Decine di arresti nei Paesi baschi. Il teorema accusatorio costruito dal giudice Baltasar Garzon
di Angelo Miotto - 01/12/2007
L'Audiencia Nacional ordina l'arresto di una parte degli imputati del processo 18/98+ in mancanza ancora di una sentenza |
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La polizia spagnola sparpagliata per le città e i paesini del Paese basco. Sta arrestando quarantasei persone, membri di associazioni riconosciute e di organismi politici che fanno parte di un lungo e tormentato processo, il 18/98+. L'Audiencia Nacional accusa oltre 250 persone di far parte di ETA o di collaborare con l'organizzazione armata. Il processo si sta svolgendo da due anni e, secondo le agenzie di stampa spagnole, la sentenza verrà resa pubblica il 10 dicembre prossimo.
Il 18/98+ è una sommatoria di processi, da cui il segno algebrico. C'è un troncone principale e ci sono delle ramificazioni di inchiesta. Il teorema accusatorio è stato costruito dal giudice Baltasar Garzon, che nel corso degli anni ha chiuso tre giornali, una radio, organizzazioni a favore dell'amnistia, dell'alfabetizzazione degli adulti, le organizzazioni della gioventù indipendentista, dei familiari dei prigionieri politici baschi. Tutti con l'accusa di far parte del mondo di Eta, perché nazionalisti, socialisti, o a favore dell'autodeterminazione.
Per nove anni gli imputati hanno subito carcere preventivo, in alcuni casi tortura, obbligo di firma e di domanda per l'espatrio quando concesso, mantenere le spese legali e nel corso del processo sostenere due udienze alla settimana viaggiando dalle provincie basche fino a Madrid. Il processo ha tutte le caratteristiche per essere uno dei più fulgidi esempi della connessione fra il politico e il giudiziario.
Fra gli arrestati ci sono ex direttori di giornale, ex membri della dirigenza politica di Batasuna, esponenti sindacali, membri della società civile. A detta dei periti della difesa, il 18/98+ rappresenta uno dei processi politici più significativi nelle ultime decadi in Europa. Più volte gli avvocati hanno denunciato la scomparsa delle prove o l'impossibilità di consultazione degli atti che venivano portati in aula a compendio delle accuse.
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