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Il senso (... del Natale)

di redazionale - 27/12/2007

     

 

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Se Natale, la nascita di Gesù, ha un senso, questo senso dovrebbe farci andare con la mente alle vere fonti di appagamento della nostra vita. Anche per chi cristiano non è (come chi scrive). Un senso superiore alla corsa ai regali e a ingozzarsi di ciarpame inutile, a passare la vita senza tempo per sè e per chi amiamo e per tutti noi come cittadini di questa Italia e di questo mondo dove il senso è stato smarrito. Molti riconoscono che questo stile di vita telecomandato dai signori dell'economia ci rende infelici. Ma tutti aspettando che sia qualcuno che cominci nell'opera di distruzione creativa. Distruggere questo infernale paese dei balocchi che a Natale ha il suo massimo rito - per creare una società dove le tradizioni (comunitarie, storiche, ma anche personali, intime) abbiano più importanza del consumismo orgiastico che ci avvolge col suo suadente e goebbelsiano martellamento pubblicitario. L'altro giorno ci è capitato di parlare con un immigrato serbo: devoto al culto ortodosso, lui e la sua famiglia per Natale (che per loro arriverà a gennaio) vanno a cercare della paglia e la mettono al centro del povero ma scintillante desco della casa, e cenano, pregano e parlano stando insieme. Per quanto continueranno a farlo i loro figli, che stanno crescendo in una società che il 25 dicembre festeggia il Babbo Natale della Coca Cola?
Un Buon Natale a tutti.