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Colonia Italia: la Sardegna svenduta all'Impero

di Ernesto Ferrante - 12/11/2007

 

Colonia Italia: la Sardegna svenduta all'Impero

Della fantomatica “conferenza di pace” promessa da D’Alema per far smettere di abbaiare i cagnolini della “sinistra radicale” ed i pacifinti a tempo determinato si è persa ogni traccia: il governo Prodi persegue la stessa politica estera interventista ed imperialista del governo Berlusconi. All’aumento del contingente italiano di stanza in Afghanistan annunciato dal ministro della guerra Parisi il 12 settembre scorso davanti alle commissioni Esteri e Difesa della Camera, bisogna aggiungere anche la questione che riguarda il poligono sardo di Salto di Quirra, già oggi il più grande d’Europa, che il governo ha deciso di ingrandire e potenziare trasformandolo in una base polifunzionale per le missioni di guerra. Da un dossier reso noto dalle associazioni che si battono per la chiusura di Quirra sono emersi per la prima volta i progetti di potenziamento della base già decisi dal ministero della Difesa: Quirra diventerà un grande poligono aerospaziale a disposizione delle industrie di armi di tutto il mondo. “Un disegno che - come ha dichiarato il sottosegretario alla Difesa Emilio Casula (Rosa nel pugno) - farà della Sardegna un centro d’eccellenza tecnologica di prim’ordine, capace di attrarre investimenti e lavoro altamente qualificato da tutto il globo”. Il potenziamento prevede la sperimentazione di aerei senza pilota e di sistemi d’arma a guida laser, nonché test di prova sui motori per gli space-shuttle. Ma il piano prevede anche la costruzione di un aeroporto e di una “striscia tattica”, ossia di un’area limitata della base da utilizzare come appoggio per missioni di guerra operative. Un disegno criminale che andrebbe ben oltre le finalità puramente addestrative e di sperimentazione di nuovi armamenti e modificherebbe la natura avuta sino ad ora dalla base sarda. Le associazioni che da mesi stanno monitorando la situazione, denunciano che “è in corso un braccio di ferro tra Regione Sardegna e governo. La Difesa non solo vuole mantenere attivi e disponibili tutti i grandi poligoni e l’aeroporto di Decimonannu; punta anche ad ingrandire e a potenziare Quirra. La Regione prova a barattare il potenziamento di Quirra con la graduale dismissione delle basi di Capo Frasca e di Teulada”. Ma nel frattempo, mentre a Quirra sono già partiti i lavori di potenziamento, il governo ha già risposto picche. Infatti, il ministro Parisi il 17 luglio ha dichiarato con la consueta arroganza che lo contraddistingue che i poligoni militari di Capo Teulada e Salto di Quirra, in Sardegna “non verranno dismessi, perché si tratta di strutture indispensabili alla Difesa”. E non verrà dismesso neanche il deposito di armi della Marina a Guardia del Moro nell’isola di Santo Stefano, anche se “c’è legittima e comprensibile opposizione” da parte della Regione. Altro che discontinuità rispetto alla politica estera berlusconiana! Gli interessi che gravitano intorno a Quirra sono giganteschi. Con i suoi 11.600 ettari la base è attrezzata per le prove sui sistemi d’arma sofisticati ed è un esempio di commistione imperialistica tra esportatori di democrazia al piombo pubblici e privati, visto che viene massicciamente utilizzata sia dai governi (per il 56%) sia dall’industria militare privata (per il 44%). Una combinazione affaristica militare ed industriale dai costi stratosferici. Basti pensare che occorrono 50 mila euro l’ora per l’affitto delle strutture della base. Quest’utilizzo senza sosta, comporta conseguenze sanitarie (tumori e malformazioni) ed economiche (espropri ed impoverimento galoppante) pesantissime per le popolazioni che vivono in quell’area e anche per i militari che ci lavorano. Sono, infatti, anni che i cittadini di Quirra e Perdasdefogu denunciano casi anomali di tumori ai polmoni ed ai linfonodi e malformazioni anche negli animali. Malattie che sono attribuite alle numerose esercitazioni militari e all’utilizzo, ventilato da più parti, di proiettili con uranio impoverito nei poligoni. Accuse puntualmente rispedite al mittente dai vertici militari e dal ministero della Difesa, ma suffragate dalla tipologia delle patologie tumorali a Quirra, che sono le stesse riscontrate tra i militari che hanno operato nei balcani ed in Iraq, zone in cui si è fatto un uso massiccio del pericoloso materiale di scarto dell’industria bellica. Portare in Sardegna attività strategiche importantissime come la realizzazione dei motori degli shuttle o la sperimentazione di armi innovative farà dell’isola un territorio completamente asservito ai giganteschi interessi dell’industria mondiale delle armi e una fondamentale retrovia per tutte le guerre future. Un altro pezzo della nostra penisola svenduto a buon mercato ai padroni d’oltreoceano, con la compiacenza dei “sinistri radicali” di ogni rango, che continuano vergognosamente ad appoggiare il governo atlantista e guerrafondaio del professore bolognese. Suonano ridicole ed ipocrite, quindi, le lamentele della parlamentare rifondarola, Elettra Deiana, che dopo aver accusato il governo di violare “ogni impegno preso in sede parlamentare”, ha osservato che “gli impegni per costruire un’alternativa di pace stanno sfumando nelle nebulose di un futuro sempre più bellicista”. Ancor più ipocrita è l’ex “Lotta continua” Paolo Cento, sottosegretario all’Economia, che ha dichiarato che “non si può pensare di tagliare la spesa pubblica e aumentare quella militare”.
A questi scalmanati contestatori a comando, ha risposto in maniera stizzita il Ministro Parisi che si è limitato a replicare che “L’affidabilità di un paese dipende anche dalla capacità di mantenere gli impegni. La comunità internazionale fa conto sul contributo dell’Italia. Un contributo carissimo in termini di costi umani ed economici per assecondare i voleri degli spacciatori planetari di democrazia avariata.