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Pericolo Putin

di uriel - 13/11/2007

Tutti stanno straparlando della morte di un tizio che si e' preso un colpo in testa per via della consueta "fisica italiana", l'unica fisica del mondo ove i proiettili sparati in verticale viaggiano orizzontali, vengono deviati da sassi mentre sono in volo (nonostante il rispettabile potere d'impatto) , eccetera. Io invece no.
No perche' mi sto appassionando a quanto succede in Russia, in particolare alle vicende politiche che riguardano Putin.

Allora, sulla stampa occidentale Putin e' quello che ha ucciso la nascente democrazia russa, portando un fascismo neanche troppo strisciante e creando un predominio neanche nascosto dell' FSB, erede del KGB.

In Russia , Putin e' noto invece per aver messo fine all'incubo Yeltsiniano , un incubo chiamato "democrazia senza controllo". Anzi, per la precisione Putin ha lanciato una vera e propria ideologia, che non e' quella dell'uomo forte: e' quella che lui chiama  "democrazia controllata", e "mercato senza eccessi".

Per capire quanto successe abbia avuto bisogna considerare due particolarita' della storia politica russa: il conflitto eterno tra il centro e le periferie dello stato , cioe' tra impero e boiari, e il terribile periodo Yeltsin.


Sulla prima cosa c'e' poco da dire: la Russia e' un paese sterminato, la stessa superfice americana (che non e' piccola) vi scompare dentro molte, molte, molte volte. Questo fa si' che storicamente ad una certa distanza dal potere centrale (Kiev agli inizi, poi Mosca) nascevano dei poteri periferici molto forti, in virtu' della quantita' enorme di risorse a disposizione.

Questi poteri finivano, inevitabilmente e periodicamente, con lo sfidare quello centrale. Questa dialettica nella storia russa si comporta come un ciclo sinusoidale: sale il potere dei boiari alla periferia, l'impero si stufa e li stermina, dopo un po' si riforma un potere in periferia, l'impero si stufa e li stermina, e cosi' via.

Nemmeno il mondo sovietico sfuggiva a questa dinamica, moltissime delle purghe furono contro i dirigenti di soviet "troppo importanti per essere anche  potenti".

Il secondo concetto che noi occidentali fatichiamo a capire e' che siamo assuefatti e dipendenti dal nostro concetto di democrazia, e ovviamente siamo assuefatti e dipendenti anche dai suoi difetti.

Per esempio, noi siamo abituati al concetto di lobby; ovviamente (non fosse altro che per quanto ho scritto sopra) l'idea che una lobby di persone potenti possa conquistare il parlamento e dettare legge all'esecutivo e' assurda, o meglio: e' il preludio dello sterminio dei lobbysti da parte dello stato.

Comunque, dicevo, il problema e' questo: nel periodo Breznev,o di Krushev, per dire, una donna graziosa che facesse l'infermiera aveva il turno di notte. Usciva di casa, andava a prendere un autobus o il metro' (se c'era in quella citta')  a qualsiasi ora, e tornava a casa.

Che potesse avvenire uno stupro era una possibilita' remota; 40 inevitabili anni di carcere erano sufficienti a calmare i bollori di chiunque, specialmente perche' nessuno e' mai sopravvissuto cosi' tanto in quelle carceri: i ritmi erano i famosi 16-4-4 dei campi di rieducazione. Sedici ore di lavoro, quattro di studio (cosi' capivi dove avevi sbagliato) e quattro di riposo.
Per quarant'anni di fila, significa morte certa per esaurimento fisico.

Arriva Gorbachev, e gira e rigira si comincia ad aver paura di girare. Democrazia di qui e democrazia di la', ma la situazione peggiora e nelle case c'e' riscaldamento per 4 ore al giorno. Se fuori ci sono -28 gradi, puo' dar fastidio.

Arriva Yeltsin, ed e' il casino piu' totale ed assoluto: o meglio, e' un casino per i russi. Per una persona che viva a Napoli e' l'assoluta normalita'.Per descrivere la situazione russa sotto Yeltsin basta dire "era come a Napoli".

Questo paragone non e' una provocazione, e' la pura e semplice esplicitazione di una cosa: noi consideriamo normale un tasso di pericolo che altrove non era piu' normale da decenni. Consideriamo normale un tasso di disservizio, di assenteismo e di pravaricazione che altrove e' stato anormale per due generazioni.

Che ad ogni partita ci siano "scontri fra ultra'", nel periodo di Stalin, di Breznev, di Krushev, erano cose del tutto impossibili. Costituire un'associazione come gli "ultra'" era impossibile: 25 anni di carcere. Formazione paramilitare, associazione non autorizzata, sovversione dello stato, sabotaggio al soldo del nemico capitalista (1), uso di armi , sommossa , disordini in piazza.  Credo che nessuno sia mai riuscito a fare tutte queste cose insieme in URSS: normalmente venivano fermati molto prima.

La gente andava allo stadio (se ti davano il permesso e quando te lo davano) , si sedeva dove capitava indifferentemente dalla squadra tifata, e (specialmente se qualcuno ti guardava) era consigliabile stringere la mano per congratularsi quando la squadra avversaria segnava.

Improvvisamente, con Gorbachev prima e con Yeltsin dopo, i russi si sono trovati in un modo fatto di disoccupazione, mafia, uligani, piu' fame di prima, e potentissimi oligarchi che facevano il bello e il brutto tempo.

Il pregio di Putin e' stato quello di proporre un'ideologia che , Putin o meno, e' condivisa dalla quasi totalita' dei russi: "democrazia controllata".

Cioe', va bene la democrazia ma solo se qualcuno controlla che non ecceda. Secondo l'ideologia di Putin, tu hai la liberta'. Mediante questa liberta' eleggi quello che ti protegge qualora la liberta' portasse degli eccessi. Insomma, siamo tutti liberi di fare tutto, ma se fai la mafia arriva l' FSB , ti prende, ti tortura, ti caccia in un cassonetto se non sei un capo, se sei un capo di condanna a 80 anni di carcere in TV per dare l'esempio: liberta' va bene ma "controllata": quai ad eccedere.

Tu hai il mercato libero e capitalista , e va bene: ma se un tizio della Yukon si illude di fare lobby, questo non va piu' bene. Primo perche' i boiari non piacciono per questioni storiche, secondo perche' stai eccedendo la liberta' che ti e' stata concessa.

Insomma, nella Dottrina Putin, non esiste la liberta' come bene supremo, ma come bene da controllare perche' non arrivi all'eccesso.

Quello che tu voti, secondo Putin, e' il programma nel quale di decide cosa sia un "eccesso",  ma il fatto che il governo serva  a sorvegliare la democrazia contro i propri eccessi e' considerato ormai scontato.

Questo e' in definitiva il merito di Putin: essere riuscito a diffondere e a dimostrare vera la bonta' di questa dottrina(2). Dottrina che ormai e' comunque nella mente dei russi: che il governo serva ad intervenire brutalmente contro gli eccessi della democrazia, e contro le deviazioni del libero mercato, e' scontato.

Quello che si discute semmai e' il "cosa", cioe' dove sia il limite oltre il quale il governo eletto ti fa fuori se esageri.

Essenzialmente, che Putin lasci o che non lasci e' irrilevante, perche' ormai ha formato i russi, mostrando loro (grazie anche ai catastrofici governi di Gorbachev e Yeltsin)che la democrazia e'un bene, la liberta'e' un bene, il mercato e' un bene, ma solo se lo stato li controlla per evitare che si esageri.

Non per nulla, lo sloagan elettorale di Putin e' stato , per ognuna delle sue vittorie, "democrazia controllata (dal capo del governo eletto)".

A noi, che consideriamo normale un territorio ove la polizia non puo' entrare , che non insorgiamo se ci sono luoghi dove "lo stato non e' arrivato" , questa ideologia sembra folle.

Per i russi invece sembra ormai scontata: non c'e' ormai dubbio che democrazia, liberta' e mercato vadano controllati. Putin potra'cadere, venire sostituito magari da Kasparov o da altri, ma non bisogna illudersi:  il pugno duro verso gli oligarchi delle province durera', e quello che si otterra' e' solo un diverso limite oltre il quale la democrazia , la liberta' e il mercato non devono eccedere.

Si tratta di una mentalita' ormai radicatissima , quasi scontata:  l'idea che il russo di oggi ha della democrazia e' che funziona solo se eleggi qualcuno che la sorvegli, e che usi un pugno durissimo contro chi eccede. Dire "rivolete la Russia di Yeltsin?" oggi permette di stroncare qualsiasi dibattito sul nascere: il concetto e' radicato.

Se le cose stanno cosi', pero', come mai c'e' ancora tutta questa opposizione a Putin in occidente? Per quale ragione c'e' questo continuo assalto a Putin?

Perche' si sa bene che anche qui una simile dottrina prenderebbe piede facilmente: chi di noi non sogna di poter eleggere un governo che distrugga Tronchetti Provera perche' ha rotto il cazzo e blocca lo sviluppo del paese?

Molti; tuttavia nell'immaginario italiano questa e' la fine dell democrazia, cioe' l'elezione del dittatore. Nell'immaginario russo ormai questo e' sempre piu' spesso il ruolo naturale di un governo elettivo: ildittatore russo non ha bisogno di sospendere le elezioni ne' di rimanere al potere, il concetto di "democrazia controllata" e' cosi' scontato che comunque rimarra' al potere.

Esso prevede che:

  • Il ruolo naturale del governo e' quello di limitare gli eccessi della liberta', della democrazia e del mercato.
  • Questo e' compatibile con la democrazia perche' l'uomo forte viene eletto liberamente.
  • L'uomo forte non ha bisogno di sospendere le liberta' generali per rimanere al potere, perche' e' accettato che il suo compito sia di sospendere quelle di chi eccede nel loro uso.
  • Non c'e' alcun bisogno di una vera dittatura: il voto blocca gli eccessi del dittatore, mentre il dittatore blocca gli eccessi del sistema elettorale. L'equilibrio si sostiene mediante il consenso: i russi sono consapevoli di eleggere il tiranno che preferiscono.
Certo, l'opposizione di Putin sostiene di lottare per la democrazia; se esaminassimo da vicino l'idea che Kasparov ha di "democrazia" ci verrebbero i brividi: tanto per dire, vuole aumentare le pene per mafia e corruzione.

Che oggi sono di 35 e 20 anni di carcere.

Ma vuole anche aumentare le pene per evasione fiscale ("solo" 8 anni di carcere date a Khodorkovsky sono pochi: la pena era di 10 anni, ma due li aveva gia' scontati durante il processo), limitare ancora di piu' la speculazione edilizia (ci sono solo 4 anni di carcere) eccetera.

Cosa succederebbe in occidente se l'idea di uno stato "che controlla la democrazia contro gli eccessi" si diffondesse? Cioe' se trovassimo come compromesso accettabile quello di eleggere liberamente un dittatore?

Supponiamo per un attimo che poi si sia in grado di far sloggiare il dittatore: Putin non potra' ripresentarsi alle elezioni, e a quanto pare non si presentera' sul serio. Con meta' dei suoi attuali poteri, Mussolini e' rimasto al potere 20 anni e rotti.

Cosa capiterebbe?

  • Sarebbe la fine delle lobby. L'idea stessa di lobby e' qualcosa come "boiari", cioe' persone ricche che pretendono di influenzare il governo.  Vedi alla voce : Khodorkovsky. Per l'ideologia Putin il mercato ha senso solo se e quando serve gli interessi dello stato. Se lo stato decide che si deve fare , che so, il WiMax, e a Telecom non piace, lo stato confisca telecom, sbatte dentro il CEO, e fa quello che deve. Oppure telecom riconosce che lo stato ha ragione.
  • Sarebbe la fine della mafia cosi' come la conosciamo. Non e' che la Russia oggi sia un paradiso, ma la riduzione del peso della mafia e' stata fortissima: se la paragonassimo con la nullita' delle misure italiane, c'e' poco da sentirsi superiori: con gli ultimi aumenti di budget, i reparti antimafia russi contano 130.000 uomini solo per gli interventi diretti. (cioe' gli scontri a fuoco).(3) In ogni caso, il tasso di crimini violenti, sebbe alto (730.000) e' calato del 250% dall'inizio del governo di Putin.(4)
  • Sarebbe la fine del concetto di "mercato" cosi' come lo conosciamo: noi consideriamo la liberta' di mercato come un bene da difendere a priori, mentre Putin e' riuscito ad imporre un'idea di mercato controllato, ovvero un mercato i cui protagonisti possono esistere solo in coerenza con le politiche economiche. In Russia Montezemolo non si permetterebbe di criticare le politiche del governo ; si limiterebbe a fare il possibile perche' riescano. In un posto come la Russia, un Berlusconi e' (paradossalmente) impensabile: le TV dicono quel che vuole lo stato, e guai se il padrone di una TV pensa di occuparsi di politica: Berezovskij e Gusinskij, i due oligarchi che si illudevano di guadagnare l'amicizia di Putin appoggiandolo alle elezioni, sono ricercati e fortunosamente scampati fuggendo all'estero. Su entrambi ci sono condanne per 30 anni.

In generale, un ipotetico successo di una "dottrina Putin" in occidente dipende da diverse cose. La prima e' la percezione della democrazia come percorso che ha raggiunto l'eccesso.

La seconda e' la percezione del libero mercato non piu' come la chiave del benessere e dell'emancipazione personale, ma come fonte di oppressione e origine della distruzione della societa', nonche' l'idea diffusa che i protagonisti dell'economia starebbero esagerando con la liberta' di mercato.

La terza e' la percezione che le stesse liberta' individuali e i diritti civili siano stati usati per favorire e giustificare degli eccessi che rischiano di minare la nazione, la societa', ognuno di noi.

....secondo voi perche' il mondo economico occidentale teme Putin?

Uriel


(1) Quello c'era sempre.

(2) Se in Italia si facesse il 10% di quello che Putin ha fatto contro la mafia russa, saremmo felici e giulivi come non mai.

(3)Getting a protection agent, known as a krysha (literally, “roof�), is still a prerequisite for opening a business in Russia. But according to the businessmen I interviewed, it is now possible to operate without being extorted by a criminal group, so long as one has acquired some sort of protection agent. Indeed, organized crime’s loss of its monopoly on private protection rackets, combined with its move toward legitimacy, legal and regulatory business reform, and the consolidation of central power under Russian president Vladimir Putin, have greatly decreased its hold over the Russian private sector.

(4) In Italia, con un terzo della popolazione rispetto a quella russa,  il numero assoluto di delitti (si badi: le statistiche vengono rilevate soltanto sui delitti, non sulle contravvenzioni) è passato dai 2.163.826 nel 2001 ai 2.231.550 nel 2002. I denunciati del 2002 sono stati 648.158, con un incremento rispetto al 2001 pari a + 8,85%.