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Libano: la ricostruzione di Dahiyeh. Hezbollah mantiene la parola data sotto i bombardamenti

di Associated Press - 20/11/2007





“La ricostruiremo più bella di come era”, proclamano i manifesti di Hezbollah a sud di Beirut, mentre migliaia di lavoratori gettano le fondamenta per nuovi appartamenti, riparando le devastazioni causate dai bombardamenti israeliani nella guerra dello scorso anno.

Nell’ambito del più grande progetto edilizio dell’ultima decade in Libano, Hezbollah ha iniziato a ricostruire le abitazioni di migliaia di persone nella parte sud di Beirut a maggioranza sciita, la sua antica roccaforte, in cui ampi spazi sono stati rasi al suolo dai bombardieri e dalle navi da guerra israeliane.

È probabile che la campagna rafforzi la reputazione del gruppo militante sciita in Libano, e – ironicamente - Hezbollah la sta pagando in larga parte con le donazioni internazionali che erano indirizzate a rafforzare il suo principale rivale, il primo ministro sostenuto dall’Occidente Fuad Siniora.

Sin dal principio, la ricostruzione dopo i 34 giorni di guerra nell’estate 2006 – che ha devastato anche città e villaggi nel sud e nell’est del Libano – ha rappresentato più che una questione umanitaria. È diventata parte della lotta di potere politico tra il governo di Siniora ed Hezbollah, un alleato dell’Iran e della Siria, in una gara a dimostrare chi può fare di più per il suo popolo. “Se questo progetto ha successo, darà credito a Hezbollah a livello politico così come popolare”, dice Adnan Sayyed Hussein, docente di Relazioni internazionali all’università libanese di Beirut, a proposito della ricostruzione della parte sud della capitale.

A Beirut sud – l’ampio sobborgo noto come Dahiyeh dove vivono centinaia di migliaia di persone – i lavori sono iniziati nell’estate. I costruttori e gli architetti lavorano circa 12 ore al giorno nei cantieri sotto la stretta supervisione dei membri di Hezbollah, intenti a parlare con le ricetrasmittenti.

Durante una recente visita al quartiere compiuta da un reporter e un fotografo dell’Ap, decine di operai stavano abbattendo assieme le strutture di legno ed erigendo sbarre di ferro per preparare a gettare le fondamenta di un nuovo edificio sul sito in cui si trovava una volta il palazzo del segretario generale di Hezbollah, il leader Sheik Hassan Nasrallah. L’edificio è stato distrutto insieme agli altri nel complesso del quartier generale di Hezbollah nel cosiddetto “quadrato della sicurezza – ma i funzionari di Hezbollah non hanno voluto dire se i nuovi edifici progettati saranno ancora usati come sede centrale.

Un membro di Hezbollah ha accompagnato l’Ap nella visita di Dahiyeh, in cui Hezbollah sta impedendo ai giornalisti di recarsi senza un permesso preventivo del suo ufficio stampa. Betoniere piazzate in fila, in attesa del loro turno per scaricare il cemento nei siti del quartiere, dove gli operai con caschi e tute rosse stavano preparando le fondamenta per altri edifici.

Il progetto da 370 milioni di dollari viene diretto da Waad, una sezione del settore costruzioni di Hezbollah, “Jihad al Bina” (“La guerra santa delle costruzioni”). Waad intende trasformare Dahiyeh, ricostruendo 213 dei 300 edifici distrutti del quartiere, comprese 3.700 unità abitative, così come negozi, uffici, magazzini e scuole, dice Hassan Jishi, direttore generale di Waad. Saranno realizzati anche parcheggi e giardini e saranno migliorate le strade del quartiere.

Jihad al-Bina sistemerà e metterà a nuovo anche centinaia di edifici di Dahiyeh danneggiati. In uno dei cantieri, il caposquadra Ali Mistrah dice che la costruzione rappresenta un impegno nazionale e un segno di sfida verso Israele. “Israele distrugge e noi ricostruiamo”, afferma il 73enne, il cui figlio è stato ucciso in uno scontro con le truppe israeliane nel 1986 e la cui abitazione nel sud del Libano è stata distrutta durante la guerra dello scorso anno.

Il nome “Waad” – in arabo “promessa” – si riferisce a un appello fatto in televisione da Nasrallah a poche ore dalla fine della guerra, il 14 agosto 2006. Nasrallah proclamò la vittoria e promise che Hezbollah avrebbe aiutato I libanesi a ricostruire, dicendo, “con la ricostruzione la vittoria potrà essere completa”. Hezbollah ha dato rapidamente 12 mila dollari a ogni famiglia che ha perso la sua casa per affittare un appartamento e comprare gli arredi fino al momento della ricostruzione delle loro abitazioni.

Nel frattempo, il governo Siniora ha chiesto al mondo di dare soldi per la ricostruzione e ha ricevuto milioni di dollari, soprattutto dai paesi arabi e islamici. Prima tra tutti, l’Arabia saudita – un forte sostenitore di Siniora e oppositore di Hezbollah – ha dato 550 milioni di dollari. Da allora il governo ha distribuito I fondi dei donatori alle famiglie le cui case erano state distrutte per consentire loro di ricostruirle. Ma a Dahiyeh, molto di quel denaro è andato a Hezbollah.

A febbraio, Waad ha ricevuto il mandato dalla maggior parte delle famiglie del quartiere per ricostruire le loro case - e in cambio and in return, le famiglie hanno promesso a Waad le loro sovvenzioni governativi, circa 53 mila dollari per famiglia. Se il denaro raccolto dagli abitanti non è sufficiente, la parte restante verrà versata da Jihad al-Bina, dice Jishi.

È noto che Hezbollah ha ricevuto miliardi di dollari dall’Iran da quando è stato fondato nel 1982. Sanaa al-Jack, portavoce del governo per I progetti di assistenza e ricostruzione, ha dichiarato che il governo era a conoscenza del fatto che le compensazioni nella parte sud di Beirut stavano andando a Hezbollah, ma si è rifiutato di rilasciare commenti. Ha detto che il denaro dato alle famiglie non comprende le donazioni Usa al governo Sinora dell’anno passato, come a dire che i soldi americani non potrebbero andare a Waad.

Alla domanda se Hezbollah tema che una nuova guerra distruggerà quello che è stato costruito oggi, Sami Rislan del dipartimento di architettura di Waad dichiara, “Ci aspettiamo qualsiasi cosa da Israele, ma ciò non vuol dire che la vita si debba fermare. La ricostruzione mostrerà un’immagine piacevole dopo l’aggressione che ha avuto luogo qui. Abbiamo trasformato questa aggressione in qualcosa di bello”.

(Traduzione di Carlo M. Miele)

L’articolo in lingua originale

Vedi anche: http://www.waad-rebuild.com