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IL clima peggiora? Colpa dei maschi, naturalmente!

di A. Ermini - 04/12/2007

Fonte: maschiselvatici

 

 

Prosegue senza sosta la campagna internazionale di criminalizzazione/colpevolizzazione del genere maschile. Questa volta è il governo svedese ad aver presentato alla Commissione per lo Sviluppo sostenibile dell’Onu, la ricerca “A study on gender equality as a prerequisite for sustainble development” realizzata da tale Gerd Jonhsson-Latham. Compiaciuto, ne da prontamente notizia l’immancabile Il Manifesto, con un articolo del 30/11/07 di Marinella Correggia dal titolo “Clima, sono gli uomini la vera minaccia”.
Ai maschi viene imputato di percorrere più chilometri in auto, di mangiare più carne, di frequentare troppo i ristoranti, di usare di più cibi pronti, di possedere più yacht, e chi più ne ha più ne metta. Tutto quello che fa un maschio è negativo, insomma, e l’unica salvezza per il clima è che trasformi in senso femminile i suoi comportamenti. E le donne?
Si ammette che certo, le donne spendono molto di più in beni di consumo, addirittura 20 volte di più degli uomini per i prodotti d’igiene, ma la giustificazione è pronta. Le abitudini femminili avrebbero minor impatto sul clima, anche se molto dannose a livello locale, e poi molte spese femminili sarebbero in connessione col ruolo materno e dunque non si tratterebbe di consumismo individuale.
I maschi invece, quando guidano auto e camions lo fanno per divertimento, mica per lavoro dei cui frutti usufruiscono largamente mogli e figli. E quando guidano per diporto sono sempre e rigorosamente soli, mai che abbiano accanto la famiglia con suocera o l’amante. E gli yachts? Li usano solo per se stessi, i maschi inquinatori. Si è forse mai vista una signorina tette e culo al vento, stesa sorridente sul ponte di un lussuoso motoryacht? Mai! E se si fosse vista sarebbe un miraggio, una proiezione onirica dei soliti maschi sporcaccioni ed erotomani. Per le barche a vela poi, quelle che non inquinano, il problema della presenza femminile proprio non si pone: lì sopra c’è sempre qualche lavoro da fare, infatti. E poi sono maschi i minatori che estraggono il carbone inquinante a qualche migliaio di metri sottoterra o il petrolio sulle piattaforme oceaniche su cui sono relegati per mesi interi. Lo fanno, naturalmente, per puro divertimento, per uno di quegli stupidi svaghi incomprensibili al buon senso e alla superiore intelligenza femminile. Ed il peggio è che dopo queste inutili fatiche, gli ingordi pretendono anche di mangiare qualcosa di tosto e non l’insalatina scondita a cui sono use le schifiltose signore. E tutte quelle inutili invenzioni con cui hanno infestato il mondo? Lavatrici, lavastoviglie, televisori, elettrodomestici etc. etc, che le donne aborrono e si rifiutano persino di toccare. Ma cos’è questa stupida e perversa voglia che li spinge a pensare, inventare, industriarsi in mille modi? Ma chi glielo ha chiesto! Erano così felici e libere le care signore quando facevano il bucato con la cenere o lavavano i panni nel fiume, o usavano, anziché i pannolini per i bebè e loro stesse, le pezze di cotone.
La stupidità di chi scrive certe scemenze, e di chi da loro credito, è ineliminabile, e fin qui pazienza. Siamo abituati a conviverci, e le vorrei vedere le signore radical chic ritornare ai tempi di “Wilma, dammi la clava”, a cui saremmo rimasti se fosse stato per loro. Ma qui non si tratta solo della stupidità che fa venire forti dubbi sul “genio femminile”. Esclusa anche la buona fede, che peraltro sarebbe un’aggravante, se un intero governo commissiona una ricerca idiota come quella e poi la presenta all’Onu, siamo in presenza di un disegno teso a criminalizzare e colpevolizzare ogni comportamento maschile, giudicato sbagliato e negativo in sé. Un altro passo, insomma, verso la nuova forma che sta assumendo il razzismo. Da razzismo di pelle a razzismo di genere, ma in nome dell’egualitarismo e del politicamente corretto, s’intende.