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L'Italia come società della Sorveglianza e dello Spettacolo

di Carlo Gambescia - 13/11/2007

 

Ci sono giorni in cui è francamente difficile scrivere, pensare, far circolare le idee. Giorni in cui si avverte di colpo tutto il peso di dover lottare, quasi quotidianamente, con le parole, per allargare il proprio e l'altrui pensiero…
Oggi è uno di quei giorni. Perché? Per due episodi che ci fanno capire in che razza di vicolo cieco stiamo finendo.
Il primo riguarda la cosiddetta società dello spettacolo. Ieri sera, al Tg1 delle ore 20, si è celebrata in diretta la vittoria negli ascolti, conseguita il giorno precedente, grazie alla copertura giornalistica, tipo Italia1, del “caso Sandri”. Come dire che ci vorrebbe un morto così al giorno... Mentre a “A Porta a Porta”, Vespa con grande finezza sociologica ha messo insieme confusamente i “bravi ragazzi di Perugia”, agiati e viziati, con gli ultrà romani esasperati perché deprivati culturalmente e socialmente. Anche lui per “fare ascolto”. Stiamo sempre più scivolando nella società dello spettacolo e della manipolazione: lo spettatore-animale è un cretino, probabilmente meno intelligente di un cagnolino, che va continuamente ammaestrato.
Il secondo episodio riguarda le indagini in corso per reato di terrorismo sui tifosi arrestati a Roma domenica notte. Si tratta di un’accusa spropositata che mette il tifo organizzato sullo stesso piano del terrorismo organizzato: due fenomeni storicamente, ideologicamente e sociologicamente differenti; basta sfogliare qualsiasi libro in argomento… Un’accusa che tuttavia espone gli arrestati al rischio di pesantissime condanne. Ma che soprattutto evita alla politica la fatica di “inventarsi” qualsiasi intervento preventivo per favorire il recupero socioculturale dei giovani a rischio. Si reprime e basta. Anche qui stiamo sempre più scivolando nella società del controllo e della repressione: il tifoso, se violento, va ingabbiato, appunto, come un animale.
Ora, i due fenomeni sono collegati. Per un verso il potere manipola l’informazione, trasformandola in ascolti elevati a base di facile intrattenimento all'insegna dell'order and law, per l’altro reprime senza tanti complimenti. E, quel peggio, non si sforza assolutamente di capire. Visto che per governare si ritiene che basti condizionare e bastonare, come si fa con gli animali indocili.
E qui va ricordato che il vicolo cieco del totalitarismo, a prescindere dal regime politico cui è collegato, si distingue culturalmente dalla democrazia, perché tratta gli uomini non come persone creative ma come animali da addomesticare...