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Regno unito, via a megacentrale biomasse

di redazionale - 22/11/2007

Disco per la costruzione a Port Tarbot della centrale elettrica a biomasse più grande del mondo. A regime, fornirà energia al 50% delle abitazioni gallesi
Disco verde del governo britannico per la costruzione della centrale elettrica a biomasse più grande del mondo: 400 milioni di sterline - circa 600mln di euro - il costo del progetto. A regime, fornirà energia al 50 per cento delle abitazioni private gallesi. «Sarà la centrale a biomasse più grande del mondo – ha annunciato il ministro alle Attività produttive John Hutton – e fornirà energia a metà della case del Galles».

La centrale, appaltata alla londinese Prenergy Power Ltd, sarà alimentata da truciolati di legno, troverà posto nella zona industriale di Port Talbot, vicino alle banchine del porto, e produrrà 350 MW all'anno. Ma il progetto, che rappresenta la colonna portante del governo gallese in materia di investimenti in energie rinnovabili, ha suscitato anche aspre critiche.

«Fin da quando il piano è stato presentato abbiamo avuto seri dubbi riguardo l'impatto sulla salute e l'ambiente», ha detto Ted Latham, consigliere locale. Gli attivisti di Port Talbot hanno chiesto ulteriori studi sull'impatto ambientale della centrale. In particolare, non convince il fatto che l'impianto non dovrebbe produrre inquinamento. Un rapporto prodotto dal comune di Port Talbot, pubblicato nel marzo scorso, ha assicurato che «non ci sarà nessun effetto significativo sulla qualità dell'aria e che l'impatto visivo sarà tenuto in linea con il profilo della zona».

Dal punto di vista della sostenibilità, la centrale sarà a impatto zero poiché la CO2 prodotta nel processo di combustione sarà pari a quella assorbita da quelli che furono alberi. Il segreto, dunque, starebbe nel mantenere il giusto equilibrio tra alberi bruciati e alberi piantati. «Se si brucia legno si produce anidride carbonica – spiega Kevin Mowbray, del Welsh Energy Research Centre – quello che dobbiamo fare è piantare gli alberi necessari ad assorbire la quantità di CO2 emessa». Alberi che verranno forniti dalle foreste canadesi e statunitensi.