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Sesso e strizzacervelli nell'America del post Vietnam

di Giorgio Montefoschi - 15/12/2007


Ingredienti. Famiglie disinvolte, infanzie difficili e uno psicanalista assai poco affidabile

Costruito a tavolino — come gli altri suoi libri, del resto — Trauma, l'ultimo romanzo di Patrick McGrath, lo scrittore inglese autore del fortunatissimo Follia, ha tutti gli ingredienti del bestseller: il personaggio principale che fa lo psicanalista, e quindi è un ottima chiave d'ingresso, senza che ci si debbano porre troppe giustificazioni di racconto, nelle più svariate ed eclatanti psicologie degli altri personaggi (che dunque, possono entrare e uscire dalla trama a piacimento); traumi psicologici di ogni tipo (ferma restando l'immancabile devastazione femminile dovuta alle torbide attenzioni paterne); famiglie disinvolte, componibili e ricomponibili come i pezzi del Lego; molto sesso, ancorché non crudissimo, però sempre negli ambienti giusti, e talvolta, anche «catartico»; gli Stati Uniti d'America subito dopo la guerra del Vietnam, dimora scomoda e amara di reduci ridotti a larve umane; parecchia New York, bellissima, in estati soffocanti, in autunno, sotto la neve; finalmente, il climax, e cioè il meccanismo narrativo per il quale si comincia cauti e poi, pian piano, i colpi di scena crescono, e son davvero botte da orbi. McGrath avrebbe certamente suscitato la simpatia di Nabokov, che due cose detestava nella vita: la psicanalisi e il comunismo, perché, a bene vedere, non fa con questo libro una gran pubblicità agli psicanalisti. In che senso? Nel senso che Charlie Weir, lo strizzacervelli newyorkese protagonista di Trauma,
non risulta a lungo andare affidabilissimo: si guadagna da vivere affrontando i demoni altrui, infatti, ma il vero traumatizzato è lui. Uno potrebbe dire: che c'entra, è per caso vietato a uno strizzacervelli avere i problemi suoi? Certo che no. Però, ed è pure questo comprensibile, uno (se sapesse certe cose del signore che ti siede quieto alle spalle) andrebbe a distendersi sul lettino?
Andiamo con ordine, comunque. La situazione è la seguente. Charlie Weir ha avuto un'infanzia problematicissima, con un fratello, Walter, pittore, semiodiato in quanto preferito dalla madre, un padre ubriacone e nullafacente, una madre scrittrice dalla quale ha avuto un grosso trauma sepolto (che non è la separazione dal marito, e neppure il fatto di averla scoperta bambino mentre leggeva il «New York Times» sulla tazza del gabinetto). Ora svolge la sua attività medica occupandosi di persone che hanno subito grossi traumi e deve curare facendo in modo che, rivivendo o razionalizzando il trauma, se ne liberino.
Tra i suoi pazienti c'è, anzi c'è stato, Danny, reduce dal Vietnam. È un cadavere ambulante, al limite della pazzia. Danny è il fratello di Agnes (pure lei figlia di ubriaconi molestatori), la affascinante moglie dalla quale Charlie ha avuto una figlia, Cassie, e si è separato, essendosi lei messa con un pompiere (mentre, in fondo a Manhattan, guarda caso, stanno finendo di costruire le Due Torri). Qual è il problema? Il problema è che Charlie non si riesce a distaccare da Agnes. Anzi, lei, dopo la morte della madre di lui, la scrittrice, va provocatoriamente a soccorrerlo. Così i due fanno sesso e cominciano segretamente a rivedersi: alle spalle del pompiere.
Senonché, «dopo il sesso» — la frase idiomatica alla quale non ebbero sfortunatamente possibilità di accedere Bassani per i Finzi-Contini
e Gadda per il Pasticciaccio —i due parlano moltissimo. E — cresce il climax, fra un flash back e un altro — da queste conversazioni, viene fuori il motivo per il quale c'è stata la separazione coniugale. C'è stata, perché, a detta di Agnes, Charlie è stato incapace di salvare Danny dal suicidio. E perché Danny si è suicidato? Perché nel Sud Est asiatico aveva raggiunto il massimo degli orrori: mangiato carne umana. Sventatamente, anche senza saperlo, Charlie gli aveva rinfrescato la memoria. Intanto, è entrata in scena una donnetta piccola, attraentissima, tale Nora Chiara, che fa stare sempre il Nostro diciamo in... eccitazione. Lei, lo scopriremo presto, è anche l'amante del fratello Walter.
Comunque, la cosa importante è che, presto, «dopo il sesso», si rivelerà traumatizzata pure lei: furibondi incubi notturni. Vorrebbe farsi curare da Charlie: lui, eticamente, non può. Poi, ci ripensa. Ma a quel punto, ci ripensa lei. Intanto, il pompiere, che doveva subire un trapianto di cuore, è morto. Charlie vorrebbe ricomporre il nucleo familiare, visto che fino adesso, anche mentre c'era Nora Chiara, con Agnes «facevano sesso». Però, lei non vuole. Allora, e qui è il gran finale che non riveliamo per non togliere l'opportuna emozione al lettore, Charlie se ne va da New York e scopre qual è stato il vero trauma della sua vita: inflittogli da sua madre, ovviamente. Sì, Trauma ha tutti gli ingredienti del bestseller. E, certamente, ne faranno un film.