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Illusionisti

di Alessio Mannino - 21/11/2007

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Stiamo andando dritti dritti verso un vicolo cieco. Ma con una luce in fondo.
Oddio, potreste obbiettarmi che in un vicolo cieco ci siamo già: democrazia che di democratico ha solo il nome, soperchieria manifesta di una classe dirigente senz’altro credo che non la soddisfazione dei desiderata dell’economia, sfascio di ogni limite umano nella società (in)civile, estinzione di ogni rispetto reciproco nei rapporti umani, irrefrenabile paranoia collettiva per il superlavoro a cui votarsi ogni santo giorno per pagare uno stramaledetto debito pubblico, cappio stretto da Stato e banche intorno alle nostre teste.
E il mercato delle statuine di cera, ovvero dei nostri politici tronfi di parole e colmi di vuoto, sforna oggi un nuovo prodotto: il partitone artificiale di Berlusconi. E’ la degna risposta all’altro piazzista, Walter Veltroni, e al suo Pd di cartapesta. Il senso delle due operazioni è chiaro: semplificare l’arena partitica per giungere a grandi formazioni che illudano il popolo di contare qualcosa (di qui le primarie per uno e i gazebi per l’altro). Per cementare col mastice della “novità” e dell’appello alla “partecipazione” il controllo totale dei veri padroni del gioco: la rete di interessi economici e finanziari che ha nei salotti di Londra, Francoforte, New York e nei suoi corollari romani e milanesi le sue vere sedi (la Grande Truffa della politica asservita all’economia).
Per essere ammansito, il popolo, ricordava pochi giorni fa Massimo Fini, ha da sempre bisogno di panem et circenses. Noi aggiungiamo: ha bisogno di credere di essere sovrano, ascoltato, riverito e vezzeggiato dai suoi presunti “rappresentanti”. La coppia Veltroni-Berlusconi è il quadretto perfetto di questa illusione di massa: si ammantano del consenso della mitica “gente” con meccanismi mediatici e simil-elettorali da quattro soldi, e poi fanno e disfano le regolette del risiko partitocratico cambiando la legge elettorale a loro immagine e somiglianza. Per far fuori i partitini che ostacolano l’union sacrée, quella differenza sempre più inesistente fra Destra e Sinistra che fa tanto comodo al pensiero unico liberal-capitalista.
Partito Democratico e Partito del Popolo della Libertà: due partiti per una stessa via. Ma non senza uscita. Perché da oggi si apre uno spazio potenzialmente enorme per chi voglia far saltare il banco e scoprire il velo dell’ipocrisia politica su cui si regge l’Italia. Cioè per chi, come noi, alla Destra e alla Sinistra mira sostituire la battaglia contro la Destra e la Sinistra. Per la Libertà dal modello obbligato di vita di cui i politicanti e le loro bande sono, tutti indistintamente, alfieri e guardiani prezzolati.