“Esaminiamo la realtà dei fatti: cito a caso uno dei “big five” nel settore del giornalismo scientifico, il New England Journal”, è finanziato per il 74% dall’industria farmaceutica. Ecco allora il vero problema: l’etica nelle ricerche. Perché non iniziamo a pubblicare anche le ricerche che hanno dato esito negativo, che sono la stragrande maggioranza?”
dottor Paolo Roberti, primario di Psichiatria, coordinatore del Comitato medicine non convenzionali.
“Ho la netta sensazione che non ci si renda pienamente conto di cosa implichi somministrare psicofarmaci stimolanti ad un bambino di 5 o 10 anni, del tipo d’impatto sul suo metabolismo, sul sistema ormonale, sul suo sistema nervoso in via di sviluppo” “Luigi Cancrini, psichiatra, Commissione parlamentare sull’infanzia”.
Dobbiamo dire subito che il programma, partito segretamente dalle centrali multinazionali, è stato prontamente individuato in tutto il mondo, specie negli Usa, dalle forze di resistenza contro la globalizzazione. Sono stati scritti molti libri e moltissimi articoli. Si sono costituite molte associazioni. Genitori associati, in America, in Europa ed anche in Italia, sono riusciti a bloccare medici scolastici, assistenti sociali, insegnanti vari, che tentavano di imporre la “droga ufficiale” ai bambini. E tuttavia, il progetto prosegue in tutto il mondo senza la possibilità di un contrasto capace di fermarlo. La dimostrazione è stata data proprio dal convegno svoltosi nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio, peraltro gremita di pubblico, nel convegno di martedì 20 novembre. Ciò che a noi interessa evidenziare, per lettori che presumibilmente conoscono il problema, perché se n’è a lungo discusso, è proprio la forza coercitiva che un progetto elaborato dietro le quinte del potere finanziario globalista riesce ad esercitare nelle società cosiddette civili. In realtà, le società sottomesse al sistema mondiali sta, non riescono a trovare in se stesse la forza di reagire, perché la frammentazione delle professionalità coinvolte, con i loro interessi individuali e corporativi, non consente l’unione necessaria e sufficiente per contrastare questi progetti di dominio globale che sono stati programmati in sedi ove si conosce e prevede a menadito lo sviluppo “automatico nelle società complesse” dei semi gettati in terreni disgraziatamente molto fertili. Com’è dimostrato dalle due dichiarazioni molto chiare che ho riportato sotto il titolo di quest’articolo, rilasciate da personalità scientifiche note ed influenti presenti nel Parlamento, le quali però non vanno oltre l’esternazione di un formale e verbale “dissenso” nei confronti di un progetto già da qualche tempo operativo e come dimostrato anche dal fatto che, mentre per altre e frequenti manifestazioni che dovrebbero interessare la sanità è da sempre in vigore il sistema del rinvio e della dilazione, per quest’argomento sono stati previsti dei “protocolli” che devono essere utilizzati per censire e schedare i bambini “bisognosi di cure”. Questi centri di smistamento dovrebbero essere 120 e ne sono in funzione già quaranta. Tant’è che nella sola Lombardia sono a “rischio di cura” la bella cifra di 10.000 bambini. Inutile ricordare i trattamenti forzati a base d’iniezioni d’amfetamine praticati nell’Unione Sovietica di buona memoria contro i dissidenti politici. Il principio è sempre lo stesso, e riguarda le ideologie e le religioni. (La psichiatria è un’ideologia). Identificata una categoria di possibili eretici, questi sono selezionati su una base di “protocolli ideologici” ed affidati ad “esperti” che possono essere teologi, ideologi o psichiatri, i quali, per il semplice fatto di essere posti in condizione di giudicare altre persone secondo gli schemi istitutivi dei “protocolli”, non possono che inserire le vittime all’interno di una logica che ne seziona la personalità in tanti frammenti. Ovvio aggiungere che nel caso dei bambini, si tratta di un “prelavaggio” selettivo che non ammette dubbi: chi dimostra agilità mentale, vivacità di pensiero, capacità creative, deve essere subito “lobotomizzato”. Il convegno di cui diamo notizia si è svolto in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia, in collaborazione col Comune di Roma, la prima cattedra di Psichiatria della Sapienza diretta dalla prof. Emilia Costa, dall’associazione “Giù le mani dai bambini www.giulemanidaibambini.org”, consorzio per la farmacovigilanza in età pediatrica, composto di 170 fra enti ed associazioni, fra cui 10 università, (oltre 250.000 addetti ai lavori concordano con le linee d’azione dell’associazione e tuttavia le cose restano com’erano).
Il Comunicato stampa
Bambini iperattivi, psicofarmaci con estrema disinvoltura. Italia: tra i bimbi diagnosticati, 83% in terapia con psicofarmaco (fonte Istituto Superiore di Sanità). Inghilterra, 18%, Usa 32%. Da 81.000 a 162.000 bambini a rischio (1-2% della popolazione fra gli 0-14 anni), più di 17 volte la produzione industriale di molecole psicoattive per infanzia nel mondo negli ultimi 15 anni; più di 100% di prescrizione in 50 paesi, tra cui Belgio, Germania, Inghilterra, Irlanda, Olanda, Norvegia, Spagna (fonte: International Narcotic Control Board dell’Onu). L’allarme è stato lanciato da William Carey, cattedra di Pediatria Clinica Università Pennsylvania, Accademia delle Scienze Usa, nel convegno “Bambini diversamente vivaci”, organizzato sotto l’alto patrocinio del presidente del Parlamento europeo. “Negli ultimi quindici anni, dichiara il prof. Carey, la produzione di Ritalin, l’amfetamina che è data ai bambini “troppo agitati” è aumentata di ben 17 volte. Da noi, negli Usa, solo per l’iperattività sono somministrati questi psicofarmaci ad oltre quattro milioni di bambini e ragazzi. I criteri diagnostici per definire l’iperattività, sono a tal punto vaghi ed inesatti, che molti bambini normali sono inclusi nelle diagnosi e messi in cura con psicofarmaci: il problema è che questi criteri sono esattamente quelli che voi riprendete ed utilizzate in Italia”. Ma non è tutto. In un altro comunicato stampa del 15 novembre scorso, inviato da “Giù le mani dai bambini”, è documentato che il convegno svoltosi nello stesso 15 novembre presso l’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’associazione che promuove l’uso di psicofarmaci sui bambini, l’ufficio stampa che ha promosso l’evento è l’agenzia di pubbliche relazioni di Novartis e di Pfizer, la due aziende che hanno il brevetto dei prodotti in questione. Fortunatamente ci sono state dure prese di posizione dalle commissioni Sanità di Camera e Senato, che hanno chiesto una verifica sull’ISS. Si tratta d’inchieste aggiungiamo noi, che cadranno nel vuoto, perché sappiamo bene dove vanno a finire i soldi delle multinazionali del farmaco.
Conclusioni
Se ad un convegno di questo tipo partecipano professionisti integrati nel sistema sanitario, pubblico o privato che sia, il discorso cade sempre dentro il gran calderone della consulenza professionale. Si discute dei dati della cosiddetta letteratura, si contestano le cifre (in questo caso si tratta di cifre d’abominio), si portano esperienze professionali private o degli istituti d’appartenenza. Ma non si denuncia mai l’origine del fenomeno. Questo non deve apparire. Stonerebbe in un quadro apparentemente idilliaco nel quale alcuni “esperti” discutono amabilmente di questioni tecniche.
Invece in questo, come in altri casi, dietro c’è un progetto. C’è il progetto intossicativo delle multinazionali dietro alle quali, come sappiamo, c’è un programma di dominio globale sui corpi, sulle menti e sulle coscienze. Il marketing delle multinazionali è la forma, (un’estetica, se vogliamo) con cui si esprime e si plasma la società. Il marketing è un sistema complesso per cui, ad esempio, i bambini che noi prendiamo in considerazione vengono ipernutriti con prodotti dell’industria alimentare reclamizzata ossessivamente attraverso i Media. La prima conseguenza di quest’ipernutrizione è proprio un’iperattività spiegabilissima non solo con la sedentarietà forzata, ma anche con le suggestioni televisive che senza posa sono propinate ai bambini.
L’esempio del Lago Vittoria Negli anni sessanta, nel lago Vittoria fu introdotta a scopo di studio “scientifico” una nuova specie ittica. Il risultato fu che il pesce persico del Nilo, oggi esportato in tutto il mondo, in breve tempo provocò l’estinzione di quasi tutte le razze ittiche locali. Enormi cargo ex sovietici atterrano ogni giorno nella zona per caricare il pescato e scaricare kalashnikov e munizioni per le innumerevoli guerre dimenticate che si combattono nel cuore del continente nero. Anche in questo caso, le multinazionali del cibo e quelle delle armi si sono dimostrate alleate (in realtà hanno la stessa matrice) contro tutto il mondo e la scienza, coi suoi “esperimenti” è loro complice.
|