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CIA: la verità annegata

di Alessandro Ursic - 13/12/2007

Un ex agente della Cia rivela: negli interrogatori il waterboarding era una pratica approvata dai vertici
Gli Stati Uniti non torturano, ha detto il presidente George W. Bush alcuni mesi fa. Ma un'obiezione sentita spesso è stata: dipende da cosa si intende per tortura. Ora John Kiriakou, un ex agente della Cia, ha fatto luce sulla pratica del waterboarding, ossia il portare l'interrogato sull'orlo dell'annegamento con l'obiettivo di farlo parlare. La pratica non è mai stata ufficialmente ammessa dagli Usa. Ma Kiriakou ha avuto a che fare con un presunto terrorista nelle carceri segrete della Cia, e gli effetti del waterboarding li ha visti. Di più: durante il suo addestramento, quel trattamento l'ha dovuto subire lui in prima persona. Le sue rivelazioni sono giunte proprio nei giorni in cui Michael Hayden, l'attuale capo della Cia, rispondeva davanti a due commissioni del Congresso sulla distruzione dei video dell'intelligence relativi agli interrogatori condotti nel 2005.

Le rivelazioni. Nell'estate del 2002, in Pakistan, Kiriakou fu supplicato dal prigioniero Abu Zubaida di ucciderlo, soffocandolo con un cuscino. Zubaida era appena emerso da un coma, dopo essere stato catturato (e ferito quasi a morte) dalla polizia pachistana. “Abbiamo altre cose in mente per te”, gli disse l'agente della Cia. Zubaida fu trasferito in un carcere segreto, e Kiriakou non vide di prima persona come andarono le cose. Ma gli furono riferite: il prigioniero fu legato a una tavola, gli venne impedito di respirare tappandogli naso e bocca con il nastro isolante, e fu costretto a ingerire acqua. La sensazione di soffocamento arriva subito. Quando Kiriakou venne sottoposto a questa tecnica, non resistette per più di cinque secondi. Nel caso di Zubaida, ci vollero 35 secondi per crollare. Successivamente, ha rivelato Kiriakou, “fu come aver premuto un interruttore”. Zubaida – che è tuttora detenuto a Guantanamo – spifferò, a detta dell'agente della Cia fornendo informazioni che hanno consentito di prevenire alcuni attentati terroristici. Secondo Kiriakou, questa tecnica era stata approvata dai vertici dell'intelligence.

I filmati distrutti. Ora che non è più un agente della Cia, Kiriakou si è ricreduto: il waterboarding costituisce tortura, “e gli americani possono essere migliori”, ha detto ai giornalisti. Lo stesso concetto che ribadisce da sempre John McCain, uno dei candidati repubblicani alla presidenza nel 2008, nonché ex prigioniero di guerra in Vietnam: uno che la tortura l'ha provata sulla sua pelle. “Il waterboarding ti dà una confessione, ma non ti dà sempre la verità”, ha detto McCain commentando le rivelazioni di Kiriakou. Quanti casi di annegamento forzato ci siano stati non è chiaro, anche perché i video degli interrogatori Cia nel 2005 sono andati distrutti – nonostante diverse corti federali avessero ordinato di conservare i filmati di tutti gli interrogatori di presunti terroristi dopo gli attentati dell'11 settembre. Di questo ha dovuto rispondere l'attuale direttore Hayden, in due udienze a porte chiuse. Ma Hayden, in carica dal 2006, si è difeso dicendo che i filmati erano stati realizzati sotto la competenza dell'allora direttore George Tenet, e distrutti sotto il suo successore Porter Goss.