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Tempesta di fuoco sui cieli d'Europa (I bombardamenti strategici sulle popolazioni civili)

di Daniel W. Michaels - 11/12/2007

 

Tempesta di fuoco sui cieli d'Europa. Il martirio di Dresda

Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono oggi impegnati nella “guerra al terrorismo”. Ma il terrorismo non è un nemico identificabile. Un terrorista può benissimo essere per altri un combattente per la libertà. Piuttosto, il terrorismo è una tecnica di guerriglia che usa armi non convenzionali e spesso infide contro le quali misure difensive sono spesso inutili. Quasi ogni clan, tribù o stato ha fatto ricorso al terrorismo quando lo ha ritenuto utile per raggiungere i suoi scopi. Nella II guerra mondiale gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno usato il terrorismo nella guerra aerea per piegare la Germania. Fu considerato sotto la voce apparentemente lecita di bombardamento strategico, ma in realtà fu l’uso spietato di una tempesta di fuoco estesa a tutta la città per uccidere, terrorizzare e rendere senza casa quanti più Tedeschi possibili.

di Daniel W. Michaels

Anni prima che le bombe atomiche fossero disponibili per incenerire Hiroshima e Nagasaki, la RAF con il pieno consenso del Governo britannico aveva già sviluppato la sua propria tecnica di innescare una tempesta di fuoco, cioè il metodo di ridurre intere città ed i suoi abitanti in macerie e cenere. Sia le “tempeste di fuoco”, che esplosioni nucleari polverizzano indiscriminatamente le città-obbiettivo e bruciano e vaporizzano i suoi abitanti. Un “firestorm” ben pianificato, come fu sviluppato dai britannici, può uccidere più abitanti di un ordigno nucleare.

Gli Inglesi innescarono la prima tempesta di fuoco su Amburgo nel luglio 1943, proseguendo con bombardamenti simili su Kassel, Darmstadt, Pforzheim e Schwinemuende. L’ultima e più terribile fu quella su Dresda nel febbraio 1945.

La pianificazione di questa orrenda arma di distruzione cominciò nel 1918 ancor prima dello armi-stizio che segnò la fine di questa “guerra dei trent’anni” contro la Germania. Se la Prima Guerra Mondiale fosse durata fino al 1919, Winston Churchill avrebbe ordinato le incursioni di massa sulle città tedesche. Appoggiava la tecnica dei bombardamenti aerei chiamati “bombardamenti strategici”. I realisti, comunque, hanno chiamato questi bombardamenti “ciechi” “coperti” “di saturazione” o “a tappeto”, perché l’accuratezza richiesta per distruggere un obbiettivo preciso non era richiesta.

La guerra di stallo in trincea assolutamente inutile e sanguinosissima aveva convinto entrambi i contendenti, Gran Bretagna e Germania, della necessità di sviluppare una nuova strategia militare che avrebbe evitato gli scontri frontali e praticato una penetrazione che avrebbe mortalmente colpito il nemico nel suo territorio. La geografia determinò sostanzialmente il tipo di penetrazione strategica scelto. La Gran Bretagna, un’isola fuori dall’Europa senza vicini ostili (eccetto l’Irlanda, sotto dominazione britannica), scelse di sviluppare una flotta da bombardamento atta a devastare le città del suo nemico continentale, la Germania.

Su scala globale, il continente nordamericano potrebbe essere considerato “un’isola del mondo”, in quanto Stati Uniti e Canada non hanno vicini contigui ostili, eccetto Cuba e certi Paesi latino-americani. Come tale, forza navale ed aerei a lungo raggio sono fondamentali se la forza degli Usa deve essere proiettata in altre parti del mondo.

La Germania negli anni ’30, d’altra parte, essendo una potenza terrestre con vicini ostili sia ad Est cha ad Ovest, scelse di costruire carri armati e forze meccanizzate, nella certezza che fossero i mezzi più adeguati per assicurare una rapida vittoria (blitz-krieg). La Germania non costruì una flotta strategica di bombardieri, preferendo usare l’arma aerea (p.e. la forza degli Stukas in picchiata) per l’appoggio tattico delle forze di terra.

La precisione nel bombardamento era sempre stata un problema. Nell’agosto 1941, uno studio della RAF con fotografie aeree determinò che solo uno su tre bombardieri scaricava le sue bombe entro sei miglia dall’obbiettivo. Ancora peggio era il fatto che l’obbiettivo stesso fu definito come un cerchio con un diametro di 10 miglia. Di fatto, l’accuratezza nel bombardamento durante la guerra era così cattiva, che talvolta i Lancasters, Liberators e B-17 mancavano totalmente l’obbiettivo. In qualche occasione, le bombe in realtà cadevano su altri Stati (in Svizzera, per esempio). Poiché lo scopo principale era di uccidere più Tedeschi possibile, i “danni collaterali” non erano una vera preoccupazione. L’unico danno strategico che potesse verificarsi era di colpire una fabbrica di importanza vitale per l’industria bellica tedesca, distrutta per errore. Verso il 1943, gli Inglesi avevano sviluppato la guida radar “Oboe”, che tuttavia aveva un raggio operativo limitato. Gli Stati Uniti e presumibilmente anche gli Inglesi avevano anche il molto pubblicizzato “Norden bombsight”, ma il terrore paralizzante delle incursioni aeree che suscitavano le tempeste di fuoco lo rendeva superfluo.

Al fine di lanciare una campagna di bombardamenti efficace contro la Germania, la Gran Bretagna doveva per prima cosa sviluppare diverse tecnologie vitali. Per prima cosa si dovevano costruire bombardieri capaci di missioni andata-ritorno con il massimo carico di bombe; quindi munizioni adeguate (bombe incendiarie, spezzoni, razzi illuminanti), sistemi radar affidabili, campi d’aviazione, postazioni antiaeree ed altri sistemi di appoggio. In verità lo sviluppo e la costruzione di tali bombardieri ed altri sistemi tecnici iniziarono verso i primi anni ’30. Poco conosciute erano le indagini scientifiche intraprese per assicurare i migliori risultati dell’arma del bombardamento.

Quando la RAF accertò che le bombe incendiarie erano più efficaci delle bombe esplosive nel “cancellare” intere città, una scienza interamente nuova, lo studio sulla infiammabilità dei materiali, specialmente quelli da costruzione, ricevette un’attenzione particolare. Le città tedesche furono studiate per determinare la combustibilità del circondario. Quelle considerate possedere il più alto grado di infiammabilità furono indicate come bersagli per le bombe incendiarie. Al caso entrambi i tipi di bombe furono usate, ciascuno per scopi specifici: le incendiarie erano indicate per grandi agglomerati urbani, le esplosive per neutralizzare gli interventi di spegnimento degli incendi, per contrastare i rifornimenti alle città in fiamme, per impedire agli abitanti di fuggire, e per distruggere obbiettivi speciali (dighe, siti industriali, depositi di carburante, ecc).

Ironicamente, potrebbe essere stato un ufficiale tedesco, il colonnello Wilhelm Siegert, che nel 1927 pubblicò un articolo in una giornale di Berlino, che per primo escogitò l’idea del barbaro progetto che Winston Churchill portò a compimento.
Siegert scrisse:
“E’ possibile iniziare diversi focolai d’incendio in modo che i vigili del fuoco di una città non possano estinguerli tutti insieme; i semi della catastrofe sono piantati. Gli incendi individuali si fondono in un unico gigantesco incendio. L’aria surriscaldata spara in alto come una enorme ciminiera. Scorre furiosa a livello terreno creando una “tempesta di fuoco”, che riunisce tutti gli incendi in unico inferno (Friedrich, 91)”

Purtroppo, il colto ed avventuroso Winston Churchill si considerava un genio militare, cosa che la sua carriera macchiata di sangue testimoniava non essere. Durante tutta la sua carriera Churchill mostrò una strana affezione alla guerra e alle sue armi di morte (nucleari, biologiche, chimiche, meccaniche), quelle che devastavano maggiormente. Fin dalla guerra dei Boeri, Churchill, come corrispondente di guerra auspicava ed era in favore dell’uso di gas asfissianti, terra bruciata, campi di concentramento per donne e bambini boeri, ogni e qualsiasi cosa che distruggesse il nemico. Durante l’intervallo fra le due guerre mondiali, Churchill occupò posizioni nei ministeri coloniali e della guerra, dalle quali vedeva tutti i nemici dell’Impero britannico, se Crucchi, Curdi, Africani o Indiani o Iracheni, come tribù incivili che, come tali, dovessero essere trattate duramente per avere sfidato l’Impero. Con l’avvento della guerra aerea, la carriera dei capi del Comando bombardieri, Sir Charles Portal e Sir Arthur Harris si allineò a quella di Churchill. Durante le molte guerre coloniali nel Vicino Oriente, India ed Africa lungo gli anni ’20 e ’30, così come nella II G.M., i tre lavorarono insieme, irrorando di zolfo e pioggia di fuoco coloro che osavano opporsi al dominio britannico. Fu Portal, che precedette Harris come capo del Comando bombardieri, a firmare la Direttiva nel Febbraio 1942 che formalizzò la politica della RAF sui bombardamenti aerei.
Portal: “E’ stato deciso che l’obbiettivo primario delle vostre operazioni deve essere incentrato sul morale delle popolazioni civili nemiche ed, in particolare, degli addetti alle industrie. Suppongo che sia chiaro che gli obbiettivi principali devono essere le aree popolate, “non” per esempio, i cantieri navali o le officine aeronautiche. Ciò deve essere reso assolutamente chiaro se non è stato ancora ben compreso. (Friedrich, 70)”

Mentre Harris e Portal sono accusati di aver sviluppato ed usato l’arma dell’uragano di fuoco, essi, da militari di professione del mondo occidentale, seguirono le regole d’ingaggio dettate dalla guida politica dei loro Paesi, nella fattispecie Gb. e Usa. Dopo la guerra, il Maresciallo dell’Aria Sir Robert Saundby, vice di Harris durante la guerra, ed il generale Ira Eaker, comandante della ottava Forza Aerea degli USA in G.B., assegnarono la responsabilità del comando bombardieri a chi di dovere: Saundby: “Io non fui in alcun modo responsabile per la decisione di portare un attacco totale alla città di Dresda. E nemmeno lo era il mio Comandante in capo Sir Arthur Harris. Nostro compito fu di seguire, al meglio delle nostre possibilità, le istruzioni ricevute dal Ministero dell’Aria. E quest’ultimo trasmetteva semplicemente le istruzioni ricevute dalla più alta direzione della guerra (Irving,9).”
Ed il Generale Eaker: “Nessun comandante anziano americano mai sostenne una incursione terroristica contro le popolazioni civili in Europa. La politica dei bombardamenti, come tutte le decisioni militari, fu concordata dai capi dei Governi alleati: il Presidente Roosevelt, il Primo ministro Churchill ed il Maresciallo Stalin (Irving, 5)”

Dopo l’assunzione dell’incarico di Primo Ministro, Churchill nominò certo Frederick Alexander Lindemann (più tardi chiamato Lord Cherwell per i servizi prestati alla Corona) come consigliere scientifico. Sir Charles Percy Snow, fra gli altri, considerava Lindemann l’eminenza grigia dietro la campagna dei bombardamenti terroristici della RAF, indicando il consigliere scientifico di Churchill come un individuo dagli impulsi sadici radicati che lo portavano a distruggere le popolazioni tedesche ed uccidere donne e bambini” (verso il 1943 quasi tutti gli uomini tedeschi servivano sotto le armi e l’antiaerea era servita dai ragazzi delle scuole superiori).
Churchill si riferiva a Lindemann come “il lobo scientifico del mio cervello”. Il Professor Alex Natan, un altro rifugiato ebreo dalla Germania, condivideva la valutazione di Snow, e scriveva che l’odio che Lindemann coltivava per i Tedeschi era senza confini e che la distruzione della Germania era diventata la sua idea fissa. Natan accusava Lindemann di essere arrogante, uno snob d’alta classe, vendicativo e di idee ristrette nelle questioni sociali e politiche. “Socialmente”, Natan concludeva, “Lindemann e Churchill sono fatti l’uno per l’altro”. Churchill, cui non mancava mai la battuta pungente, esponeva le sue vedute sulla Germania molto chiaramente: “Ci sono 70 milioni di malvagi Unni, alcuni dei quali sono curabili e gli altri da uccidere” (Frey, 62).

Uno degli scienziati in vista che parteciparono allo sviluppo della tecnica del “firestorm” fu il prof Solly Zuckerman, un primario sudafricano, capo della “Extramural Unit” alla Università di Oxford. Usando l’esperienza guadagnata negli studi sulle scimmie, unclusi gli scimpanzè, ed altri primati, Zuckerman, unitamente col professor P.M.S. Blackett, si specializzò nell’accertamento della efficacia (kill rate) delle bombe incendiarie ed esplosive sui civili tedeschi.

In seguito alla formale entrata in guerra degli Stati Uniti, tutte le risorse della USAAF, compreso il personale scientifico, iniziarono a lavorare insieme con la RAF nello sviluppo della tempesta di fuoco. Uno degli scienziati preminenti nella ricerca,l’architetto Eric Mendelsohn, era un rifugiato dalla Germania. I capi alleati, irritati dal fatto che tutti i tentativi di incendiare Berlino fallivano causa la natura estesissima della città, nonostante la massa di bombe sganciata su Berlino fosse più o meno uguale a quella su Amburgo, si rivolsero a Mendelsohn affinché riproducesse un facsimile delle periferie operaie ove le case erano addossate le une alle altre e più facili da incendiare, nel Dugway Proving Ground nell’Utah. Fra maggio e settembre 1943 incursioni sperimentali furono effettuate sui plastici di Mendelsohn, per provare e migliorare l’effetto delle bombe incendiarie.

Eppure, Berlino “si rifiutò” di incendiarsi. In effetti, Berlino fu conquistata dall’Armata Rossa “casa per casa”. Tuttavia, gli esperimenti di Mendelsohn furono utili contro il Giappone. Un aiuto allo sforzo degli alleati di incenerire il nemico fu lo sviluppo del napalm più tardi durante la guerra.

Lavorando congiuntamente con lo specialista di guerra chimica Emanuel Hershberg, il chimico Louis Frederick Fieser, all’epoca professore a Harvard, giustamente merita il titola di “padre della bomba al napalm”. Fieser fu uno degli scienziati americani che rispose all’appello del comitato nazionale Ricerche della Difesa (NDRC) nel Luglio 1940, 18 mesi prima che gli SS.UU. entrassero formalmente in guerra, per partecipare allo sviluppo di armi “per la difesa del mondo libero”.
Capi del NDRC furono Vannevar Bush del Carnegie Institute e James Conant, presidente di Harvard. Conant fu in seguito nominato primo Alto Commissario nella Germania occupata ed ancora più tardi primo Ambasciatore degli SS.UU. a Bonn. Per quanto sviluppato troppo tardi per essere adoperato contro la Germania, il Napalm fu usato copiosamente nel teatro del Pacifico.

Con la conoscenza acquisita da questi studi scientifici e l’esperienza guadagnata bombardando gli insorti in varie colonie britanniche, in specie Iraq e India, la RAF introdusse nel periodo fra le due guerre la tecnica di polizia aerea nei territori occupati, che è stata usata dalla USAAF nella stessa area. Quando gli Inglesi applicarono la tecnica di “sorveglianza aerea”, essi ne parlavano come “polizia aerea di nemici semi-civilizzati”. Durante questo periodo, Churchill espresse dal ministero della Guerra il suo disprezzo per coloro all’interno ed all’esterno del Governo che si opponevano all’uso dei gas asfissianti contro gli insorti. Churchill diceva: “Non capisco questa svenevolezza sull’uso dei gas velenosi. Sono fortemente a favore dell’uso dei gas asfissianti contro tribù incivili” (Frey, 107).

Verso il 1943 gli ambienti scientifici avevano appreso che il modo migliore di creare un uragano di fuoco era sganciare gli esplosivi e le bombe incendiarie, accuratezza permettendo, su due obbiettivi prescelti, cioè 1) le periferie operaie ove le case erano costruite con materiali friabili addossate le une alle altre, e, 2) i vecchi centri storici dove edifici molto antichi stavano anch’essi molto vicini.
Naturalmente i centri urbani ospitavano anche gran parte delle chiese, librerie, archivi, centri culturali, musei. Gallerie d’arte ed edifici municipali – ma questo non sembrò una preoccupazione.
Siccome l’accuratezza non era una preoccupazione particolare nelle aree bombardate, i grappoli di bombe si spargevano in tutte le direzioni per miglia dall’obbiettivo. Nel caso delle periferie operaie, non soltanto ci si aspettava un “buon” incendio, ma il rateo di mortalità sarebbe stato alto. I grandi spazi fra le case nei circondari di condizione elevata non erano un obbiettivo utile.

Gli incendi iniziavano dal soffitto e bruciavano fino alle cantine. Durante la combustione il calore ambientale saliva fino ad insopportabili temperature, bruciando tutto ciò che era combustibile, oggetti di legno, mobili, stoffa, le riserve di carbone per il riscaldamento, ecc.), rilasciando monossido di carbonio nell’atmosfera. Masse d’aria erano risucchiate dalla strada agli incendi con la forza di un ciclone, abbassando la pressione dell’aria nelle cantine, espellendo fuori dall’aria l’ossigeno e rimpiazzandolo con fumo e monossido di carbonio. Anche mentre l’ossigeno veniva espulso per alimentare gli incendi, il cosiddetto “effetto iniettore” trasformava le cantine in “camere a gas”. I fumi velenosi che si elevavano come ciminiere dalla città ardente raggiungevano altezze di diverse miglia, creando una atmosfera esistente su pianeti lontani che non permette vita organica.

La massima parte dei decessi (70%) determinati dopo le incursioni, furono effetto dello avvelena-mento da monossido di carbonio; il rimanente dal calore vaporizzante, asfissia, inalazione di aria surriscaldata ed altri fattori. Quei tedeschi che cercavano rifugio negli scantinati, che offrivano buona protezione contro le bombe esplosive ma che venivano presto invase dal velenoso ossido di carbonio, avevano una scelta: rimanere negli scantinati e morire asfissiati o uscire e morire per il calore.

Convenientemente per il Comando bombardieri, una cattedrale facilmente riconoscibile o un’alta chiesa si ergeva alla vista al centro di gran parte delle città tedesche. Avvenne così che la chiesa di San Nicola ad Amburgo fu scelta come punto di riferimento per i bombardieri che attaccavano la città nella serie di incursioni dal 24 al 29 Luglio 1943. Chiamate “Operazione Gomorra”, le incur-sioni terroristiche furono considerate un grande successo al punto tale che furono replicate su altre grandi città. Da una popolazione di 1.500.000 persone al momento del [primo] attacco, circa 43.000 furono uccisi, in gran parte donne e bambini e 753.000 furono lasciate senza tetto in questo primo torrente di fuoco.

L’immane incendio distrusse otto miglia quadrate della città. Il rateo di vittime a cinque cifre in quella prima incursione fu più avanti ottenuto a Kassel, Darmstadt, Pforzheim, e Schwinemuende. Il più grande successo del Comando bombardieri tuttavia fu raggiunto a Dresda ove il numero di uccisi giunse a 135.000; oltre 400.000 furono i senza casa. L’uragano di fuoco devastò 11 miglia quadrate della città. Al momento dell’attacco, vi erano in città 800.000 persone. Dresda fu considerata un obbiettivo vergine - non era ancora stata bombardata. Per questo motivo le bombe prescelte furono incendiarie più che esplosive. Nell’ovest della città, la RAF e la USAAF usarono esplosivi.

Causa il fatto che al momento dell’incursione Dresda era piena di profughi della Prussia Orientale che fuggivano dinanzi alle truppe predatrici dell’Armata Rossa, decine, forse centinaia di migliaia – fu difficile determinare il numero dei Caduti. La popolazione normale della città si aggirava sui 650.000,ma si stima che ulteriori 250.000 profughi stavano in città al momento dell’attacco. La Crose Rossa Internazionale e diversi uffici governativi americani stimano 250.000 Caduti. Altri, incluso David Irving, pensano che le Vittime dell’attacco siano state 135.000 e 400.000 lasciate senza casa. Stimando bambini il 20% delle vittime, il raid può appropriatamente essere chiamato la strage degli innocenti.

Siccome Amburgo aveva rifugi antiaerei ed altre misure protettive contro gli attacchi aerei, il numero delle persone perite (43.000) fu molto più ridotto che a Dresda, CITTA’ APERTA.

L’incursione doveva intendersi come un impressionante messaggio a Stalin della forza aerea alleata quando l’Armata Rossa prese la città. Le stazioni ferroviarie che trasportavano i rifugiati verso l’Ovest ed unità militari verso l’Est, avrebbero potuto essere considerate obbiettivo militare. Tuttavia, le stazioni non furono seriamente danneggiate ed il servizio normale riprese dopo tre giorni dall’incursione.

Fu soltanto dopo Dresda, 90 giorni prima della fine della guerra, che Churchill si interrogò sulla opportunità di distruggere completamente la Germania: in tal caso, ragionava, sarebbe stato difficile ottenere riparazioni di guerra o qualsiasi cosa dalle rovine. Inoltre, egli, Franklin Delano Roosevelt e Stalin erano molto occupati nel decidere quali Tedeschi impiccare per crimini di guerra.

Nonostante la campagna alleata di bombardamenti ebbe gran successo nel ridurre gran parte delle città tedesche in macerie, uccidendo 300.000 persone, ferendone altre 700.000 e riducendo sul lastrico circa 5 milioni di Tedeschi, militarmente fu un fallimento totale. La produzione di guerra durante tutto il 1944 andò alle stelle e terminò quando gli eserciti degli “Alleati” occuparono fisicamente i siti industriali utilizzati per alimentare la macchina di guerra tedesca. Inoltre, decine di migliaia di piloti della RAF e della USAAF furono perduti nei loro sforzi per portare avanti gli ordini dei loro superiori in una strategia fallimentare. Ulteriori decine di migliaia di non-Tedeschi (prigionieri di guerra, lavoratori stranieri, internati dei campi di concentramento ed altri) persero la vita nelle incursioni. La campagna di bombardamenti era intesa anche per demoralizzare i Tedeschi. Invece, produsse odio contro Americani e Inglesi ed accostò vieppiù il popolo tedesco ai suoi capi,che lo avevano avvertito delle intenzioni degli Alleati.

Dopo la fine della guerra, gli Alleati diedero i territori orientali della Germania e la Prussia alla Polonia e all’URSS. La Germania centrale ed occidentale con i suoi milioni di senza casa dovette ricevere e assorbire 12 milioni di profughi che furono costretti a fuggire dai loro luoghi ancestrali nell’Est – vittime di una massiccia “pulizia etnica” di Tedeschi autorizzata dalle potenze alleate.

Note finali:
Secondo Roger Shlomo “Harris’ Jewish Science and Technology books: Personalities”, Lindemann lasciò la Germania con la moglie russa nel 1914 per divenire direttore della RAF Physical Laboratori. Durante la II G.M. divenne capo del British Scientific Intelligence. Gli viene accreditata la creazione del Clarendon Laboratory, Oxford ad un livello qualitativo molto alto per avere attratto molti scienziati ebrei dall’Europa.
Vedere www.jewish-sci-tech-books.com,
Per i suoi servizi alla Corona, Zuckermann fu dapprima creato barone e Pari di Burnham Thorpe. All’epoca della morte nel 1993, era stato creato Lord. Due dei suoi lavori sono “From Apes to Warlords” e “Monkeys, Men and Missiles”.
Fieser descrive i suoi sforzi bellici nel suo libro “The Scientific Method”

Tradotto da Alfio Faro

Tratto da The Barnes Review vol. XIII NR. 4 Luglio/Agosto 2007.