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Iraq, L'analfabetismo è in aumento fra i bambini rifugiati

di Hannah Allam - 14/12/2007

 


 

L'analfabetismo va diffondendosi rapidamente fra i bambini rifugiati dall'Iraq, con almeno 300.000 di essi che non frequentano la scuola nei Paesi nei quali le loro famiglie hanno cercato rifugio.

In Siria e in Giordania, operatori umanitari allarmati riferiscono che un numero crescente di bambini non è in grado di leggere e scrivere perché i genitori a corto di soldi li hanno ritirati da scuola per ridurre le spese. In molti casi, le famiglie sfollate possono permettersi di mandare a scuola un solo figlio, creando un gap doloroso fra i bambini istruiti e i loro fratelli e sorelle analfabeti, dicono gli operatori umanitari.

L'UNICEF, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia, sta iniziando un censimento per accertare le dimensioni del problema. Non c'è ancora alcun programma per affrontare la questione in termini generali. Gli operatori umanitari ammettono che lo sviluppo li ha colti di sorpresa, in parte perché l'Iraq un tempo vantava uno dei tassi di alfabetizzazione più elevati del Medio Oriente. La leggendaria sete di conoscenza degli iracheni è riassunta nel detto arabo: "Gli egiziani scrivono, i libanesi pubblicano, gli iracheni leggono".

"Stiamo scoprendo che molti dei partecipanti ai programmi per la gioventù da noi gestiti — un numero molto elevato, che a volte arriva al 30 % per classe — sono analfabeti o pressoché analfabeti", dice Jason Erb, vice direttore dei programmi di emergenza dell'ufficio di Save the Children in Giordania. Oltre 90.000 bambini iracheni, aggiunge, in Giordania non vanno a scuola.

"Nelle fasi iniziali di alcuni dei nostri programmi, ci aspettavamo che i bambini leggessero e scrivessero, quindi facevamo tutte queste attività che comportavano scrivere sulla lavagna a fogli mobili oppure far leggere ai bambini una storia modello", dice Erb. "Non lo sapevano fare".

A Damasco, insegnanti e professori iracheni hanno iniziato a offrire ripetizioni gratuite, in modo che i bambini iracheni recuperino gli anni persi a causa della guerra, ma stanno trovando molti più allievi di quanti possano accoglierne. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, in Siria, circa 250.000 bambini iracheni, attorno al 76 % della popolazione irachena in età scolare che si trova nel Paese, quest'anno non vanno a scuola.

"L'ultima volta che i miei bambini sono andati a scuola è stato nel 2003, proprio prima dell'invasione americana", dice Hanaa Majid, 32 anni, una rifugiata irachena a Damasco che non può permettersi di mandare i due figli a scuola. "Sanno leggere appena. Compro libri e cerco di insegnargli a casa, ma non è la stessa cosa. I miei ragazzi vedono gli altri bambini con gli zainetti addosso, che vanno a scuola, e chiedono perché non possono andarci anche loro".

L'istruzione è un punto di orgoglio per gli iracheni, i discendenti di una civiltà che ha inventato il cuneiforme, uno dei primi sistemi di scrittura al mondo.

Il tasso di analfabetismo in Iraq iniziò a salire durante gli anni 90', quando le sanzioni contro il regime di Saddam Hussein annientarono il sistema educativo. Nelle scuole mancavano libri di testo, matite, e altri materiali. Gli insegnanti erano talmente mal pagati, ricordano i genitori iracheni, che a volte offrivano voti migliori in cambio di mazzette per integrare i loro stipendi.

Dopo la caduta del regime di Saddam nel 2003, l'autorità di occupazione guidata dagli Usa destinò milioni di dollari per ricostruire il sistema educativo e le scuole dell'Iraq. Ma la rivolta non prevista ha reso inutile gran parte di questo lavoro. Con le autobombe che esplodevano vicono agli spazi per la ricreazione, e i combattenti che andavano in giro per i quartieri, molti genitori tenevano i figli a casa piuttosto che fargli rischiare la vita mandandoli a scuola.

Adesso, con la violenza in patria, e gli stenti economici per coloro che hanno cercato rifugio fuori dall'Iraq, l'istruzione è diventata un lusso che in molti non possono permettersi.

Perfino i bambini rifugiati che sono iscritti a scuola fanno fatica a stare al passo con dialetti arabi che non conoscono, dicono gli operatori umanitari. Anche il trauma di essere stati sradicati con la violenza dalle loro case e dai loro quartieri in Iraq riduce la loro capacità di apprendimento. Inoltre, la maggior parte dei bambini iracheni ha assistito ad azioni orribili di violenza o le ha vissute, dicono gli operatori umanitari.

"Un'intera generazione non sta avendo l'oppurtunità di ricevere un'istruzione", dice Sybella Wilkes, la portavoce delle Nazioni Unite per le questioni dei rifugiati a Damasco. "Nessuno ha preparato gli iracheni a essere rifugiati, a veder finire i propri risparmi. Per la prima volta in una generazione o più, la priorità è la mera sopravvivenza".

L'analfabetismo sta aumentando in modo rapidissimo fra gli iracheni che sono stati costretti a lasciare le proprie case, dicono gli operatori umanitari. Secondo le stime, 2 milioni di persone sono fuggite dalla strage confessionale all'interno dell'Iraq, e altri 2 milioni e mezzo hanno cercato rifugio in Siria, Giordania, Egitto, Libano, e altri Paesi.

Mentre le famiglie sfollate cercano di procurarsi cibo e un posto dove stare, dare una istruzione ai figli diventa difficile, persino in Paesi come Siria e Giordania, dove i bambini iracheni possono frequentare le scuole pubbliche pagando poco o niente, e le famiglie indigenti hanno diritto all'assistenza Onu con libri, divise scolastiche, e trasporti.

Molti genitori iracheni sono talmente poveri che non possono accollarsi i costi della scuola, specialmente quando in una famiglia ci sono parecchi figli. Inoltre, spesso i genitori contano sui figli più grandi perché aiutino a mantenere la famiglia facendo lavori occasionali e aiutando in casa. Solo 35.000 bambini iracheni sono iscritti alle scuole siriane; in Giordania, gli iscritti sono 20.000.

"Ho un figlio di 13 anni che non sa né leggere né scrivere", dice Azhar al Haidari, 47 anni, una irachena che può permettersi di mandare a scuola solo due dei suoi quattro figli a Damasco. "E' una cosa che mi distrugge. Dovrebbe iniziare dall'A-B-C, ma è troppo imbarazzato. Dice che è troppo vecchio per imparare adesso".

Haidari e il marito disoccupato contano sui loro figli, Bassam, di 13 anni, e Ayman, di 14, per guadagnare soldi facendo lavori occasionali per alcuni negozianti. Dopo le spese di casa, la coppia riesce a malapena a pagare i costi della scuola per le proprie figlie, Mary, 8 anni, e Inam, 11.

Haidari dice che Bassam è talmente geloso del fatto che le sorelle sanno leggere e scrivere che esce infuriato dall'appartmento se le vede coi libri.

"L'altro giorno, stavo controllando un dettato con le ragazze, e Bassam ha cominciato a urlarmi contro: 'Qual è la differenza fra me e un animale?' ", dice Haidari. "Lascia il lavoro su due piedi quando gli chiedono di riempire dei moduli. E' umiliato. Sente di non avere futuro".

McClatchy Newspapers
(Traduzione di Ornella Sangiovanni)