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Boicottaggio o negazione del principio di libertà di pensiero ed opinione?

di Antonio Caracciolo - 27/11/2007


 


Ieri ad Oxford un’antica Associazioni di studenti non si è lasciata intimidire ed ha lasciato dibattere David Irving e Nick Griffin non già su un argomento storico in ordine al cosiddetto negazionismo, ma proprio sul principio della libertà di pensiero e di opinione così spesso negata allo storico Irving, cui sono stati inflitti anni di galera per reati di pensiero. Mentre per il mondo si va sbandierando la dottrina, o meglio l’ideologia dei diritti umani, come il segno della superiore civiltà giuridica dell’Occidente assistiamo in tutta Europa alla fine del principio forse più caratterizzante della rivoluzione francese: il principio della libertà di pensiero e di tutte le altre libertà connesse, cioè dalla libertà di coscienza alla libertà di espressione. Già, proprio la libertà di espressione. Infatti, secondo la contorta morale che si può leggere in alcuni commenti, per lo più di provenienza sionista, si distingue fra la libertà di pensiero che si può esercitare fra le quattro pareti di una cella e la libertà di pensiero che si esprime in presenza di un uditorio, che è evidentemente interessato ad ascoltare. Ciò che alquanto ipocritamente viene rimproverato agli studenti, tacciandoli addirittura di puerilità, è di aver offerto un uditorio ai due personaggi ostracizzati.

Fortunatamente, l'Associazione studentesca non si è nasciata condizionare, ma è istruttivo seguire e leggere le reazioni. Talune fonti, come quella dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, si parla di “boicottaggio” della manifestazione per il fatto che alcuni personaggi invitati non sono poi andati per non trovarsi in cattiva compagnia. È però improprio parlare di boicottaggio perché la manifestazione si è tenuta, facendo sperare che altre possano esservi. Chi non ha voluto andare a confrontarsi, e segnatamente per la gloria dei posteri: Des Browne, June Sarpong, Chris Bryant e Austen Mitchell e l'ex sottosegretario per l'Europa Denis McShane – ha semplicemente dimostrato la sua illiberalità se non anche il suo razzismo.

Ma chi sono costoro? Se possibile è bene osservare la loro faccia per conoscere il volto dell’illiberalità intrisa del razzismo di chi non si mescola con “persone del genere”, ritenendosi a torto migliore. Des Browne è l'uomo delle interviste a pagamento, criticatissimo in patria per aver autorizzato le interviste degi militari catturati in Iran. Che ci vada o non ci vada è per lui forse solo una questione di prezzo, ma di certo non può portare lumi né in materia di revisionismo storico né sui principi della libera manifestazione del pensiero. Circa venti anni fa David Irving avrebbe dovuto tenere una conferenza in Roma. Ero interessato ad andarci per ascoltare cosa lo storico revisionista avesse da dire. Fu però bloccato all'aeroporto di Fiumicino e rispedito indietro come un pacco postale. Ci rimasi male ed ancora oggi ricordo quell'episodio. Di certo non sarei andato ad ascoltare Des Browne, ammesso che avesse qualcosa di interessante da dire. Se questo è il primo della lista dei sabotatori indicati dall’Unione ebraica, ci possiamo risparmiare gli altri, augurandoci che non vadano da nessuna parte, o meglio possono andare nelle conferenze delle Unioni ebraiche dei vari paesi d’Europa.