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Pace a senso unico

di Elia Banelli - 30/11/2007

     

 

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Conferenza di Annapolis sul Medioriente: “la pace sarà raggiunta entro un anno”, ha detto il suo promoter locale, George W. Bush, affiancato da quella guerrafondaia di Condoleeza Rice.
In realtà a discutere di pace, a parte la Siria (che ha accettato per non incorrere in sanzioni) ed i soliti "amici" Emirati Arabi, sono stati esclusivamente il premier israeliano Olmert ed il presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen. Cioè se n'è parlato a senso unico, escludendo i veri interlocutori.
Alla conferenza è stata messa al bando Hamas, l'organizzazione definita "terroristica" dagli Usa che ha vinto democraticamente le elezioni legislative del 25 gennaio 2006 ed è tuttora a capo del governo palestinese nei territori occupati della Striscia. Che volete farci: gli Stati Uniti e l'Europa giudicano la democrazia un istituto valido solo quando vincono i loro amici.
E soprattutto è stato escluso l’Iran di Ahmadinejad: altro governo eletto dal popolo, legittimo e sovrano. E infatti era questo lo scopo occulto del tavolo americano: isolare il nemico iraniano dai paesi arabi sunniti legati economicamente all'Occidente, perchè colpevole di non piegarsi al ricatto mondiale della santa alleanza Usa-Israele-Europa.
Insomma è stata una messa in scena, buona per i fotografi ed i giornali, ma in nessun modo una soluzione ragionevole al sessantennale conflitto israelo-palestinese. Ma si capisce il perchè: fin dal 1976 gli Stati Uniti hanno bloccato il processo di pace, mettendo il veto su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che suggeriva la creazione di due stati sulla base dei confini internazionali (Linea Verde), che traeva spunto dalla precedente risoluzione n.242 del novembre 1967.
Un nuovo compromesso è stato raggiunto alla conferenza di Taba, in Egitto, nel 2001, ma in quel caso a far saltare l'accordo fu il primo ministro israeliano Ehud Barak.
E intanto milioni di palestinesi sono costretti a vivere come profughi, trattati da "stranieri in casa propria", asserragliati nei lager, divisi da un muro orribile, privati di luce, acqua ed assistenza sanitaria. Un vero genocidio, un nuovo Olocausto contemplato impunemente dagli Usa e dalla comunità internazionale.  Si obietterà: il governo palestinese di Hamas non riconosce lo stato di Israele. In parte è falso, perchè i suoi leader hanno ripetutamente invocato la soluzione dei due stati, anche sulla stampa americana. E' comunque un movimento dal peso politico enorme, che ha operato a favore della popolazione nei territori occupati, prodigandosi per la costruzione di scuole, biblioteche, ospedali e servizi civili. Ma questo non sta bene dirlo.
La verità ufficiale sancisce che ad Annapolis si farà la pace entro un anno. Ricordatevi di avvisare i palestinesi, però.