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Il diavolo si nasconde nel dettaglio: inceneritori a discapito della frazione organica dei rifiuti

di redazionale - 30/11/2007

Incentivi agli inceneritori a discapito della frazione organica dei rifiuti: il diavolo si nasconde nel dettaglio.

 

Prosegue a ritmo serrato l'impegno di Fare Verde e del mondo ecologista per cancellare gli incentivi illegali all'incenerimento dei rifiuti.

Ricordiamo che si tratta di soldi pagati dagli utenti mediante apposita voce presente nella bolletta dell'energia elettrica per finanziare lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.
In realtà da oltre 15 anni questi soldi vengono destinati in gran parte a fonti energetiche ritenute in modo truffaldino "assimilate" alle rinnovabili, come gli scarti dell'industria petrolifera e i rifiuti. Nel
 2006 sono stati erogati 6 miliardi e 120 milioni di euro di cui solo il 10,2% è andato alle vere fonti rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico, ...).

Lo scorso 12 novembre è passato finalmente in Senato l'articolo 30 della legge Finanziaria che limita gli incentivi illegali ai soli impianti realizzati e operativi. Una buona notizia? A prima vista sembrerebbe una mezza vittoria poiché gli impianti in esercizio continuano a godere degli incentivi (la norma non può essere retroattiva) e si attribuisce ai Ministri dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente un potere di deroga per impianti in costruzione che speriamo vivamente non venga esercitato.
Ma purtroppo non è tutto: come spesso accade in Italia, il diavolo si nasconde nel dettaglio.

Il principio che è già passato è che una parte dei rifiuti può essere considerata "rinnovabile": ovviamente non la plastica, i metalli o il vetro, ma la parte biodegradabile di origine vegetale (proprio quella che potrebbe essere trasformata in fertilizzante organico). E' pur vero che tale principio è adottato da altri paesi europei, come l'Olanda, ma è altrettanto vero che si poteva anche scegliere il modello tedesco che non prevede alcun incentivo all'incenerimento.

Il base a questo principio, sarà quindi incentivata la sola quota di produzione di energia elettrica imputabile alla quota "rinnovabile" (cioè biodegradabile) dei rifiuti.
Le manovre per sopravvalutare l'apporto di tale quota biodegradabile dei rifiuti, e quindi gli incentivi erogati, sono già iniziate: in base alla tabella 2 allegata all'art. 30-ter della Finanziaria, l'energia prodotta in questo modo sarà pagata in Italia con una tariffa incentivante di 22 centesimi di euro al kWh contro i 4-5 centesimi dell'Olanda o i 4,2 centesimi dell'Inghilterra.
Inoltre, la norma approvata prevede che i Ministri dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente definiscano il metodo di calcolo per stabilire quale sia l'apporto della parte biodegradabile dei rifiuti alla produzione di energia elettrica in un inceneritore. Si tratta di un ulteriore enorme spazio di manovra per sopravvalutare questo apporto e, quindi, aumentare artificiosamente gli incentivi all'incenerimento.

Il rischio che si corre è che si porti il costo dell'incenerimento dei rifiuti a 100 euro a tonnellata (contro i normali 140/150 euro), un costo estremamente e artificiosamente basso che creerebbe una distorsione del mercato a danno delle raccolte differenziate.
Conferire la frazione organica in un centro di compostaggio costa 60/70 euro a tonnellata. Se si considera che le raccolte differenziate vengono erroneamente ritenute più costose, molti enti locali potrebbero orientarsi verso la più semplice e ecologicamente scorretta pratica dell'incenerimento.

Tutto ciò accade nonostante la Direttiva 2001/77 della Comunità Europea da cui derivano questi incentivi specifichi che "l'entità dei sussidi non deve essere tale da disincentivare le scelte gerarchicamente migliori": prima riciclaggio, poi recupero di energia.

Per Fare Verde è assurdo incentivare artificiosamente la distruzione di una risorsa preziosa come gli scarti organici per produrre energia in impianti di incenerimento che senza incentivi non stanno in piedi. Bisognerebbe, piuttosto, introdurre un divieto di conferimento in discarica e in inceneritore di tutti i rifiuti che possono essere compostati, cioè riciclati ottenendo fertilizzante organico: mentre il 27% dei terreni agricoli italiani è a rischio di desertificazione per mancanza di sostanza organica e un ulteriore 5% è già desertificato, tutti i rifiuti urbani biodegradabili prodotti annualmente nel nostro paese non basterebbero per restituire fertilità a tutti i terreni agricoli italiani!

Per questo Fare Verde auspica che si segua la strada della Germania: nessun incentivo, di nessun tipo, all'incenerimento dei rifiuti.

E' l'unico modo per non creare distorsioni di mercato che avvantaggiano le imprese (già economicamente potenti) che distruggono risorse preziose e vanno a discapito di quelle che, invece, con non poche difficoltà, riducono, recuperano, riciclano.