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Il fallimento di Bali e il silenzio dei media

di Giulietto Chiesa - 18/12/2007




 

Bali è un bel posto per passarci le vacanze. Tra qualche tempo sarà più difficile arrivarci, per due motivi: il costo del biglietto, destinato a salire insieme al prezzo del petrolio, e la necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica, la qual cosa costringerà tutti a contingentare il numero dei voli aerei. Il caso ha voluto che Bali, precisamente la sua capitale Nusa Dua, siano stati in dicembre al centro di un evento che non cesserà di far parlare di sé nei prossimi anni: la conferenza mondiale sul riscaldamento climatico.

Che altro non è se non la riapertura del negoziato per far fronte alla scadenza dei protocolli di Kyoto, che avverrà nel 2012.

Pochi sanno cosa è accaduto a Bali, anche perchè i media mondiali hanno appena scoperto il riscaldamento del clima e, invece di dare informazioni decenti al grande pubblico, stanno trasformando il problema in gossip planetario e in sensazionalismo imbecille.

Invece sarebbe opportuno che i miliardi di cittadini del mondo sapessero che a Bali non si è deciso niente. Notizia agghiacciante, da prima pagina, se vivessimo in un mondo normale, non drogato dalla necessità di consumare all'impazzata.

Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon, ha riassunto con queste parole: «La situazione è così disperatamente seria che ogni ritardo rischia di farci superare il punto di non ritorno, oltre il quale i costi ecologici, finanziari e umani cresceranno in forme drammatiche».

Avete visto qualcosa del genere in tv? No, certamente, perchè la tv è il luogo principale da cui fuoriesce il fiume di inviti a consumare; e ripetere quello che dice Ban Ki Moon equivarrebbe a spiegare “l'inconcepibile", e cioè che questo nostro modo di vita è diventato insostenibile. Cioè, in altri termini, che l'attuale sviluppo capitalistico è divenuto incompatibile con la vita su questo pianeta. Che è anche l'unico di cui disponiamo al momento, e dal quale non possiamo, per il momento, assentarci.

Circola tra gli scienziati una simpatica barzelletta. Due pianeti s'incontrano. Uno ha un'aria soddisfatta e salubre, sorridente e colorato. L'altro ha la faccia marrone, piena di bitorzoli puzzolenti, respira a fatica. «Come stai? - dice quello sano all'altro - ti vedo scuro in volto, che ti succede?» Il pianeta malandato sospira: «Vedi, sono pieno di questi parassiti che si chiamano uomini. Stanno sporcando tutto, mi affumicano l'aria, mi fanno crescere la febbre, abbattono le foreste, tirano fuori cemento e lo spargono dappertutto. Guarda come mi hanno butterato la faccia». L'altro ascolta, sempre sorridente: «Oh, non preoccuparti. Li avevo anch'io, ma me ne sono liberato».