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Giustizia: la via crucis del pm De Magistris

di Michele Mendolicchio - 18/12/2007

 

Giustizia: la via crucis del pm De Magistris


L’eliminazione di magistrati politicamente scomodi è una operazione che sta riuscendo al governo di centrosinistra. E così quello che non è riuscito a Berlusconi sta riuscendo a Prodi e company. I due giudici scomodi, il gip Forleo e il pm De Magistris, sono stati messi nelle condizioni di non nuocere.
Il loro ardire di aprire inchieste che vedono coinvolti, nel caso Unipol D’Alema, Fassino e Latorre, mentre nell’inchiesta Why not il ministro della Giustizia Mastella e il presidente del Consiglio Prodi, li ha fatti finire davanti il Csm.
“Chi tocca i fili muore” aveva detto la gip milanese partecipando ad una puntata della trasmissione di raitre Annozero. In questo caso è stata quantomai lungimirante. E’ stata delegittimata da tutte le forze di governo compresa la sinistra radicale con la sola voce contraria di Di Pietro e da tutte le correnti dei togati che attraverso il Csm hanno avviato la procedura di trasferimento d’ufficio della coraggiosa gip milanese, che il prossimo 18 dicembre dovrà presentarsi davanti la prima commissione accompagnata dal proprio legale, per l’atto definitivo.
Di pari passo prosegue la delegittimazione di De Magistris. Difatti, il pg della Cassazione Mario Delli Priscoli si è mosso lestamente chiedendo al Csm il rinvio a giudizio per il pm catanzarese. E così l’11 gennaio prossimo De Magistris dovrà presentarsi davanti la prima sezione disciplinare presieduta dal vicepresidente Mancino. Ma prima, precisamente il prossimo 17 dicembre, il pm catanzarese dovrà affrontare il giudizio della prima sezione disciplinare del Csm chiamata a decidere sulla sua richiesta di trasferimento inoltrata dal Guardasigilli.
Che il ministro della Giustizia Mastella chieda, da indagato, il trasferimento del pm che lo ha iscritto nel registro degli indagati è di una tale gravità che se una cosa del genere l’avesse fatta il ministro del governo Berlusconi i sindacati e la sinistra radicale avrebbero portato la gente in piazza. Invece, lo fa un governo cosiddetto fiancheggiatore dei lavoratori e non succede quasi nulla. Il solo Di Pietro, ex pm e ministro per le Infrastrutture, ha alzato la voce ma poi si è trattato di una sterile protesta. Di fronte ad un atto del genere l’unica protesta seria era quella di uscire dal governo ma non è stato così.
Dunque, dopo la richiesta di trasferimento del ministro della Giustizia Mastella anche le alte cariche togate si sono mosse, a cominciare dal pg di Catanzaro Dolcino Favi che avocando a sé l’inchiesta Why not ha in pratica messo bloccato ogni indagine, per finire alla decisione del pg della Cassazione Delli Priscoli di chiedere al Csm il rinvio a giudizio di De Magistris. Secondo l’accusa del pg della Suprema corte il pm catanzarese avrebbe utilizzato i tabulati delle conversazioni telefoniche del Guardasigilli senza averne richiesto l’autorizzazione al Senato.
Ma nuove nubi minacciose si addensano sulla testa di De Magistris quali la conduzione in violazione delle normali procedure delle inchieste: Toghe lucane, Poseidone e Why not. Dunque, l’11 gennaio prossimo ci sarà questa seconda tappa della via crucis del pm calabrese.
Il magistrato scomodo considera questa accusa del pg della Cassazione del tutto priva di fondamento, come del resto tutte le altre contestate. “Conosco bene -aveva detto nei giorni scorsi il pm scomodo- le leggi della Repubblica e non ho mai acquisito, né consapevolmente né per negligenza, utenze che sapevo essere intestate a parlamentari. Non posso non rilevare che come si avvicina il giorno del giudizio si cerca di rimpinguare a mezzo stampa le accuse che pendono su di me”. E in effetti il 17 dicembre è ormai dietro l’angolo e quindi il corposo fascicolo di accuse nei confronti del pm calabrese si arricchisce sempre più, anche grazie al pg della Cassazione. Ma tutto sommato De Magistris si sente con la coscienza a posto in attesa anche delle decisioni che la procura di Salerno dovrà prendere a breve in merito alle sue denunce per ricostruire i passaggi dell’intera vicenda.
Quindi, lunedì 17 si presenterà davanti la sezione disciplinare del Csm con la consapevolezza di non aver infranto le norme giudiziarie.
Intanto, il tribunale dell’organo di governo dei togati ha calendarizzato la questione De Magistris. “Il presidente della sezione disciplinare del Csm -così si legge in una nota- Nicola Mancino su richiesta del procuratore generale presso la Suprema corte di Catanzaro, depositata il 13 dicembre 2007, con decreto in data odierna, ha fissato la discussione orale di merito del procedimento disciplinare promosso nei confronti del dottore Luigi De Magistris per l’udienza straordinaria dell’11 gennaio 2008, ore 15, con eventuali udienze straordinarie di prosieguo nei giorni di sabato 12 gennaio e lunedì 14 gennaio 2008”. Ovviamente, resta confermata la data di lunedì 17 dicembre 2007, alle ore 9,30, per la discussione e la decisione relativa alla richiesta di trasferimento cautelare urgente avanzata dal ministro della Giustizia. Dunque, lunedì prossimo inizierà la via crucis del pm coraggioso.