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Somalia: le Corti Islamiche pronte all'offensiva

di Ersilia Contu - 30/11/2007

 

Somalia: le Corti Islamiche pronte all'offensiva


Sostituzione del primo ministro, bavagli alla stampa locale e massicce operazioni contro i miliziani hanno inasprito ulteriormente la crisi somala innescando nuovi focolai di guerra che oltrepassano i confini di Mogadiscio e della regione di Benadir e divampano in questi giorni anche nelle aree centrali della Somalia.
Particolarmente cruenti i combattimenti che si starebbero verificando nelle regioni di Hiran e Galgadud, dove i guerriglieri che combattono contro il Governo federale di transizione (GFT) e le truppe di Addis Abeba stanno provocando l’esodo di migliaia di civili. In queste aree del Paese, e in particolar modo nei centri di Mataban e Guri’eel, l’Unione delle Corti Islamiche, il cui governo è stato abbattuto lo scorso anno grazie al sostanziale intervento degli Stati Uniti, hanno ripreso a guadagnare terreno malgrado le autorità di transizione avessero da tempo annunciato la improbabile “sconfitta definitiva” dell’UCI.
Gli scontri più violenti si sarebbero verificati proprio lungo il confine tra le due regioni centrali, area che nelle ultime ventiquattro ore è diventata teatro di una violenta rappresaglia da parte delle truppe dell’Etiopia che combattono a fianco del GFT. La contro offensiva etiope è stata scatenata in seguito all’attacco di un convoglio militare che transitava nella zona di Ba’da da parte dei miliziani delle Corti. A seguito del giro di vite imposto ai media locali dal governo in carica è difficile stilare un primo bilancio, anche se fonti non precisate citate dall’agenzia indipendente somala Garowe parlano di almeno due morti tra i militari etiopi e due civili uccisi dalle stesse truppe di Addis Abeba nel corso del combattimento. Secondo quanto riportato da fonti di informazione del governo somalo – le uniche ufficialmente consentite dal GFT – gli alleati etiopi starebbero concentrando gli sforzi intorno alla cittadina di Baladwayne ed alle aree circostanti, indicate come centro nevralgico della resistenza anti governativa. Ma altre fonti, riportate dall’agenzia Garowe, segnalano che i guerriglieri fedeli all’UCI abbiano ormai consolidato la loro presenza anche nelle vicine Guri’eel, Dhusamareb e Matabaan. Nonostante l’intensa propaganda filo governativa, sembra ormai imminente un’offensiva su larga scala dei combattenti di Al-Shabaab che stanno trovando sponda presso le milizie dei clan somali contrari al nuovo regime.
Non trova tregua neanche la capitale, ormai da mesi terreno di combattimenti senza quartiere. Intorno alla zona del mercato centrale di Bakara, cuore commerciale di Mogadiscio e teatro la settimana scorsa di violente rappresaglie da parte delle forze di sicurezza governative e dei soldati etiopi che hanno provocato un numero imprecisato di vittime tra i civili, si registrano nuovi, intensi scontri a fuoco. Il movimento Al-Shabaab ha nel frattempo rivendicato attraverso vari siti internet gli attentati nella notte tra martedì e mercoledì contro diverse postazioni militari a presidio di punti strategici della città tra cui Villa Somalia, residenza ufficiale della presidenza. Lo stesso movimento ha sottolineato come la guerriglia sia ormai tornata a controllare gran parte della capitale, “come prova il fatto che le truppe etiopi e i loro schiavi che si auto definiscono ‘governo’ non riescono a mantenere alcuna posizione a Mogadiscio malgrado ciò che viene propagandato dai loro media”.