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L'equilibrio

di G. Paris - 10/12/2007





 

Afrodite però è astuta,
e anche attraverso un velo
o un triste abito monastico
si intravede pur sempre un portamento



Il fascino di Afrodite testimonia di un meraviglioso equilibrio tra la bellezza della natura, che il suo corpo nudo manifesta, e quella della cultura, espressa dal suo talento nel ricorrere a tutte le raffinatezze dell'arte per aggiungere splendore a splendore. Questo equilibrio è però una dialettica costante tra due poli, ognuno dei quali, se considerato senza l'altro, non ha in sé potere afroditico.

A un estremo abbiamo il desiderio delle belle vesti, dei gioielli, dei profumi e dei cosmetici che, da soli, mascherano la naturalezza del corpo e la sua istintività, trasformando la persona in una bella indossatrice. Dove non c'è spontaneità nei movimenti naturalezza nell'espressione delle emozioni, la femminilità vera si eclissa.

Al polo opposto troviamo la negazione della cura estetica, l'esibizione di una nudità che vuole (e riesce a) depotenziare la sessualità. Quando le giovanette spartane eseguivano nude i loro esercizi ginnici, l'esibizione di quella nudità esprimeva una amazzonica tendenza alla militarizzazione. Privata di eros. questa nudità non e certo afroditica, appartiene piuttosto all’atletismo di Artemide. L’agile Dea dalla corta tunica e dal passo marziale.

G. Paris

Dal libro “La rinascita di Afrodite”