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Le Guerre della Repubblica delle Banane

di Giancarlo Chetoni - 27/11/2007

 
“ Si chiama Base Vianini è sarà il cuore dell’attività italiana in Afghanistan. Il compound ad Herat nella parte occidentale del Paese è stato intitolato al capitano di Fregata Bruno Vianini (Consubim di Varignano ) morto lo scorso Febbraio in un incidente aereo sulle montagne afghane mentre era impegnato nella predisposizione della missione nazionale in quelle terre “.

Lo scriveva il 1 Aprile del 2005 Paolo Rolli su “ Pagine di Difesa “. Un forum che appare su Internet come “ libero pensatoio di politica internazionale e della difesa “.

A voler essere minuziosi l’aereo caduto era un Boeing 737 della Kam Air, in partenza da Herat con destinazione Peshwar in Pakistan, anziché Kabul come venne detto, e insieme all’Ufficiale della Marina Militare viaggiavano altri due italiani per conto di un “ agenzia internazionale “ e 7 funzionari USA sottocopertura fatti passare, chissà perché, per “ uomini di Ankara “.

I nomi dei connazionali periti nel crash non furono resi pubblici per “ motivi di riservatezza “ richiesti - si sostenne allora - dalle famiglie.

Il primo morto dei 10, escludendo i civili, che seguiranno, nella Terra delle Montagne dunque è stato un incursore-sabotatore della Marina Militare.

La missione di “ pace “ approvata da Camera e Senato a larga maggioranza, resa operativa, nelle sue fasi iniziali, dal Ministro della Difesa Prof. Luiss, affidata e pianificata da un comandante di reparti addestrati “ contrasto del terrorismo “ non può far riflettere sulla devastante ipocrisia espressa dal 2003 ad oggi dai rappresentanti parlamentari del centrodestra e del centrosinistra sull’ Afghanistan. La favoletta della lotta agli attentatori delle Twin Tower a quei tempi andava alla grande, Ben Laden si eclissava quatto quatto da Tora Bora massacrata dalle tagliamargherite e il Mullah Omar doveva ancora uscire allo scoperto.

Ad Aprile gli Alpini della Brigata Taurinense affiancheranno già i Rangers Usa in azioni di “ controguerriglia “ senza badare troppo per il sottile contro Beluci e Waziri Taliban a Kost.

A 3.000 dollari al giorno per ogni militare impiegato sul terreno l’ Italia ha speso in 5 anni nel solo Centro-Asia miliardi di euro, per alimentare una guerra che ci apparve già a quei tempi totalmente estranea e ci appare oggi anche insostenibile e perdente.

Un arco di tempo che ha visto il passaggio di consegne dalla troika Barlusconi-Fini-Martino a quella, non meno impegnata sul fronte degli “ aiuti umanitari “ di Prodi-D’Alema-Parisi, con un excalation senza precedenti negli ultimi 90 giorni con l’impiego sul terreno dei Mangusta A 129 e dei corazzati Dardo dotati di cannoni a tiro rapido da 25 mm e 2 lanciatori controcarro Tow nel distretto di Gulistan ( provincia di Farah) e in quello confinante di Bawka.

Inoltre da Dicembre Isaf Italia rileverà la Francia nel compito di fornire una “ cornice di sicurezza “ al Sindaco di Kabul Karzai e alle strutture del suo “ Governo Municipale “.

Sono attualmente in trasferimento dai Reparti della Brigata Taurinense, di stanza a Torino verso la capitale dell’ Afghanistan 280 Alpini Rocciatori Paracadutisti che andranno ad affiancare i 980 militari dei ROS del Comando Unificato ISAF-NATO.

In questo contesto non possono non essere fonte di crescente preoccupazione le dichiarazioni rilasciate all’Ansa dall’ attuale Titolare della Difesa che definiscono il PRT di Herat un “ aeroporto logistico avanzato “.

Avanzato Sign. Ministro verso dove ?

Preso atto che tra il West Rac e il confine dell’ Iran c’è un tiro di sputo le Sue affermazioni si prestano a più di un pericoloso equivoco e ad inimmaginabili conseguenze sul campo in caso di preparativi per un attacco Usa a Teheran che veda coinvolti i campi di aviazione di Enduring Freedom in Afghanistan.

E’ forse andato ad incastro un altro tassello del lento ma progressivo coinvolgimento della Repubblica delle Banane nelle “ guerre permanenti “ di Wastington ?

C’è una relazione tra le affermazioni fatte 11 Novembre da Napolitano nella Sala dei Corazzieri davanti a una platea di “ cadetti “ in cui ha esposto le linee guida che dovranno vederci a fianco di ONU e Alleati a livello planetario e la nomina 3 giorni più tardi dell’Ammiraglio Di Paola a Capo del Comitato Militare della NATO ?

Le uscite del Quirinale sono state concordate durante l’ ultimo Consiglio Supremo della Difesa del 18 Dicembre 2006 ? E ancora.

Si punta a costruire a Montecitorio e a Palazzo Madama il presupposto di un inciucione tra la Cosa di Berlusconi e il Partito Democratico di Veltroni per tentare di arginare la massa franosa politico-istituzionale che mette a nudo con un inarrestabile avanzamento di fronte le radici marce dei Palazzi del Potere ?

La collaborazione tra le “ aggregazioni politiche di “ maggioranza “ e di “ opposizione “ a cui si richiama, con insistenza, la Maddalena Pentita del Colle servirà a far digerire all’opinione pubblica i possibili devastanti effetti di ritorno di una permanenza in Libano che preveda, come possibile, perdite militari significative nel contingente di Unifil 2 ?

A Palazzo Chigi intanto si è già deciso un altro intervento di peace-enforcing questa volta partendo dall’approntamento di basi in Ciad con proiezione Darfur a dispetto questa volta del Governo del Sudan.

La Spectre del Palazzo di Vetro opera lungo una linea spezzata che va da Timor Est a Khartoum. Dal Pacificoall’ Africa Sahariana.

Sono previste uscite per “ asset privilegiati “ ( aerei, elicotteri e non meglio precisate unità di supporto logistico, sostegno alimentare, medico, approntamento di infrastrutture e invio di personale militare per costruire una cintura di sicurezza nell’ Area quantificabili in altre decine e decine di milioni di euro all’anno.

Di più.

Il Quirinale si prepara a creare le condizioni politiche e istituzionali per assorbire lo shock energetico, economico e sociale che investirebbe l’ Italietta all’indomani di un aggressione di Usa e Israele all’ Iran ?

Il peggio sarebbe un mix.

Intanto occorre prendere atto, con sconcerto e crescente preoccupazione di quello che succede oggi, o meglio, cos’è successo il 24 Novembre alla periferia di Kabul anche se dal Ministero della Difesa si continua a ripetere, come dischi rotti, che l’esplosione che ha ucciso il maresciallo Daniele Paladini non era intenzionalmente diretta contro il ( nostro ) contingente.

Elemento che la dice lunga su cosa pensi la gente della “ missione di pace “ in Afghanistan.

Era già successo per i 5 razzi piovuti sull’ aeroporto di Herat quando si è sostenuto, che l’attacco era stato indirizzato contro edifici prospicienti dove alloggiavano forze di polizia afghane.

Un attacco che segnala oltre ad un preoccupante salto di qualità nella capacità offensiva della guerriglia pathsum anche un controllo, momentaneo o duraturo lo dirà il tempo, del territorio immediatamente a ridosso di Camp Arena e Vianini.

La gittata dei razzi arrivati a bersaglio non supera i 2 km . In questo raggio esistono dunque “ forze ostili “ capaci di muoversi sul campo come “ pesci nell’ acqua “.

Il chè apre enormi problemi di sicurezza, anche nella viabilità stradale, alle pattuglie, ai mezzi blindati e ai convogli di rifornimento che entrano ed escono dal perimetro dell’aereoporto di Herat. Il Bel Paese non potrà non uscire da Kosovo, Afghanistan, Libano e Darfur che ammaccato e più povero.