Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Iraq, Bassora “sotto controllo” si prepara a passare agli iracheni

Iraq, Bassora “sotto controllo” si prepara a passare agli iracheni

di Ornella Sangiovanni - 19/11/2007


La violenza a Bassora è diminuita moltissimo, e le forze di sicurezza irachene hanno il pieno controllo della città. Questo è quello che dice il generale britannico Graham Binns, comandante delle Forze multinazionali per il sud-est dell’Iraq.


"Sono convinto che le Forze di sicurezza irachene siano sufficienti a gestire l’attuale livello di violenza", ha detto ieri Binns, parlando con i giornalisti durante una visita a Baghdad, aggiungendo di non avere dubbi sul fatto che gli iracheni sono pronti ad assumere il controllo della sicurezza in tutta la provincia di Bassora - subentrando alle forze britanniche - a metà dicembre, come previsto.


“Se non fossi stato convinto, non avrei raccomandato il PIC (Provisional Iraqi Control – termine utilizzato nel gergo delle Forze multinazionali per definire le province irachene in cui la responsabilità della sicurezza è stata trasferita al governo di Baghdad NdR)", ha sottolineato il generale, pur ammettendo che il passaggio di consegne non è privo di rischi, dato che la violenza non è scomparsa completamente.


"Ci sono rischi? Sì. Ma non si fanno progressi se non si corrono rischi", ha detto sicuro.


Binns ha ricordato i livelli di violenza che c’erano a Bassora nei mesi di maggio, giugno, e luglio, quando i soldati britannici combattevano battaglie durissime con le milizie, con numerose vittime.


“Il 90 per cento della violenza era diretta contro di noi", sottolinea, ma poi c’è stata la svolta – quando le truppe britanniche hanno lasciato il Basra Palace, l’ultima base che occupavano nel centro di Bassora, agli inizi di settembre, e si sono spostate in una base presso l’aeroporto internazionale della città.


Adesso, dice il generale, a Bassora il numero complessivo degli attacchi contro le forze di sicurezza – quelle britanniche e quelle irachene – è circa un decimo di quello che era in agosto.


“La motivazione per la quale le milizie ci attaccavano è stata rimossa”, aggiunge, “dato che non siamo più visti come un esercito di occupazione che pattuglia le strade a Bassora”.


Quanto alla polizia e all’esercito iracheni, “sono migliorati e stanno migliorando di giorno in giorno”, sostiene Binns. E, cosa significativa, la milizia principale che opera a Bassora – l’Esercito del Mahdi, fedele al leader sciita Muqtada al-Sadr - sembra avere fermato i suoi attacchi.


Un quadro meno roseo

Gli iracheni, tuttavia, le cose le vedono in un modo alquanto diverso.

Il capo della polizia di Bassora, generale Abdul-Jalil Khalaf Shawil, che nei quattro mesi da quando ha assunto l’incarico è già scampato a sette tentativi di assassinio, fa un quadro decisamente meno rassicurante della situazione.

La città, ha detto di recente il generale, soffre “di terrorismo religioso, ideologico, e culturale”, che ha costretto alla fuga la classe media e l’élite intellettuale, ed è dominata da una banda di “ladri”.

La Bassora che descrive Shawil - citato dal quotidiano panarabo al Hayat - di fronte a una platea di letterati e intellettuali locali, è un posto in cui “parti politiche e non politiche” si sono arricchite a spese dello Stato, e dove regna la corruzione.

Le forze politiche cittadine, accusa il generale, “non vogliono che la polizia lavori secondo gli interessi del popolo e dello Stato, ma che diventi un esecutore dei loro desideri malvagi”. E i quattro mesi del suo mandato – sottolinea - non sono stati ancora sufficienti a estirpare una corruzione finanziaria e amministrativa all’interno degli apparati di sicurezza che dura da quattro anni.


In città, dice il capo della polizia, si assiste al furto costante di petrolio, antichità, e capi di bestiame, e girano un numero impressionante di armi e di cecchini - anche perché la provincia di Bassora è circondata da Paesi confinanti che contribuiscono a farli entrare.

La rete di intelligence delle forze di sicurezza sotto il suo comando, denuncia Shawil, a volte è infiltrata da elementi dei vari gruppi armati e delle milizie.

Per non parlare della violenza contro le donne. “Ci sono 44 casi di omicidi di donne registrati contro ignoti, senza contare quelli che vengono definiti delitti d’onore”, sottolinea.


Insomma, la situazione a Bassora è molto complicata, conclude il generale, che dice di avere presentato un rapporto di 150 pagine al Primo Ministro Nuri al Maliki.


Gli inglesi preparano le valigie

Anche Binns è costretto ad ammettere che non sono tutte rose e fiori.

Gli attacchi con bombe collocate sul ciglio della strada contro i convogli britannici, e quelli a colpi di mortaio contro la base che ospita le truppe rimaste, nei pressi dell’aeroporto internazionale di Bassora, non sono cessati completamente, riconosce il generale britannico.

Che deve anche ammettere che gli attacchi contro i cittadini di Bassora, anche se sono di meno rispetto a prima, continuano. Ma su questo non dà nessuna cifra, limitandosi ad affermare che “il livello di crimini e omicidi è ancora inaccettabilmente alto, e vorremmo vederlo ridotto”.


E pertanto, l’annuncio fatto dal Primo Ministro Gordon Brown - secondo cui 1.000 dei circa 5.000 soldati di Sua Maestà ancora in Iraq sarebbero stati a casa entro Natale, e il loro numero complessivo sarebbe stato ridotto a 2.500 entro la primavera 2008 - sembra ormai destinato a realizzarsi.

“Speriamo che il passaggio di consegne simboleggerà la fine di un periodo che in molti nella città di Bassora hanno percepito come occupazione", dice Binns.

Dopodiché – aggiunge - i militari britannici che rimarranno si concentreranno sul fornire supporto specialistico alle forze di sicurezza irachene, sul pattugliamento dei confini con l’Iran per impedire il contrabbando di armi, e sul sostegno alla ripresa economica della provincia di Bassora.


Il resto – gli inglesi ormai lo dicono da tempo, preparandosi a fare le valigie - sono problemi “iracheni” che hanno bisogno di soluzioni “irachene”.


Fonti: Agence France Presse, Associated Press, Al Hayat