Psicofarmaci e conflitto d'interessi
di Manuel Zanarini - 11/12/2007
Un problema che non rientra mai nei dibattiti politici italiani è quello del conflitto d’interesse tra esperti al soldo delle case farmaceutiche che contemporaneamente svolgono funzioni di consulenti all’interno di enti pubblici.
Negli USA, la Food and Drug Administration, il massimo organo di controllo sanitario del paese, ha appena approvato un provvedimento che vieta a specialisti, che ricevano più di 50.000 dollari dalle case farmaceutiche, di partecipare ai comitati consultivi sui casi che coinvolgano le ditte a cui sono legati. Mentre chi guadagna meno di 50.000 dollari può parteciparvi ma senza diritto di voto.
Contemporaneamente, si sta combattendo una causa affinché la multinazionale Ely Lilly sia costretta a disvelare dei documenti che ha occultato, i quali dimostrerebbero l’uso illegale del medicinale Zyprexa.
Infatti, secondo la legge statunitense, la FDA approva non solo un medicinale, ma indica espressamente anche in quali casi va somministrato. Il Zyprexa è un antipsicotico approvato solo per la schizofrenia e il disturbo bipolare, ma che attualmente viene prescritto per moltissimi problemi, soprattutto ai bambini. Questo sarebbe frutto di una massiccia campagna di marketing, chiamata “Viva Zyprexa”, che convince i medici a prescriverlo con grande facilità, tanto che secondo un’indagine compiuta in Florida nel 2006 i casi di pazienti curati con questo potente psicofarmaco sono raddoppiati in solo 5 anni (da 9.500 a oltre 18.000 casi).
Questa situazione ha portato circa 20.000 di persone negli USA, secondo il New York Times, ad assumere lo Zyprax senza essere informati delle terribili controindicazioni: diabete, chetosi e pancreatine.
Anche in Inghilterra il caso “psicofarmaco facile” è già scoppiato.
Il Dott. Spitzer, lo psichiatra che tra il 1970 ed il 1980 individuò il deficit attentivo (ADD) da cui deriva l’ADHD, ha dichiarato alla BBC2, nel corso di un programma intitolato “The trap” (la trappola), che in questi anni centinaia di migliaia di bambini curati con gli psicofarmaci sono quasi certamente sani, e che i loro disturbi sono dettati da normalissimi periodi di allegria e tristezza.
Lo speciale televisivo mostrava come la spesa sostenuta dal Servizio della Sanità Inglese (NHS) legata a medicinali contro la AHDH sia triplicata in 5 anni, dal 1999 al 2003, arrivando alla quota di 12 milioni di Pound, circa 16.800.000 Euro!!! Direi un bel business per le multinazionali!
Questo nonostante le linee guida originali del NHS consigliassero estrema prudenza nella somministrazione degli psicofarmaci a cuasa di riturbi cardiovascolari, allucinazioni e pensieri suicidi. Il risultato è che da quando il Ritalin è stato introdotto nel Regno Unito sono già 9 i morti documentati.
Cosa succede in Italia?
Secondo un indagine de L’Espresso, nel 2006 le prescrizioni di antidepressivi sono aumentate del 8% rispetto al 2005 e quelle in età pediatrica sono doppie rispetto al 2000, per un valore di mercato di 650 milioni di euro!
Secondo il Prof. Corrado Barbui, psichiatra presso l’Università di Verona, oggi vengono consigliati per tutto, dagli attacchi di ansia fino all’obesità, e i 2/3 delle prescrizioni provengono dai medici di famiglia, che certamente non hanno conoscenze specifiche e ricevono continuamente visite da informatori scientifici prezzolati dalle case farmaceutiche.
Questa notizia fa il paio con la recente conferenza stampa tenuta dall’Associazione Famiglie ADHD, favorevole alle cure a base di psicofarmaci, tenutasi presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
E’ emerso che la portavoce di questo gruppo è Chiara Galliani, la quale lavora per la Ketchum, un’agenzia internazionale di Pubbliche Relazioni e strategie di media che in diversi Paesi promuove l’immagine della Novartis, produttrice del Ritalin, e della Eli Lilly, di cui abbiamo già parlato.
Oltre a svalutare completamente i dati forniti in questa occasione, la cosa grave è che un ente pubblico permetta a due multinazionali già sotto la lente dei controlli statali in altre Nazioni di tenere conferenze stampe nei suoi uffici legittimandone le posizioni commerciali.
Sperando che il Governo si adoperi per prevenire pericolosi conflitti d’interessi, allontanando da incarichi pubblici consulenti compromessi con le cause farmaceutiche, le speranze di tutela della sanità pubbliche sono riposte in una Commissione d’inchiesta del Senato, che sta indagando sui rapporti tra case farmaceutiche e membri dell’ISS.
C’è da augurarsi che agiscano prima di arrivare a contare 9 bambini deceduti per il Ritalin come in Inghilterra.