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Signoraggio: pecunia non olet

di Lino Rossi - 30/11/2007

 

La teoria di Friedman e' fallimentare; tranne che per le banche

Rimini, 26 nov. - La “giusta quantità di denaro nelle tasche di tutti i cittadini” non è una chimera. È come l’acqua che abbiamo nelle nostre abitazioni: un obiettivo doveroso da raggiungere in tempi brevissimi.

Le monete possono essere di vari tipi:
a) Le monete metalliche ed i biglietti di Stato; il signoraggio è la differenza fra il valore nominale e il costo lordo di realizzazione e viene incamerato dallo Stato; in Italia oggi non sono presenti biglietti di Stato mentre le monete metalliche ammontano a circa 8 miliardi di €;
b) Le banconote in circolazione; sono non onerose perché le spese in interessi sui corrispondenti titoli del debito pubblico sono equilibrate dagli interessi sull’investimento delle riserve, mentre il signoraggio è nullo; le banconote in circolazione secondo l’ultima relazione annuale del Governatore della Banca d’Italia ammontano a circa 105 miliardi di €; la somma delle monete metalliche, degli eventuali biglietti di Stato e delle banconote in circolazione determina il circolante, che ammonta quindi a circa 113 miliardi di €;
c) Le monete creditizie, ovvero quelle create col moltiplicatore bancario (1); il signoraggio è nullo ed il sistema bancario lucra sulla differenza fra gli interessi che percepisce dai debitori rispetto a quelli che paga ai creditori; secondo l’ultima relazione annuale l’aggregato monetario M3 ammonta a circa 1200 miliardi di €, quindi le monete creditizie si possono stimare grossolanamente a circa 1100 miliardi di €;
d) Le monete locali o complementari o altre forme; il signoraggio può essere presente così come può essere nullo in funzione delle modalità istitutive; sono aperte le più svariate possibilità, da quelle più nobili ed efficaci a quelle più squallide e controproducenti. La cronica mancanza di denaro nelle tasche dei consumatori ha stimolato la nascita di innumerevoli esperienze, come ad esempio quella famosissima di Michael Unterguggenberger (2) o eleganti proposte inattuate, come l’invor, il mercor ed il donor di Rudolf Steiner (3). Molte sono già avviate in numerosissimi Paesi come ad esempio il WIR in Svizzera; in Italia si sta muovendo qualcosa ma ancora in maniera quantitativamente non significativa.

Il signoraggio, inteso come differenza fra valore nominale e costo lordo di realizzazione delle monete, si determina quando NON si dispone di una corrispondente riserva. Ad esempio quando gli Stati Uniti hanno stampato dollari in quantità eccedente alle loro riserve auree hanno determinato signoraggio e se lo sono accaparrato. Ma se non avessero ecceduto non si sarebbe determinato. Le banconote in circolazione, avendo una corrispondente riserva nell’attivo dello Stato Patrimoniale della banca centrale, NON determinano signoraggio.

Tutte le monete funzionano perfettamente se sono accettate dalla collettività o da parte di essa, sia che siano cartacee, sia che siano metalliche, sia che siano virtuali, sia che siano in qualsiasi altra forma. Tutte determinano inflazione se si eccede nella loro emissione, anche se sono d'oro (4); ciò che conta è la loro somma. Tutte sono utili, ma le prime determinano vantaggi speciali per l'intera collettività, la contrazione del circolante e l’espansione di quelle creditizie determinano vantaggi speciali per il sistema bancario, mentre le ultime possono determinare vantaggi speciali per l'intero gruppo che le usa o per qualche furbastro.

La fauna umana esprime a questo punto il massimo della stravaganza; c’è chi riesce ad immaginare solo le monete di Stato; c’è chi non le sopporta perché sono “stataliste” e vorrebbe solo le monete locali o complementari; c'è chi vuole ritornare alla moneta merce in oro; c’è chi non gliene importa nulla; nel frattempo i banchieri centrali ed il sistema bancario operano pragmaticamente ed assai efficacemente per favorire quelle creditizie.

La suddivisione dei compiti fra banca centrale e governo è la seguente: la banca centrale si occupa di determinare la giusta quantità di moneta e le regole monetarie; il governo si occupa della distribuzione delle risorse. In linea di principio potrebbe funzionare, se tutti le parti facessero il loro dovere. Così non è.

Le banche centrali sono inadempienti ed in fallo perché:
1) avendo il compito di governare la Politica Monetaria, dovrebbero occuparsi di tutte le monete, invece appaiono quasi indifferenti alle vicende delle monete creditizie e locali o complementari come se gliene importasse ben poco;
2) avendo adottato un modello sbagliato, e filobancario, determinano una cronica mancanza di moneta circolante, a tutto vantaggio del sistema bancario che sfrutta al meglio il suo moltiplicatore (1).

La moneta creata con il moltiplicatore è onerosa e quindi determina una crescita esponenziale della domanda di moneta proprio per pagare gli interessi (5). Questa spirale perversa con il circolante non avrebbe ragione di esistere, proprio perché su di esso gli interessi sostanzialmente NON si pagano. Quindi la moneta creditizia è assai più generatrice di inflazione di quella circolante, mentre la teoria delle banche centrali, il monetarismo, afferma, sull'altare del libero mercato, proprio il contrario.

Già Keynes era arrivato alla conclusione che il “libero mercato” non risolve automaticamente tutti i problemi. È necessario introdurre degli accorgimenti per far sì che le incontestabili potenzialità della “libera iniziativa” siano utili alla Società nel suo complesso.

La ricetta friedmaniana del monetarismo è fallimentare da tutti i punti di vista, tranne che per il sistema bancario che, con quel modello, diventa inevitabilmente proprietario di tutte le risorse planetarie; anche Geminello Alvi lo stronca con estrema durezza (6): “Milton Friedman, l’economista stupido” - “Margaret Thatcher e Ronald Reagan, bifolchi della politica”.

Con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione potrebbe essere facilissimo ed immediato pervenire alla "giusta quantità di denaro nelle tasche di tutti i cittadini". Una società che non affronta e risolve questo problema è alla stregua di una società che non porta l'acqua nelle abitazioni. È solo una questione di volontà politica; la Politica Monetaria attuale è la peggiore possibile ed è attuata da quasi 30 anni ininterrottamente.
Che la "giusta quantità di denaro nelle tasche dei consumatori" si ottenga attraverso oculati impulsi keynesiani opportunamente cadenzati, attraverso monete locali equamente distribuite, attraverso forme più raffinate e libere come quelle proposte da Rudolf Steiner, poco importa (pecunia non olet). L'importante è che si raggiunga questo obiettivo, indispensabile anello di congiunzione fra domanda ed offerta, in una Società civile.
Negli anni '60 ci eravamo vicinissimi; oggi ci siamo lontanissimi. Il motivo è semplicissimo: la sciagurata politica di tutte le banche centrali dalla fine degli anni '70 in poi.

Se l'autorità monetaria avesse come fine quello che dichiara di avere, direbbe: "la BC fa di tutto per garantire nella società la giusta quantità di moneta e lo Stato si occupa della distribuzione. Le monete complementari sono anch'esse monete, e quindi bisogna che ci si metta d'accordo: o si proibiscono o si censiscono, in modo che si possa tenerne conto nella determinazione della quantità.". Viceversa le BC, controllate dai banchieri, sono unicamente preoccupate a comprimere il circolante in maniera da mettere in difficoltà, ad esclusivo vantaggio del sistema bancario, Stati, aziende e singoli cittadini. Così lo Stato anziché occuparsi della distribuzione delle risorse è stato relegato al disdicevole ruolo unico di esattore; bisogna ammettere, con risultati “penosi” in termini di equità territoriale (7).

È giunta l'ora di porre fine alla barbarie. L'unica moneta che “puzza” è quella creata con il moltiplicatore bancario; un tempo veniva accuratamente limitata quantitativamente con coefficienti di Riserva Obbligatoria a due cifre; oggi è la moneta che fa la parte del leone: i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Chissà se i banchieri hanno comprato un angolo di paradiso per il compianto Milton Friedman?

La prerogativa di questa moneta, se nessuno bara, è quella di aumentare e diminuire automaticamente in funzione della richiesta, in modo che l’eccesso sia circoscritto al tempo nel quale l’eccesso stesso è necessario per effettuare un determinato investimento. La principale applicazione corretta sarebbe, come pochissimi decenni fa, quella degli investimenti privati; oggi viceversa è divenuta pressoché totalizzante: i numeri sopra riportati non mi sembra che lascino dubbi.
L’azione del barare è fortunatamente ancora un reato e quindi chi vi ricorre deve essere denunciato. Coloro che lamentano il famigerato riflusso, ovvero un trucco contabile che crea arbitrariamente e cancella le monete creditizie di ritorno per allocarle in nero nelle tasche dei banchieri, farebbero bene, avendone le prove, a denunciarlo, piuttosto che a dichiarare legale un’azione che in realtà non lo è. Ovviamente chi lo pratica va all’inferno, anche se frequenta tutte le domeniche la Santa Messa. Chi interpreta la parabola dei talenti (Mt 25,14-30) come un disco verde per le nefandezze dei banchieri ha parecchia confusione in testa.

Confermo quindi in pieno che la soluzione per risolvere pressoché istantaneamente tutti i problemi finanziari che ci devastano è quella di aumentare drasticamente la base monetaria oltre che, naturalmente, sottrarre la Politica Monetaria ai banchieri (8). Così finalmente la sovranità popolare della moneta non sarebbe elusa.

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(1) http://www.comedonchisciotte.org/site/
modules.php?name=News&file=article&sid=3817
(2) http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1419
(3) L'anima e l'economia – Geminello Alvi
(4) http://www.applet-magic.com/infldynamici.htm
(5) http://www.movisol.org/komp1.htm e successive
(6) http://www.signoraggio.com/signoraggio_lafavoladelleconomia.html
(7) http://www.effedieffe.com/rx.php?id=2341
(8) http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=1372