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L'esercito israeliano uccide 13 miliziani di Hamas e della Jihad Islamica in un giorno

di Ch.E. - 19/12/2007

Giornata di sangue ieri a Gaza, dove l'esercito israeliano ha scatenato una tempesta di fuoco che ha ucciso 13 miliziani palestinesi. Colpita al cuore la Jihad Islamica: è stato ucciso Majed al-Harazin, 38 anni, uno dei leader dell'organizzazione nella Striscia di Gaza.

miliziani palestinesiColpo al cuore della Jihad. Al-Harazin, uno dei capi delle Brigate al-Quds, guidava la sua auto per le strade di Gaza quando un missile sparato da un elicottero militare dell'esercito di Tel Aviv ha colpito in pieno il mezzo. Con lui è morto sul colpo un suo aiutante. L'esercito israeliano ha confermato, sottolineando come quello messo a segno oggi ''è uno dei colpi più importanti inferti ai nemici d'Israele''.
Il ritorno degli omicidi mirati arriva mentre, a Parigi, è in corso la conferenza internazionale dei donatori per la Palestina, dove Mahmoud Abbas sta ricevendo milioni di dollari di aiuti per un piano economico di risanamento dell'Autorità Nazionale palestinese, ormai sull'orlo della bancarotta. L'attacco di oggi sembra segnare, in modo irreversibile, una spaccatura tra i politici palestinesi ritenuti 'degni' di essere seduti al tavolo dei negoziati internazionali, e quei leader dei gruppi armati, bollati come 'terroristi', come se questo bastasse a giustificare quello che altro non è che un brutale omicidio. Non c'è vita fuori dalla benevolenza d'Israele e del Quartetto (Usa, Ue, Onu e Russia). Tutto il resto, anche se rappresenta una parte maggioritaria della popolazione palestinese, può bruciare nel rogo di un razzo.

militari israelianiBagno di sangue. Ma non è morto solo al-Harazin ieri. In un secondo attacco aereo sono stati uccisi quattro miliziani della Jihad Islamica, nella zona meridionale di Gaza. In un terzo raid dell'aviazione militare di Tel Aviv, nei pressi della città di Beit Lahiya, è stata colpita un'auto sulla quale, secondo i militari israeliani, viaggiavano tre miliziani di Hamas, uccisi sul colpo.
Altri due uomini di Hamas sono stati uccisi, sempre con un attacco dagli elicotteri, nella zona meridionale della città di Rafah.
Infine è stato ucciso, nei pressi della città di Jenin, in Cisgiordania, un comandante locale delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa. Anche lui è stato colpito mentre viaggiava al volante della sua auto.
Alle azioni aeree sono seguiti anche incursioni e rastrellamenti, in particolare nella città di Nablus, in Cisgiordania. Colpite associazioni e organi d'informazione palestinesi.
Una giornata di sangue, una di quelle che si trascinerà ancora a lungo. Per i funerali di al-Harazin, previsti per domani, sono attese non meno di 10mila persone. In tanti, subito dopo le operazioni dell'esercito israeliano, hanno chiesto al presidente dell'Anp Abbas di sospendere i negoziati con Israele, mentre la Jihad ha diffuso un comunicato nel quale giura vendetta.
I vertici militari israeliani, come fanno da quando non ci sono più attentati suicidi in Israele, hanno giustificato l'omicidio extragiudiziale di un ricercato con l'accusa del lancio di razzi Qassam dalla Striscia di Gaza verso Israele. Dall'inizio di maggio di quest'anno a oggi sono morti due israeliani per i razzi e 260 palestinesi per le rappresaglie dell'esercito di Tel Aviv.
Che vanno a ingrossare la cifra di oltre 5mila morti dall'inizio della Seconda Intifada nel 2000, in una macabra contabilità di morte dove i conti non tornano mai.