compensata dalla costruzione del porto dal costo di 18 milioni di euro che fra trent'anni passerà allo stato albanese. Nel frattempo La Petrolifera agirà come operatore esclusivo nella baia ed allo scadere della concessione manterrà la proprietà dell'area e delle infrastrutture di stoccaggio, conservando un ruolo indispensabile nell'eventuale proseguimento dell'attività. Il terreno dove sorgerà il terminal faceva parte di un imponente impianto industriale di epoca sovietica adibito alla produzione di soda e Pvc, oggi altamente contaminato dal mercurio, che nessuno ha ancora bonificato.
La Petrolifera ha richiesto un prestito di 15 milioni di euro alla Bers, coinvolta anche nella costruzione dell'attigua centrale termoelettrica, insieme alla Banca Mondiale e alla Bei. La centrale rientra nella strategia di breve termine del governo per fronteggiare la grave crisi energetica che affligge l'Albania. L'apertura dei mercati a capitali stranieri provenienti soprattutto da Italia, Grecia, Germania e Stati uniti ha generato un'impennata nella richiesta di energia elettrica. L'Alleanza continua a chiedere l'applicazione del piano regolatore che non prevede impianti industriali nella baia ed ha proposto due siti alternativi per la costruzione della centrale. La Kesh, compagnia governativa di gestione dell'energia non ha voluto prendere in considerazione tali ipotesi, avviando i lavori su una delle spiagge più belle dell'intera regione che prevedono, tra l'altro, la costruzione di una piattaforma in mare per la quale non esiste nemmeno il permesso ambientale delle autorità locali.
La baia di Valona vede così svanire l'unica opportunità di sviluppo locale legata alla valorizzazione del proprio territorio. Un corto circuito perverso, che lega l'eredità sovietica di un territorio abbandonato e inquinato con l'interesse dei nostri imprenditori. Un mercato albanese in piena aggressione esterna che genera una crescita sfrenata della richiesta energetica, in presenza di un fenomeno emigratorio enorme, che conta ormai un milione di persone, più del 25% di una popolazione di appena 3 milioni e mezzo di abitanti. Miracoli della crescita economica e delle isitituzioni finanziarie internazionali, che invece dello sviluppo locale sostengono i nostri interessi commerciali.