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Jungo: l'alternativa della pulce

di Manuel Zanarini - 04/12/2007

 

 

 

Jungo( parola di fantasia che mischiando latino, inglese ed italiano vuol dire trasporto giovane, innovativo ed alternativo) è il nome di un progetto mirato a ridurre drasticamente il numero di autovetture sulle strade italiane.

L’idea è quella di instaurare un sistema di spostamenti ispirato alla pulce. Questo ingegnoso animaletto, per spostarsi, usa parassitariamente gli altri, quando il “trasportatore” cambia itinerario, ne sceglie un altro.

Allo stesso modo dovremmo comportarci noi umani. In pratica ridare slancio al vecchio autostop, ma con nuove regole per garantirne la sicurezza, l’economicità e la fruibilità.

Per fare un esempio, se io da casa mia volessi andare a lavorare, mi recherei in strada con la “carta di riconoscimento Jungo”, lì al passaggio di un guidatore affiliato verrei caricato e portato a destinazione, o comunque nei paraggi. Rispetto al vecchio autostop, ora si è più garantiti, perché avendo un tesserino si è controllati, anzi vi sono tre tipi di controllo: la carta assicura che il possessore non ha precedenti penali; i al momento del passaggio esiste un numero verde per ulteriori verifiche; infine si lascia un feedback, sul genere e-Bay, affinché i trasgressori vengano puniti o espulsi.

Affinché un sistema possa funzionare ci deve essere un ritorno economico, oggi come oggi senza un guadagno economico è difficile convincere le persone. Per questo Jungo stabilisce delle tariffe prefissate che il “caricato” deve versare al “trasportatore”, in parte fisse ed in parte a chilometraggio. Così facendo chi comunque farebbe il tragitto da solo risparmia e chi si fa caricare versa un contributo comunque tendenzialmente minore alle spese che dovrebbe affrontare da solo (benzina, usura dell’autoveicolo, stress, ecc.).

Affinché il sistema funzioni e non comporti tempi di attesa eccessivi, devono aderire un numero congruo di cittadini, quella che l’associazione definisce la massa critica. Secondo un loro calcolo è sufficiente l’1% della popolazione residente sul territorio per avere dei tempi medi di attesa di 5 minuti. Tutto sommato non percentuali assurde e tempi di attesa sopportabili.

Bisogna dire che progetti simili sono già in funzione, ma non prendono piede. La causa del loro fallimento non sta nell’idea di fondo, bensì nelle realizzazioni pratiche.

Per esempio il car-pooling, condivisione dell’auto tra colleghi, è troppo vincolato rispetto al tragitto: cosa succede se i colleghi provengono da zone diverse della città?

Ancora, abbiamo il car-sharing, l’auto è di proprietà di un’agenzia o di un ente pubblico e la si affitta solo per quello spostamento. Anche qua troppi vincoli: orario e luogo del ritiro fisso, giorno prefissato, ecc.

Insomma questi progetti non consentono una fruibilità agile e flessibile, due requisiti necessari per un sistema di trasporto funzionale.

In concreto, Jungo rappresenta un modo di ridurre il traffico, quindi inquinamento e stress, garantendo comunque la celerità dei trasporti e, anzi, favorendo una maggiore socialità, visto che si può facilmente aumentare la conoscenza di persone caricandole in auto.

Non so se funzionerà mai, ma mi domando se è mai possibile che lo Stato e i Comuni, come soluzione al traffico congestionato, pensino solo a multe, limitazioni o sistemi iper-burocratici e non diano mai libertà alle persone?

 

 

 

P.S.: per maggiori informazioni visitate: www.jungo.it