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In India produzione record di rifiuti hi-tech

di redazionale - 18/12/2007

E-waste in India
E-waste in India
Quest'anno il paese ha prodotto 330mila tonnellate di rifiuti da computer e parti elettroniche in disuso. Nel 2011 raggiungerà le 500mila tonnellate. A questi vanno aggiunti gli scarti "hi-tech" importati più o meno legalmente
L'India ha prodotto nel 2007 330mila tonnellate di rifiuti da computer e parti elettroniche in disuso, contribuendo al progressivo inquinamento del paese. Lo ha rivelato uno studio condotto dalla Mait, la Commissione che rappresenta il settore dell'Information Technology in India e da Gtz (German technical cooperation agency). Una situazione grave che, secondo lo studio, è persino destinata a peggiorare. Nel 2011, infatti, secondo le previsioni, l'India raggiungerà quasi le cinquecentomila tonnellate annue di rifiuti. Lo studio di Mait-Gtz ha focalizzato l'attenzione in particolare sui rifiuti di materiali elettrici ed elettronici, come computer, televisioni e telefoni cellulari.

Oltre alle trecentomila tonnellate "ufficiali" di rifiuti inoltre, ha rivelato lo studio, in India entrerebbero anche ogni anno circa cinquantamila tonnellate di rifiuti illegalmente importati nel paese. Di tutti questi, poi, solo circa 19.000 tonnellate sono riciclabili soprattutto a causa delle poche e carenti strutture per le operazioni di riciclaggio. L’osservazione e lo studio dei comportamenti delle aziende in fatto di rifiuti ha portato alla conclusione che circa il 94% dei soggetti esaminati non ha attuato nessuna politica di smaltimento dei rifiuti, mostrando anche una scarsissima conoscenza dei problemi ambientali che ne derivano.

Il direttore di Gtz, J Bischoff, ha detto che il peggioramento della situazione, specie negli ultimi anni, è stato causato della vertiginosa crescita nel consumo di oggetti elettronici, accompagnata anche da un elevato e rapido tasso di invecchiamento di questi prodotti, continuamente sostituiti da altri di nuovissima generazione. Del totale dei rifiuti prodotti nel Paese, l'India occidentale conta il 35%, seguita da quella del sud con il 30%. Leggermente migliore la situazione nel nord e nell'est che contano rispettivamente il 21% e il 14% del totale.

«La situazione potrebbe assumere proporzioni davvero allarmanti – ha detto Vinnie Mehta, direttore esecutivo di Mait – è ora di fare seriamente attenzione alla questione e di prendere subito dei provvedimenti che possano contenere il problema. La cosa principale da fare è che le industrie incoraggino il riutilizzo di vecchi strumenti elettronici. In secondo luogo occorre studiare e mettere in opera dei programmi specifici per la gestione dei rifiuti e per lo smaltimento dei rifiuti elettronici in particolare».