Lentamente ma inesorabilmente, procedendo nascosti dagli slogan della liberazione sessuale a 360 gradi, stiamo diventando dei bacchettoni capaci di stupire anche i nostri nonni più intransigenti. L’ultima trovata è la legge, attualmente in discussione al parlamento tedesco, che prevede che se un sedicenne offre una merenda, o qualsiasi dono, a una coetanea, e poi fa qualcosa di erotico con lei (la legge va dalle “effusioni spinte” al sesso vero e proprio), diventa perseguibile penalmente. Anche se lei è consenziente.
Ciò che inquieta il legislatore infatti non sono le molestie (già oggi punite), ma il corteggiamento, coronato dal successo, nel quale abbia avuto una qualche parte uno o più doni.
La legge è stata proposta dalla ministra della giustizia tedesca, per ottemperare ad una direttiva della UE che impone ai paesi membri di attivare leggi più adeguate a combattere la prostituzione giovanile, e la pornografia infantile. Qualcosa del genere dunque, potrebbe prima o poi far capolino anche nelle nostre aule parlamentari. Sante battaglie, naturalmente. Che tuttavia, come sempre quando si entri nella vita privata delle persone, richiedono intelligenza, sensibilità, e una buona competenza antropologica e psicologica. Altrimenti sono guai.
Nella legge proposta dalla signora Brigitte Zypris, ad esempio, si nota una vistosa ignoranza circa la funzione di due comportamenti fondamentali nella storia dell’umanità: quello del dono, e quello del corteggiamento. Il dono, come ha dimostrato all’inizio del secolo scorso proprio un sociologo della Lorena, Marcel Mauss, è un atto indispensabile nello sviluppo delle comunità, ed anche dell’individuo. Le sue ricerche dimostrarono che lo scambio, la compravendita, erano importanti, da sempre, solo per le cose, le merci, i manufatti. Tutto ciò che riguardava le persone e la vita invece, i riti fondamentali, le nozze, i battesimi, l’amicizia, e perfino i rapporti di potere, erano sempre stati condotti attraverso l’offerta di doni. Che corrisponde, dunque, ad uno dei momenti fondamentali nella formazione della personalità, della cultura, e nel consolidare la comunità.
La legge proposta in Germania, premiando l’innamorato avaro e taccagno rispetto al suo coetaneo esperto in dono, che anzi rischia addirittura la galera, svolge una funzione profondamente antisociale, perché riduce la conoscenza e l’uso del dono nella vita della comunità. Rendendo impraticabile quella palestra di educazione al dono del corteggiamento, con la sua ambiguità tra regalo offerto, e sentimenti e desideri che lo accompagnano, la legge rischia di inaridire ulteriormente i cuori dei giovani, e di dirottare sul mondo della prostituzione quel “bisogno di donare”, che è proprio una caratteristica umana, e del comportamento amoroso.
Nel corteggiamento infatti, ed è questo il secondo fenomeno di cui la ministra tedesca non sembra avere la minima conoscenza, il bisogno di avere (l’altra, il suo amore), si intreccia profondamente al bisogno di donarsi, di esprimere quest’esigenza così caratteristica dell’umano, e per certi versi anche di una grande parte del mondo vivente.
Il “divieto di dono” dunque, è una misura straordinariamente, profondamente repressiva, perché inibisce la spinta profonda, che è alla base di tutti i fenomeni vitali, dalla procreazione alla costruzione stessa della società, che comporta sempre una quota di dono di sé agli altri.
Il giovane generoso e vitale, che ha desideri, passioni ed obiettivi, e per quelli dona e si dona, diventa così ufficialmente un criminale. E la società una galera.

da “Il Mattino di Napoli”