SEMPRE PIU' POVERI
MA LA "CASTA" DISCETTA DI SISTEMI ELETTORALI


di miro renzaglia


Duemilionisettecentomila famiglie, secondo recenti studi Istat, vivono sotto la soglia di povertà. E non si tratta di famiglie sprovviste di reddito: gli è che il reddito non basta a soddisfare le loro esigenze primarie.

Di conseguenza, ogni italiano, mediamente, vive di un debito pari al 44% del suo reddito. Il che, in altre parole, significa che ogni famiglia è indebitata per un importo pari a quasi la metà di quel che guadagna con il lavoro, per accensione mutui o per acquisti a credito (va peggio al cittadino Us indebitato del 110%, ma ci arriveremo anche noi, oh! se ci arriveremo...).

Non basta. L’inflazione è volata nel 2007 al 2,4%. Se ricordate, gli ultimi aumenti del tasso d’interesse erano stati dettati, per voce ed azione dell’immarcescibile Trichet, governatore della Banca centrale europea, proprio per impedire, con l’aumento dei consumi, la conseguente impennata della spinta inflattiva. Gli esiti si sono visti: le famiglie con mutui a tasso variabile a carico si sono viste decurtare uno stipendio mensile sano sano (fra i mille e i millequattrocento euro...) e l’inflazione non si è fermata.

Ancora. Il prezzo del petrolio è aumentato a più di cento dollari a barile. I costi energetici (benzina, elettricità, riscaldamento casa...), quindi, vanno a rosicchiare altri 400 euro annui nelle tasche delle famiglie.

Di più. Il prezzo del grano, senza registrare particolari rincari alla fonte produttiva, sono aumentati di un altro buon 25%. E stiamo parlando di pane e pasta, generi, cioè, di prima necessità, non di rose e diamanti...

Nel frattempo, la classe politica tutta discetta di riforme elettorali, maggioritarie, proporzionali, sbarramenti al 4 o 5%, ed altre amenità che non produrranno alcun beneficio a chi deve sfangare la fine del mese contando sugli spiccioli centesimi.

La verità è che qualsiasi governo nazionale presente o futuro, eletto con qualsiasi marchingegno votante vorranno inventarsi, non è e non sarà in grado di modificare una virgola dell’attuale situazione socio-economico-politica, semplicemente perché non hanno e non avranno nessun potere autonomo sulle cose che veramente contano.

La politica delle nazioni, soprattutto di quelle asservite da debito pubblico, viene fatta altrove senza nessun riguardo per quella inutile entità che non sa più neanche abbaiare alla luna, che una volta si chiamava popolo e oggi si chiama con il nome appropriato di “consumatori... a credito”.