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Chi li tocca muore: il Csm condanna Clementina Forleo. Cronache del regime progressista

di Anna Maria Greco - 04/12/2007

Clicca per ingrandire Condanna annunciata quella del Csm su Clementina Forleo. E anche per Luigi De Magistris, si mette male. «Cattivi magistrati», li definisce il membro laico del Pdci a Palazzo de’ Marescialli, Letizia Vacca.
Il trasferimento per incompatibilità ambientale e forse anche funzionale è quasi una certezza per il gip milanese dell’inchiesta Unipol-Bnl. Su di lei, come su De Magistris, pende già un procedimento disciplinare ma, a quanto sembra, arriverà prima il trasferimento per incompatibilità.
«Cosa devo dire? Niente. Niente da dire», è l’unico commento della Forleo.
La decisione sarà presa oggi a Palazzo de’ Marescialli dalla prima commissione, ma ieri l’orientamento sarebbe stato unanime sulla necessità si spostare il gip che ha denunciato pressioni e intimidazioni dalle istituzioni, dopo la sua denuncia di «complicità» di leader del centrosinistra come Massimo D’Alema e Piero Fassino nelle scalate bancarie. Vacca, vicepresidente della commissione, già prima della sentenza usa toni inusuali e durissimi sulla Forleo. «Dire “ho fatto il nome di D’Alema e per questo mi perseguitano”, non è un sillogismo che può valere. Questa non è una magistratura seria, e questi comportamenti sono devastanti. I magistrati devono fare le inchieste e non gli eroi». E quando i giornalisti le chiedono se lo stesso discorso vale per De Magistris, sul quale il Csm si confronterà oggi, lei ammette: «Sì, anche per lui. Che è comunque diverso, molto più lucido».
Il gip di Milano e il pm di Catanzaro, che si è visto avocata l’inchiesta Why not nella quale indagava sul premier Romano Prodi e sul Guardasigilli Clemente Mastella, per la Vacca meritano un giudizio tutto negativo: «Credo che sia necessario che emerga che sono cattivi magistrati, e non perché fanno i nomi dei politici, ma perché si basano su posizioni e non su prove».
Ieri la commissione ha esaminato i fatti che riguardano la Forleo e la sua denuncia di pressioni alla stampa, poi ripetuta a Palazzo de’ Marescialli il 4 ottobre. Dichiarazioni spontanee che sarebbero non solo «insussistenti», ma «lesive della magistratura», secondo la Vacca. Dichiarazioni che avrebbero determinato una situazione «sconcertante» negli uffici milanesi. E che consiglierebbero l’allontanamento del gip. La Forleo ha tirato in ballo lo stesso Procuratore generale Mario Blandini, che le avrebbe riferito di una telefonata in Procura di D’Alema, preoccupato della divulgazione di brani delle intercettazioni con giudizi poco lusinghieri su compagni di partito, come Fassino. Per utilizzare quelle intercettazioni il gip aveva chiesto il via libera alle Camere e molto è finito sui giornali. Blandini ha poi smentito, mentre avrebbe rettificato le circostanze Ferdinando Imposimato, che per la Forleo l’ha messa in guardia da pressioni sul Pg della Cassazione, Mario Delli Priscoli, per fargli aprire contro di lei un procedimento disciplinare. L’ex magistrato avrebbe precisato al Csm che fu la Forleo a sollecitare l’incontro e che lui le avrebbe prospettato soltanto delle ipotesi. Fatto sta che il 27 novembre il Pg ha contestato al gip milanese l’ordinanza con cui chiese alla Camera l’autorizzazione per telefonate tra parlamentari e alcuni indagati nell’inchiesta Bnl-Unipol, ritenendola «abnorme» per il giudizio «anticipato», «non dovuto» ed «espresso in termini perentori», nei confronti di D’Alema, Fassino e Nicola Latorre, che non erano indagati.

Quanto influirà tutto questo sull’inchiesta di Brescia sulle denunce di pressioni della Forleo? «Il nostro problema - dice tagliente Vacca - è riportare la serenità negli uffici di Milano. Non possiamo preoccuparci dell’impatto che la nostra decisione avrà. A noi non interessa il merito, ma capire la situazione. Il comportamento del gip è devastante per la magistratura». E, ancora assimilandola a De Magistris: «Si tratta di figure negative».
Oggi la prima commissione preciserà i capi di contestazione contro la Forleo e stabilirà se è incompatibile con Milano o anche con la sua funzione di gip. Aprirà poi una nuova istruttoria e la riascolterà, questa volta accompagnata dal difensore. E nella stessa giornata si occuperà di De Magistris.