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Anche i presepi sono antisemiti?

di redazionale - 17/12/2007

 
"Quel presepe offende la sensibilità ebraica". Raccolta di firme tra gli studenti. La preside: tradizione indiscutibile.

Un piccolo presepe, per cielo niente carta blu con le stelle, ma il fianco di una fotocopiatrice. Un simbolo che lì, nell’atrio del liceo classico Alfieri, è stato considerato «fuori posto» da una parte degli studenti e dei docenti. E, in primo luogo, dagli allievi dalla scuola media ebraica «Emanuele Artom», che da sempre frequentano quell’istituto proprio per la sua tradizione di neutrale laicità.

Un presepe, insomma, che riaccende le polemiche sul Natale nella scuola italiana multiculturale e multireligiosa. Ma che, in questo caso, accende anche i riflettori sul rapporto non proprio idilliaco tra la nuova dirigente incaricata e il suo istituto.

Raccontano, i testimoni, che nei giorni scorsi la preside Maria Luisa Capella abbia aiutato le operatrici scolastiche ad allestire albero e presepe. E aggiungono che quando i rappresentanti degli studenti hanno tentato di spiegarle che un liceo statale dovrebbe essere naturalmente laico, la professoressa Capella abbia avuto una reazione scomposta. «Ha urlato che il presepe non è in discussione, è una tradizione che va conservata». Poi, rivolta allo studente ebreo: «Il Natale è di tutti, voi dovreste saperlo». E via considerazioni sulla presunta scarsa intelligenza del suo interlocutore.

Pronta la reazione dei ragazzi a difesa del compagno e dei principi. È partita una raccolta di firme per indurre la preside a riflettere sull’inopportunità di imporre un simbolo non condiviso. Alla petizione hanno aderito anche docenti (tra loro, un insegnante di religione). Forse gli stessi che ieri sera la professoressa Capella, interpellata sulla vicenda, ha definito «talebani che aizzano i ragazzi. Se la scuola celebra il Natale con 15 giorni di vacanza, mettere nell’atrio una casupola, ritrovata durante i lavori di ristrutturazione, sarà pur possibile». Ancora: «Mi risulta che anche lo scorso anno il presepe sia stato fatto».

Ma nel 2006 il clima era diverso. Quest’anno, con la nuova preside, i momenti di tensione non sono mancati. Per esempio, in occasione della richiesta presentata dagli studenti di organizzare le giornate «autogestite». «In prima battuta ci ha detto no», riferiscono i ragazzi. «Falso - ribatte Capella - li ho aiutati. Solo, non volevo sentir parlare di autogestione, termine superato».

Cesare Pianciola, presidente del Comitato Torinese per la Laicità della Scuola: «Quanto accade all’Alfieri è un segno di regressione: dove i ragazzi scelgono autonomamente se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica, una cosa simile non era mai successa».

(Da La Stampa del 13 dicembre 2007)