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Somalia, la seconda vita delle Corti islamiche. Gli insorti tornano alla ribalta

di Matteo Fagotto - 14/12/2007

Lo aveva anticipato proprio ieri il direttore del ministero della Sicurezza Nazionale somalo: le Corti islamiche si stanno riorganizzando, tanto che il governo somalo non controllerebbe che il 20 percento del territorio. I fatti di ieri, con 17 civili morti e 40 feriti a Mogadiscio a colpi di mortaio durante scontri tra insorti e truppe somalo-etiopi, sembrano dargli ragione. Secondo altri esponenti del governo, gli islamisti potrebbero ora contare su numerosi combattenti, anche stranieri, e su ingenti finanziamenti.

Un ferito trasportato al Medina Hospital di MogadiscioRiscossa. Secondo Sheikh Qasim Ibrahim Nur, il direttore del ministero, le Corti islamiche sarebbero in procinto di lanciare un pesante attacco nei confronti delle forze governative. Alle quali, sempre secondo Nur, sfuggirebbe il controllo di circa l'80 percento del territorio.
Ieri, un sito di informazione somalo riportava la notizia che un misterioso membro delle Corti islamiche avrebbe fatto recentemente visita al porto meridionale di Kismayo, incitando la popolazione alla rivolta contro il governo. Secondo la fonte, la città portuale sarebbe sostanzialmente sotto il controllo degli insorti, i quali avrebbero anche ammassato truppe nella zona del basso Jubba. Movimenti di truppe dei quali sarebbero a conoscenza anche le forze etiopi, che dallo scorso dicembre controllano sostanzialmente il Paese. Ma i militari di Addis Abeba preferiscono non attaccare per non aprire un altro fronte, visto che finora le migliaia di soldati etiopi fanno fatica a controllare anche solo Mogadiscio.

Mogadiscio. Le truppe etiopi sono state accusate dai civili di essere i responsabili delle vittime di ieri, attraverso il bombardamento indiscriminato di una zona del mercato Bakara. Accuse che più volte sono state mosse ai soldati di Addis Abeba negli ultimi mesi, ma che i vertici militari hanno sempre respinto.
La città, teatro di combattimenti ormai quotidiani da un anno a questa parte, è stata abbandonata da buona parte della popolazione civile, rifugiatasi nei campi profughi che circondano la capitale o dispersa nelle regioni centrali del Paese, che anche le agenzie umanitarie trovano difficoltà a raggiungere. Da Londra, dove è ricoverato per il consueto check-up fisico annuale, il presidente Abdullahi Yusuf predica però calma, smentendo la notizia della perdita di Kismayo. Ma le numerose fonti, anche governative, che danno in aumento le quotazioni delle Corti islamiche fanno pensare che la notizia sia molto più che una bufala.
Da Asmara, dove risiedono dall'inizio dell'anno i vertici delle Corti islamiche, non una parola di commento sugli ultimi eventi e sulle indiscrezioni. L'Eritrea, nonostante le smentite del governo, è stata più volte accusata di sostenere la lotta degli insorti somali, dando loro rifugio, armi e uomini. E se anche oggi Nur non ha specificato chi siano i finanziatori delle Corti, il pensiero della leadership somala corre subito all'Eritrea.