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Africa, agribusiness e nuovo colonialismo

di Debora Billi - 18/12/2007

Fonte: petrolio.blogosfere

 
C'è una nuova invasione coloniale in Africa: quella per la produzione agricola di biocarburanti.

Ad un recente congresso (*) ambientalista in Mali, gli esperti di tutto il continente hanno lanciato il grido d'allarme ai governanti: resistere alle pressioni delle multinazionali occidentali che vogliono trasformare l'agricoltura africana in un serbatoio di "petrolio vegetale". Naturalmente e come sempre, il tutto viene spacciato come "opportunità di crescita e di benessere" per l'affamato continente, tacendo graziosamente sulla devastazione delle foreste e sulla contaminazione da OGM che già si sta verificando in molti Stati.

Tutti noi sappiamo che l'Europa avrebbe bisogno di coltivare il 70% del proprio territorio a biocarburanti per coprire il fabbisogno: ma visto che il Nord non si sogna di cedere la propria sovranità alimentare, torna comodo usare i territori di gente che non conta nulla.

Si stanno formando gigantesche partnership di cui fanno parte le multinazionali dei settori più disparati, quali Monsanto, Chevron, Volkswagen, BP, DuPont e Toyota, sempre gli stessi, quelli che devastano il pianeta da decenni. Come degli spietati uragani Katrina, dove passano tutto diventa fango. Il sistema sarà il solito, quello di cacciare i piccoli contadini dalle proprie terre per trasformarle in latifondi da "gasolio", così come è già successo a migliaia di persone in Brasile, Argentina e Bolivia.

Insomma, anche per l'Africa la domanda e la risposta sono sempre e comunque le stesse (**): "Cosa c'è per cena?" "Biodiesel."

Fonte: http://petrolio.blogosfere.it/


* http://allafrica.com/stories/200712170216.html
** http://petrolio.blogosfere.it/2005/12/cosa-ce-per-cen.html