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Home / Articoli / Un po’ di povertà ci farà bene

Un po’ di povertà ci farà bene

di Massimo Fini - 28/12/2007

 

Secondo tutte le
previsioni questo sarà
un Natale magro. E
l’anno prossimo andrà
anche peggio perché i
consumi si
contrarranno
ulteriormente. Un bel
regalo, davvero, del
governo del signor
Romano Prodi.
Giorgio Grella

LA RESPONSABILITÀ non è né del
governo Prodi né di quello precedente. Il
nostro impoverimento dipende da quel
meccanismo che si chiama globalizzazione che
è, in estrema sintesi, una spietata competizione
planetaria. Per rimanere all’altezza tutti gli
Stati sono costretti ad investire sempre di più,
chiedendo sacrifici sempre più pesanti alle
popolazioni, sia in termini di aumento del
lavoro che di riduzione dei salari (ottenuta o
direttamente o con l’aumento delle tasse o con
l’inflazione). Il bello (si fa per dire) è che
nessuno esce realmente vincente da questa
competizione. Se tutti corrono a una velocità
sempre più folle, è come se tutti stessero fermi. E’
però anche vero che chi rallenta è perduto. Della
situazione si avvantaggiano, apparentemente,
alcuni Paesi che sono partiti più tardi nella corsa
del libero mercato internazionale, perché hanno
più margini. Ma a costi umani devastanti. In
Cina, da quando è iniziato il boom, il suicidio è
la prima causa di morte fra i giovani e la terza
fra gli adulti. Ha un senso, un senso umano dico,
tutto questo? No, non ce l’ha. Tanto più che alla
fine della folle corsa, iniziata due secoli e mezzo
fa con la Rivoluzione Industriale, non ci può
essere che la catastrofe, che sarà o energetica
(basta vedere che cosa provoca un semplice
sciopero dei Tir) o ecologica (il pianeta non ci
sopporterà più) o finanziaria (c’è in giro una
colossale quantità di denaro di cui il 99% non
corrisponde a nulla se non a scommesse sempre
più iperboliche sul futuro). In ogni caso penso
che un po’ di povertà ci farà bene. Ci renderà,
forse, più solidali e, soprattutto, ci costringerà a
riflettere sul modello paranoico che stiamo
vivendo e subendo.