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Accordo Bush-Maliki: ''partnership strategica'' fra Usa e Iraq

di Ornella Sangiovanni - 27/11/2007



Il futuro della presenza delle forze Usa in Iraq sarà deciso il prossimo anno da negoziati formali tra Washington e Baghdad.

Lo ha reso noto oggi la Casa Bianca, precisando che la decisione è il risultato di un accordo raggiunto oggi fra il presidente Usa George W. Bush e il Primo Ministro iracheno Nuri al-Maliki.

Washington spera che questi negoziati - che dovrebbero istituzionalizzare una partnership politica, economica, e militare a lungo termine fra Stati Uniti e Iraq – possano essere conclusi entro il luglio 2008, ha detto, nel corso di un briefing ai giornalisti, il generale Douglas Lute, vice consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, detto anche "lo zar della guerra" perché ha la supervisione delle guerre in Iraq e in Afghanistan.

Secondo Lute, questioni come il numero dei militari americani che rimarranno in Iraq, la durata della loro permanenza, e l'eventualità di avere basi permanenti in Iraq, saranno decise nei negoziati dell'anno prossimo.

"La forma e la dimensione di qualunque presenza Usa a lungo termine - ovvero oltre il 2008 - in Iraq sarà un argomento centrale di negoziato fra le due parti, Iraq e Stati Uniti", ha sottolineato il generale, aggiungendo che Bush e Maliki hanno posto le premesse per i negoziati formali oggi, firmando separatamente un accordo "non vincolante" su un insieme di principi, nel corso di una videoconferenza "protetta".

"Si tratta di una dichiarazione di intenti reciproca che sarà utilizzata come cornice dei nostri negoziati formali nel corso del prossimo anno", ha detto Lute. "Non è un trattato, ma piuttosto un insieme di principi a partire dai quali dare inizio a negoziati formali".

Il patto Bush-Maliki, ha spiegato il generale Usa, dà per scontato che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite rinnovi per un altro anno il mandato della Forza multinazionale in Iraq, prima che esso venga sostituito da un accordo fra Usa e Iraq.
Il mandato attuale scade il 31 dicembre, e proprio ieri il ministro degli Esteri iracheno, Hoshyar Zebari, aveva detto, parlando con i giornalisti a Baghdad, che il governo non ne avrebbe chiesto la proroga senza prima discuterne con il Parlamento.

Una "sistemazione bilaterale"

I toni usati oggi da Lute sono stati molto diversi.

Il generale statunitense ha detto che l'intenzione di Washington è di passare da un mandato multilaterale, sulla base delle Nazioni Unite, sempre di più "verso una sistemazione bilaterale", nel corso del 2008.

L'accordo che si spera di raggiungere, ha sottolineato Lute, "sarà qualcosa di simile a uno 'status of forces agreement' [accordo sullo status delle forze NdR], che in seguito sostituirebbe il mandato esistente del Consiglio di Sicurezza come l'autorità in base alla quale noi operiamo a fianco dei nostri partner iracheni all'interno dell'Iraq".

Ecco dunque che "ciò che faranno le truppe Usa, quanti militari sono necessari per farlo, se siano necessarie delle basi, quali saranno i loro partner – tutte queste cose sono sul tavolo delle trattative", ha concluso.

Di solito, uno status of forces agreement è una parte centrale di qualunque accordo che riguardi la dislocazione di forze Usa in un altro Paese, e regolamenta questioni come i diritti di ingresso e di uscita, e la giurisdizione legale sul personale delle forze armate statunitensi.

L'accordo raggiunto oggi fra Bush e Maliki riguarda anche legami politici ed economici fra Stati Uniti e Iraq, ha aggiunto Lute, dicendosi convinto "che esso, alla lunga, in effetti contribuirà alla riconciliazione" fra gli iracheni.

Conferme da Baghdad

Da Baghdad, il premier iracheno Nuri al Maliki, in un discorso trasmesso in televisione oggi, ha detto che il suo governo chiederà alle Nazioni Unite di rinnovare il mandato della Forza multinazionale per un'ultima volta, con l'autorizzazione a concluderlo nel 2008. E ha insistito che le Nazioni Unite rimuoveranno tutte le limitazioni alla sovranità irachena.

E il contenuto dell'intesa fra Usa e Iraq sarebbe stato confermato alla Associated Press da due alti funzionari iracheni, appartenenti a due diversi partiti politici, che hanno voluto entrambi restare anonimi, data la delicatezza della questione.

Secondo i due funzionari, le autorità di Baghdad avrebbero discusso a grandi linee la proposta di una "partnership strategica" con rappresentanti diplomatici e militari statunitensi. Fra i vari punti, ci sarebbe un trattamento preferenziale per gli investimenti americani in Iraq.

I parlamentari iracheni ne sarebbero stati informati ieri, nel corso di un incontro a porte chiuse, durante il quale i deputati del gruppo che fa riferimento a Muqtada al-Sadr avrebbero espresso la loro opposizione.

Secondo i funzionari iracheni citati dalla AP, l'Iraq avrebbe la responsabilità totale della sicurezza interna, mentre le truppe Usa si trasferirebbero in alcune basi fuori dalle città.

Gli iracheni prevedono una presenza a lungo termine di circa 50.000 soldati americani.

Il numero di quelli che si trovano attualmente in Iraq è di oltre 160.000.

Haidar al-Abadi, un membro di spicco del partito al Da'wa, lo stesso del premier Maliki, ha detto alla televisione al Hurra, un canale finanziato dagli Usa, che il Primo Ministro iracheno nei prossimi giorni scriverà al Parlamento, per informare i deputati che il suo governo chiederà il rinnovo del mandato Onu per la Forza multinazionale per "un'ultima volta".

Secondo al-Abadi, Baghdad porrebbe come condizione per la proroga la fine di tutte le restrizioni poste dalle Nazioni Unite alla sovranità irachena.

Ieri, Adil Abdul-Mahdi, uno dei due vice presidenti iracheni, aveva accennato a una formula del genere, dicendo che il governo collegherà le discussioni sulla prossima proroga del mandato delle Nazioni Unite alla Forza multinazionale a un accordo in base al quale l'Iraq otterrà piena sovranità e il "controllo totale su tutte le sue questioni e le sue risorse".

A giorni, aveva detto il vice presidente, verrà annunciata una "dichiarazione di intenti" che non riguarderà la presenza di basi militari, ma solleverà "questioni sull'organizzazione della presenza delle forze multinazionali, e sul porre termine alla loro presenza sul suolo iracheno".



Fonti: Agence France Presse, Associated Press

Il testo della "Dichiarazione di principi" firmata da Bush e Maliki