Gli imprenditori italiani che utilizzano legno e derivati per la produzione di carta e di pannelli in truciolare sono fortemente preoccupati per la carenza di materia dovuta al diffondersi dell'uso delle biomasse legnose come fonte di energia.
A decine, in tutt'Italia, si stanno realizzando centrali termoelettriche alimentate con residui legnosi e questa proliferazione è giustificata dai generosi incentivi pubblici dati all'elettricità prodotta con queste fonti, grazie al perverso meccanismo dei certificati verdi.
"Se l'obiettivo degli incentivi è quello di ridurre la produzione di gas serra e risparmiare energia da fonti fossili, logica vorrebbe che questi incentivi andassero alle aziende manifatturiere che producono beni durevoli a base di legno" spiega Federico Valerio dell'Istituto tumori di Genova. "In questo caso l'anidride carbonica che le piante hanno assorbito dall'atmosfera resterà intrappolata, sotto forma di lignina e cellulosa, nel manufatto per tutta la sua vita operativa, di solito molto lunga.
Anche il bilancio energetico è a favore della produzione di manufatti in legno, attività a bassi consumi ed energeticamente in equilibrio grazie alla possibilità di usi energetici dei propri scarti".
Per questi motivi le industrie dei pannelli e quelle della carta chiedono che sia data priorità all'utilizzo del legno in termini produttivi anziché incentivarne l'incenerimento, interrompendo gli incentivi e le sovvenzioni per lo sfruttamento energetico del legno. Il settore comprende 277 aziende con 36.000 addetti.