Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Petrodollari: the end

Petrodollari: the end

di Massimiliano Viviani - 15/12/2007

     

 

Active Image

Ormai è ufficiale: da qualche giorno l'Iran non accetta più pagamenti in dollari per la vendita del petrolio che produce. Lo dice lo stesso ministro del Petrolio, Gholamhossein Nozari: "Il dollaro non è più una moneta affidabile", evidentemente colpito dalle perdite che gli altri esportatori di greggio hanno subito negli ultimi tempi a causa della svalutazione della moneta americana. E il capo del governo Ahmadinejad va giù ancora più pesante: "E' un pezzo di carta senza valore" dichiara.
Non è una cosa nata improvvisamente: un mese fa un alto esponente del ministero aveva detto che quasi tutte le vendite di greggio iraniano erano ormai pagate con divise diverse dalla moneta statunitense. Da quasi due anni poi l'Iran stava riducendo le vendite in dollari, preferendogli valute più stabili come l'euro e lo yen.
Una vera e propria dichiarazione di guerra agli Usa. E accanto a decisioni certe come quelle iraniane, ci sono voci di altri Paesi che stanno già pensando a misure simili: Gazprom, la compagnia petrolifera russa massima esportatrice di gas del pianeta, a fronte di un rublo sempre più stabile, ha già annunciato di "stare pensando seriamente di vendere i propri prodotti in rubli" (e forse la minaccia ha anche un senso politico in relazione allo scudo spaziale, osteggiato da Putin, che gli Usa vogliono piazzare in alcuni Paesi dell'Est Europa).
Anche il Venezuela poi, insieme all'Iran, ha proposto all'ultima riunione dell'Opec di considerare ufficialmente altre valute per il pagamento del greggio, cosa che ha scatenato un veto deciso di Paesi satelliti degli Usa come l'Arabia Saudita.
E non senza ragione: il dollaro è stato per cinquant'anni la base monetaria per l'economia del pianeta, perdere questo ruolo significherebbe per la Federal Reserve avere sempre più difficoltà a condizionare le economie dei Paesi sviluppati a proprio vantaggio, e per gli Usa mettere quindi ancora più in difficoltà un'economia già pesantemente in crisi, che solo con un simile privilegio riesce a salvarsi.
Ad ogni modo, alla luce di tali eventi si capisce perfettamente perchè ormai da tempo si parla di nucleare iraniano. Evidentemente gli Usa stanno cercando a tutti costi un pretesto per aggredire l'Iran, e cercare di fargli fare la fine di Saddam Hussein, che fu attaccato anche per essere stato il primo al mondo a disfarsi nel 2000 dei petrodollari.