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Energia eolica: rivoluzione in Gran Bretagna

di Geoffrey Lean, Brian Brady, Jonathan Owen - 11/12/2007





 

La Gran Bretagna si avvia a una rivoluzione nel settore dell'energia eolica, per produrne tanta da alimentare ogni abitazione del paese, sarà annunciato ufficialmente domani.

The Independent on Sunday ha appreso come, in una netta inversione di tendenza, il responsabile per le Attività Economiche John Hutton annuncerà l'apertura dei mari che circondano la Gran Bretagna alle wind farm in quello che sarà il più grande piano per le energie rinnovabili. Solo qualche settimana fa, opponeva resistenza a una maggiore espansione delle energie rinnovabili, che avrebbero interferito coi programmi di realizzazione di nuove centrali nucleari.

Una rivelazione che chiude una settimana senza precedenti nella battaglia al cambiamento climatico in Gran Bretagna e Stati Uniti. Mercoledì e giovedì negli Usa sono state approvate dal Congresso norme per sostenere le energie rinnovabili sia in campo elettrico che nei combustibili per auto, a tagliare le emissioni di gas serra. In contemporanea all'incontro di 190 nazioni a Bali, Indonesia, per negoziare quella che viene considerata la “ultima possibilità” per il mondo di evitare i peggiore effetti del cambiamento climatico.

Ieri centinaia di migliaia di dimostranti sono scesi in piazza in 86 paesi di tutto il mondo a chiedere che si agisca con urgenza, dopo l'incontro di Bali. Molte migliaia di militanti sono sfilati sotto una pioggia torrenziale per raggiungere l'ambasciata Usa. Su alcuni cartelli l'immagine del presidente George Bush e la scritta “ Ricercato per crimini contro il pianeta ”.

L'annuncio di Hutton, che avverrà domani in occasione di una conferenza a Berlino, indicherà alcune localizzazioni in acque britanniche, per centrali eoliche sufficienti a produrre 25 gigawatt (Gw) di elettricità entro il 2020, in aggiunta agli 8 Gw già programmati: abbastanza per rispondere ai bisogni energetici di tutte le abitazioni del paese.
Significa, che nel giro di soli otto anni, il settore eolico offshore avrà il doppio delle dimensioni rispetto a quello di qualunque altro paese del mondo.

Una mossa che ci pone sulla buona strada per raggiungere il difficile obiettivo Ue, di ricavare il 20% dell'energia del paese da risorse rinnovabili entro il 2020. Però soltanto sei settimane fa, il dicastero di Hutton, invece di tentare di raggiungere l'obiettivo, cercava di eliminarlo.

In una nota confidenziale, si avvertiva Gordon Brown che si trattava di un obiettivo costoso, e che comportava “gravi difficoltà pratiche”. Si proseguiva avvertendo come così si sarebbero ridotti “gi incentivi a investire in altre tecnologie, come l'energia nucleare”.

Ma il Primo Ministro ha scavalcato Hutton, ribadendo nel suo primo discorso di stampo ambientalista da quando è in carica, lo scorso mese, che gli obiettivi sarebbero stati mantenuti e rispettati. Ora, il ministro per le Attività Economiche domani annuncerà anche l'istituzione di un comitato da lui presieduto per individuare i modi per farlo.

Entro il 2020 si potrà generare dagli impianti al largo energia sufficiente ad alimentare l'equivalente di tutte le abitazioni britanniche ” dovrebbe dichiarare Hutton in un discorso sul settore energetico in Europa a Berlino. “La sfida per il settore e per il governo è di trasformare questo potenziale – nell'energia e nell'economia – un una realtà dai costi sostenibili. Sarà questa la maggiore difficoltà”.

L'annuncio rappresenta il primo passo per mettere in pratica la rivoluzione eolica offshore , che probabilmente incontrerà molte meno opposizioni ambientaliste di quanto non accada con la costruzione di impianti in terraferma. Una volta individuate le localizzazioni, le compagni redigeranno i propri progetti, da sottoporre poi all'approvazione del ministero di Hutton e di quello per l'Ambiente, l'Alimentazione e i problemi Rurali.

Sinora a impedirlo c'erano due cose: individuazione dei luoghi, e certezza che gli impianti si sarebbero potuti collegare alla rete nazionale. Sinora si è risolta la prima.

Ieri Maria McCaffery, massima responsabile della British Wind Energy Association, ha salutato il fatto come “passo decisivo”. E ha aggiunto: “Accogliamo con piacere l'impegno del governo a porre solide basi per l'energia eolica, e promuovere un ruolo leader nel settore per la Gran Bretagna”.

Nota: Massimo D'Alema ci resterà male, dopo le recenti dichiarazioni vagamente possibiliste sulla ripresa del nucleare in Italia. A quanto pare nemmeno chi ce l'ha già ci crede più molto, sia nell'affidabilità che nella effettiva natura “rinnovabile” (e le scorie?). Il testo originale di questo potenzialmente esplosivo articolo, anche sulle pagine di Mall_int, sezione Environment (f.b.)
di Geoffrey Lean, Brian Brady, Jonathan Owen - da The Independent on Sunday.
Scelto e tradotto per Megachip da Fabrizio Bottini