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L’Afganistan e l’assalto dei due Occidenti

di Massimo Fini - 27/11/2007

LEI HA SEMPRE
difeso il mullah Omar e i talebani.
Ha visto cosa hanno combinato l’altro giorno uccidendo, oltre al nostro militare, sei bambini?
Dovrebbe vergognarsi.
Elena Cioni, Firenze

IO NON DIFENDO i Talebani in quanto
tali, in loro difendo il diritto
all’autodeterminazione dei popoli occupati
dallo straniero. Le faccio notare che quando gli
americani, bombardando i villaggi afgani,
uccidono bambini, donne, vecchi in misura ben
più rilevante, chiamandoli ‘effetti collaterali’, da
noi queste notizie vengono nascoste nelle pagine
interne. Un ponte costruito da militari e protetto,
ad armi spianate, da militari è un obbiettivo
militare e quindi legittimo della guerriglia. C’è
semmai da chiedersi come mai gli afgani, che non
sono arabi, si sono indotti a usare questi mezzi.
Nei dieci anni di guerra contro i sovietici non
avevano compiuto un solo atto terroristico,
tantomeno kamikaze. Ma i russi stavano sul
terreno, combattevano con truppe di terra e quindi
i guerriglieri potevano combatterli. La Nato usa
bombardieri, missili, aerei senza equipaggio
comandati dal Nevada. Di fronte a questo
‘nemico che non c’è’ che armi ha la guerriglia?
Nonostante ciò, per lungo tempo Omar si è
opposto agli atti di terrorismo, ma alla fine ha
dovuto arrendersi all’evidenza, sia pur
limitandoli a obbiettivi comunque militari.
In ogni caso mi pare evidente che gli afgani non
vogliono i nostri ponti, le nostre scuole, le nostre
chiese, la nostra carità pelosa, il nostro diritto, i
nostri costumi. Vogliono continuare a vivere come
hanno sempre vissuto, con molta dignità, secondo
le loro tradizioni, prima che le aggressioni dei due
Occidenti trasformasse quella terra, felice a modo
suo, nel teatro di una tragegia di cui noi soli
siamo i responsabili.