Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Ogm. Scienziati, lobbisti e... Istituzioni europee

Ogm. Scienziati, lobbisti e... Istituzioni europee

di Adrian Bebb - 03/12/2007

     
Il rapporto tra l'industria biotecnologica e la Commissione Europea prodotto da Friends of the Earth.

TROPPO  VICINI SUSCITANDO PREOCCUPAZIONE

lobbying.jpg Non è un segreto che la classe politica europea ha adottato l'agenda neoliberale. Nel campo della produzione di cibo e dell'agricoltura questo si traduce nell'attuazione di un'agricoltura intensiva altamente tecnologica con l'uso e la produzione di prodotti brevettati (pesticidi, sementi geneticamente modificate, ecc), che creano ricchezza per l'industria europea. Lo scopo fondamentale, dichiarato in modo esplicito negli obiettivi della politica dell'UE, quali l'Agenda di Lisbona, è di far diventare l'Europa un leader nell'economia globale. Questo è stato espresso con diversi slogan politici - quello della "Biosocietà" degli anni '80, quello dell' "Economia basata sul sapere" degli anni '90 e la "Bioeconomia basata sul Sapere" (KBBE) nella decade attuale.

I problemi che la nostra società deve affrontare - cibo, salute, biodiversità, creazione di posti di lavoro - vengono usati per giustificare questi scopi politici ed economici, che quindi diventano possibili se non inevitabili. Ad esempio, "non possiamo non avere cibo e colture geneticamente modificati perché creano posti di lavoro" è un ragionamento che sentiamo spesso. Ma i dati effettivamente indicano che non è così, e che sono altri tipi di cibo e agricoltura, come l'agricoltura biologica, che stanno creando posti di lavoro, che mostrano una crescita rapida e che stanno stimolando le economie rurali. Tuttavia queste alternative sono state messe in secondo piano dalla "mentalità" della KBBE.

Questo rapporto esamina uno dei risultati di questa mentalità e agenda politica - quello del potere delle lobby degli enti corporativi ed il loro accesso ad una delle istituzioni chiave dell'UE, la Commissione Europea. Questo non è uno studio esauriente sulle lobby per l'agricoltura biotecnologica a livello dell'UE, piuttosto si concentra su un solo gruppo di pressione per le biotecnologie molto importante - EuropaBio - e sui recenti esempi del rapporto molto intimo tra le società che possono trarre notevoli profitti dall'agricoltura biotecnologica ed i decisori politici della Commissione Europea.

La Commissione Europea è il braccio esecutivo dell'Unione Europea ed è costituita da 40 Direzioni Generali (DG) - l'equivalente dei ministeri a livello nazionale. Le attuali leggi dell'UE per i cibi e le colture geneticamente modificati (noti come GM od OGM) rientrano nelle competenze delle Direzioni Ambiente e Salute. Il Commissario per l'Ambiente ha adottato un approccio chiaramente precauzionale nei confronti di questa tecnologia, in linea con il suo mandato. Tuttavia questo non va d'accordo con il concetto della KBBE e la DG Ambiente è stata singolarmente isolata e messa in disparte nelle decisioni politiche della Commissione, a seguito di forti pressioni delle DG per Commercio, Ricerca, Agricoltura, Impresa e Industria, Mercati Interni, come pure del Segretario Generale della Commissione e persino del suo Presidente Barroso.

EuropaBio è uno dei gruppi di pressione più importanti e più attivi sui cibi e le colture GM a livello di UE e si vanta di avere "eccellenti rapporti di lavoro" con la Commissione europea. Gli sforzi della lobby per le biotecnologie agrarie del gruppo sono capeggiati da Bayer Cropscience, Dupont/Pioneer, Monsanto e Syngenta. Poiché il mercato dei cibi e delle colture GM è dominato da questi pochi enti corporativi molto grandi, EuropaBio sta essenzialmente promuovendo gli interessi di queste multinazionali presso la Commissione europea e altrove.

Questo avviene, tra l'altro, mediante colazioni di lavoro, incontri politici, incontri appositi sia privati che pubblici. La sfera di influenza va dai policy officers fino ai livelli più elevati della Commissione, con moltissimi eventi dell'industria biotecnologica frequentati da un gran numero di membri della Commissione. La loro presenza regolare agli eventi di EuropaBio suggerisce fortemente che la loro è di fatto una presenza abitudinaria. Infatti, durante una giornata per stabilire le linee politica a EuropaBio, alcuni membri importanti della Commissione sono stati descritti come "estremamente entusiasti" delle biotecnologie.

La lobby per le biotecnologie ed le corporazioni che la compongono sono membri di gruppi di lavoro e reti della Commissione. Tra queste c'è una rete con gli Stati Membri e la Direzione Generale Imprese della Commissione europea. L'industria biotecnologica è anche molto bene rappresentata nel Gruppo Consultivo per la Competitività delle Biotecnologie della Commissione Europea, la cui esistenza è di fatto inserita nella Strategia per le Biotecnologie dell'UE. Queste influenze hanno portato la Commissione a promuovere meno regolamenti e più attività finanziarie e finanziamenti per le ricerche per un settore che il pubblico ha nettamente rifiutato negli ultimi dieci anni. Tanto è il sostegno dato dalla Commissione ai cibi e alle colture GM che sono persino arrivati a far finta di non sapere del rifiuto del Parlamento europeo di accettare che i cibi e le colture GM siano buoni per la competitività dell'UE

EuropaBio si è anche vantata della sua campagna di pressioni mirate ai finanziamenti per le ricerche che ha portato le biotecnologie agrarie ad essere uno dei temi più importanti nel programma di ricerche dell'UE da 53 bilioni dei euro. La Commissione Europea sostiene fortemente le associazioni "pubblico - privato", con specifiche piattaforme riguardanti le tecnologie per i cibi e le colture GM, i bio-combustibili e più in generale i cibi. Queste iniziative vengono presentate in modo piacevolmente abbellito, ma in sostanza riguardano l'incanalamento di fondi pubblici verso interessi economici corporativi

La vicinanza tra l'industria biotecnologica e la Commissione non è sorprendente, data la dominanza dell'agenda KBBE nelle politiche alimentari e agricole dell'UE. E ovviamente le corporazioni della biotecnologia che dominano i mercati delle sementi, dei cibi e dei mangimi GM possono trarre profitti finanziari e di quote del mercato dai suoi successi. Sono aiutate in questo anche dall'agenzia per le ricerche della Commissione europea (il Centro Associato per le Ricerche) che mescola le conoscenza di esperti istituzionali (che vengono scelti e guidati secondo la mentalità dominante) con ricerche scientifiche indipendenti.

La lobby per le biotecnologie dedica anche molte energie a creare ragioni socialmente accettabili per spiegare perché sono necessari i cibi e le colture GM e questi messaggi vengono prontamente raccolti e pubblicizzati dalla Commissione europea. Due esempi recenti di questo sono gli allarmismi sulla disponibilità di mangimi per bestiame in Europa ed il far apparire che gli OGM si prendono maggior cura dell'ambiente ("greening") attraverso la lotta ai cambiamenti climatici con l'uso controverso dei biocarburanti.

Il rapporto conclude che le porte della Commissione Europea sono spalancate alla lobby dell'industria delle biotecnologie. Componenti importanti della Commissione sono infatti più in sintonia con l'industria che con i loro stessi colleghi alla Direzione Generale Ambiente, che vengono chiaramente emarginati, mentre il concetto politico della KBBE viene promosso in modo aggressivo sia dalla lobby delle biotecnologie, sia dalla Commissione che è in gran parte a favore degli OGM.

L'opposizione pubblica ai cibi ed alle colture OGM viene completamente ignorata e respinta, mentre l'amministrazione dell'UE promuove l'applicazione di una nuova tecnologia che porterà benefici solo ad una manciata di corporazioni multinazionali molto grandi. Non esattamente un esempio splendente di servizio pubblico e democrazia.

 

Traduzione a cura di Nadia Simonini