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Ma chi sono io Babbo Natale? (Spese pazze alle Olimpiadi invernali Torino 2006)

di Davide Pelanda - 20/11/2007





 

 

E' ciò che ha scoperto la Corte dei Conti aprendo una indagine sull'Agenzia Torino 2006, braccio operativo del Toroc che aveva il compito di gestire e controllare gli appalti per la realizzazione di opere e impianti.

Nell'inchiesta si legge che il numero di dirigenti era di 19 persone su 40 dipendenti totali dell'Agenzia, poi 6 quadri e 15 impiegati. Inoltre, tra il 2002 e il 2003 ben quattro persone, assunte come quadro, vengono promosse a dirigente. La giustificazione addotta dall'Agenzia è stata quella che «si voleva creare una struttura altamente specializzata».

Intanto la cifra degli stipendi pagati a questi dirigenti ammonta a oltre 10 milioni di euro tra il 2001 e il 2006.

Per non dire delle numerose collaborazioni esterne e consulenze sempre giustificate con il fatto che nell'Agenzia non c'erano professionalità all'altezza della situazione. I collaboratori esterni, tenuti a libro paga per anni, sono costati ben 2.615.000 euro. E la Corte dei Conti ci dice ancora che, tra queste professionalità indispensabili e altamente specializzate, ci sono collaborazioni a «supporto dell'attività delle Direzioni» o per «raccolta e archivio documenti». Per non dire delle consulenze che ammontano, in sei anni, a quasi quattro milioni e mezzo di euro. Tra di esse quelle più pagate si riferiscono alle consulenze legali con oltre 2 milioni di euro seguite a ruota da quelle tecniche.

Tra le varie esternalizzazioni ce n'è una riguardante il monitoraggio degli interventi di progettazione: un architetto pagato per sei anni consecutivi ben 484 mila euro.

Per non dire del fatto che, nonostante i molti supervisori presenti nell'Agenzia (ufficio dei revisori dei conti , comitato di sorveglianza, ufficio controllo della gestione interna), è stata rilevata da parte della Corte dei Conti una «assenza di controlli interni – dicono – e una mancanza di budget quale presupposto di un controllo di gestione inteso a massimizzare l'economicità, l'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa». Altra contestazione arriva anche sul sistema di reclutamento: la Corte dice che ci sono stati contratti privati a tempo determinato costosi invece di una più economica convenzione con la pubblica amministrazione, dato che la maggior parte dei dipendenti era pubblica.

Per non dire poi delle spese fuori controllo riferite ai viaggi, alle trasferte ed ai taxi che, nel 2001, sono costate poco più di 62 mila euro, mentre nel 2005 sono andate oltre le 400 mila euro.

Le spese di rappresentanza del 2002 sono state pari a 8.267 euro, mentre nel 2005 hanno sfiorato i 170 mila euro. Nel listino delle spese pazze ci sono anche le auto prese a noleggio per 25 mila euro nel 2001, mentre nel 2005 si è arrivati a 170 mila euro.

Pista di bob ancora da pagare

A fronte di queste cifre esose, veri e propri sprechi olimpici, c'è chi protesta perché non è stato ancora pagato per il lavoro svolto. Sono i lavoratori della cooperativa edilizia Orion (fatturato di circa 200 milioni di euro) che hanno costruito la pista di bob di Cesana (Torino): essi lamentano un credito di 54 milioni di euro. Lavoratori che sono scesi in piazza per chiedere il pagamento dei maggiori oneri che avrebbero sostenuto, essi dicono, rispetto all'appalto di 50 milioni di euro. Il conto presentato, alla fine dell'opera, era di oltre 100 milioni di euro. Ecco dunque che, dopo un tentativo di mediazione attorno ad un tavolo per risolvere la questione, si è arrivati alla citazione in giudizio da parte della Orion nei confronti dell'Agenzia Torino 2006 in Tribunale. Prima udienza prevista per il 28 novembre p.v.

Solo metà delle opere olimpiche finite per tempo

Il programma straordinario delle Olimpiadi invernali Torino 2006 prevedeva 77 opere. Poi esse sono lievitate diventando oltre 100 nelle gare d'appalto. L'elenco completo è una delibera della giunta regionale datata 11 novembre 2002. Per alcune spese è intervenuto il governo di Roma con ben 356 milioni di euro messi a disposizione. E nella Finanziaria 2005 approvata in Parlamento si autorizza l'utilizzo dei fondi anche a Giochi invernali finiti per «garantire il completamento funzionale di alcune opere per l'uso postolimpico».

Le olimpiadi si conclusero a febbraio 2006, ma non tutte le opere olimpiche programmate: al 30 settembre 2006 le strutture completate sono solo il 42,5 per cento di quelle programmate (151,5 milioni di euro), il 38,4 per cento era stato realizzato per oltre il 50% (137 milioni di euro), il 9 per cento delle opere è stato iniziato (poco più di 31 milioni di euro) mentre un altro 9 per cento è in fase di progettazione.

La Procura di Torino vuole vederci chiaro: city-manager sotto inchiesta

Probabilmente si prefigurerà un rinvio a giudizio del city-manager Giacomo Vaciago per le vicende riguardanti il finanziamento a fondo perduto per il Grand Hotel «Principi di Piemonte» di Sestriere affinché potesse aprire per tempo per i Giochi olimpici.

Su questa ulteriore vicenda l'opposizione in Consiglio comunale a Torino si è scatenata, ma anche il capogruppo di Rifondazione ha chiesto che ci sia del buon senso e nell'etica dell'ingegner Vaciago dicendo anche che «avevamo già sollevato una questione morale sull'opportunità di continuare a guidare la macchina comunale» aggiungendo che «questa vicenda rischia di offuscare l'immagine del Comune e del lavoro quotidiano di migliaia di dipendenti con stipendi di 20 volte inferiori a quello del city-manager». Sintetico è stato invece il commento del sindaco Sergio Chiamparino che dice «Non esprimo alcun giudizio su una parte di una vicenda giudiziaria che deve completare il suo corso».