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La democrazia a uso e consumo dell'Occidente

di Giulietto Chiesa - 17/11/2007





Avremo le elezioni presidenziali in Pakistan a gennaio, e in Georgia, ancora a Gennaio. In Pakistan la signora Benazir Bhutto, ipotetica candidata alternativa all'attuale presidente-dittatore "normale" (cioè non "sanguinario") è ancora agli arresti domiciliari (per intervento diretto di Washington, che non vuole fare brutte figure) e si può immaginare come farà la campagna elettorale standosene chiusa in casa, con il rischio permanente di saltare in aria. Rischio che ha scampato il giorno del suo arrivo, essendo stata accolta da una bomba gigantesca, scoppiata qualche secondo dopo il dovuto.

In Georgia Mikhail Saakashvili, l'eroe della Rivoluzione delle Rose, ha istituito lo stato d'emergenza dopo che manifestazioni di massa di tutte le opposizioni unificate avevano chiesto elezioni anticipate. Poi si è fatto convincere, di nuovo da Washington, a tentare la sorte delle urne. Vedremo come se la caverà tra due mesi, anche lui.

Credere che le une e le altre elezioni saranno normali, pienamente democratiche, rispettose delle regole fissate dalla augusta e democratica Europa sembra piuttosto difficile. Si tratterà di vedere quali trucchi verranno usati per riportare al potere quelli che già ci stanno, ma nessuno dalle nostre parti oserà dire che di democrazia non ce ne sarà. Del resto anche in Irak e in Afghanistan, negli anni scorsi, si sono tenute elezioni che in occidente sono state considerate pienamente democratiche, senza battere ciglio, da quasi tutti i media del cosiddetto mainstream. Potevano esserlo, avvenendo non solo in paesi non precisamente abituati a votare all'occidentale, con liste di partiti e tutte le altre cose che noi sappiamo fare da circa 200 anni, ma anche in paesi occupati militarmente da forze straniere?

Secondo me non potevano esserlo e non lo sono state. Resta dunque da chiedersi come mai le abbiamo considerate tali. E c'è una sola risposta a questa domanda: perchè i vincitori designati erano nostri amici.

La riprova la si ha guardando come ci comportiamo, noi in occidente, quando in elezioni democratiche vincono quelli che non avevamo previsto. Esempio: le elezioni in Palestina del 2005. In quella occasione vinse Hamas. In modo che tutti gli osservatori giudicarono ineccepibile. Ma Hamas non era previsto.. Per questa ragione le elezioni furono ritenute invalide, e si è arrivati alla crisi che oggi vediamo a Gaza e in Cisgiordania.

L'altro esempio è la Russia. Quando vinceva Boris Eltsin, truccando i dati, noi eravamo contenti perchè era nostro amico. Adesso che vince Putin, che non è più amico, diciamo che le elezioni non sono democratiche. C'è qualcosa che non funziona.