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Autorizzato da Marrazzo un nuovo inceneritore di rifiuti nel Lazio

di Redazionale - 02/01/2008

 

 

Un anno che si chiude, il 2007, con un atto sciagurato da parte del commissario-governatore del Lazio Piero Marrazzo che ha autorizzato il 30 dicembre scorso, in gran segreto, la realizzazione di un nuove impianto di incenerimento dei rifiuti ad Albano nella zona dei Castelli Romani. Da mesi si cercavano informazioni ufficiali circa questo progetto, ma l’ex “difensore solo televisivo” dei cittadini, Piero Marrazzo, negava in ogni circostanza quello che si è dimostrato essere un progetto voluto e sostenuto da una lobby potentissima fatta da AMA, Acea e il magnate dei rifiuti Cerroni. La democrazia ancora una volta è stata messa da parte e nonostante il voto contrario del Consiglio regionale, la totale assenza di confronto ed informazione delle realtà territoriali interessate (sia pubbliche che quelle dei cittadini), una sola persona, con la complicità del Governo e sotto il ricatto del Comune di Roma, degli affaristi dei rifiuti e pressato dall’imbarazzante accoppiata padrone-sindacato, ha messo la firma su un atto che ipoteca il futuro di migliaia di cittadini che verranno colpiti dall’insalubre e anacronistico impianto. Il tutto nell’assordante silenzio e passività del verde Ministro all’Ambiente e del verde Assessore regionale all’Ambiente che solo a parole si dichiarano contrari, ma quando c’è da mettere in gioco la loro poltrona e quella dei governi che sostengono, sono sempre solerti a fare un passo indietro.

 

Un provvedimento preso “di nascosto” in periodo di festività per evitare di perdere gli ormai “fuorilegge” contributi CIP 6 che, prelevando  direttamente dalle tasche dei cittadini attraverso la bolletta elettrica un buon 7% della stessa,  a partire dal 1° gennaio 2008 non potranno essere più erogati ai nuovi impianti autorizzati dopo tale data, in quanto da tempo resi fuorilegge dall’Unione Europea.    

 

Aberrante la presa di posizione dei responsabili sindacali della CGIL e CISL che negli ultimi tempi hanno operato un singolare pressing congiunto con i “padroni dei rifiuti” minacciando scioperi e rivolte dei lavoratori se non fosse stato autorizzato l’impianto di Albano entro l’anno. Le ultime dichiarazioni che affermavano che “con i contributi CIP 6 l’impianto si ripaga da solo nel giro di qualche anno e che non saranno i cittadini a pagare con l’aumento della tassa sui rifiuti” è semplicemente assurda e fa cadere nel ridicolo i due maggiori sindacati nazionali che fanno finta di non sapere da dove vengono i soldi dei CIP 6 (sempre le tasche dei cittadini !) e a che cosa sarebbero invece destinati (le fonti rinnovabili di energia ! ). Proprio quei sindacati che dovrebbero battersi per l’aumento dell’occupazione e la tutela della salute, si sono battuti per un impianto che a regime darà lavoro a massimo un centinaio di persone, contro soluzioni che, a parità di costi totali,  avrebbero potuto dare reddito a migliaia di famiglie di altrettanti lavoratori in un circuito di attività ed aziende virtuose di recupero, riciclo, riutilizzo e riduzione a monte dei rifiuti. Ma al servizio di chi sono questi sindacalisti ?    

 

Il tutto in un periodo in cui si moltiplicano gli appelli delle organizzazioni dei medici che, a fronte dei risultati di scrupolose indagini scientifiche, indicano il drammatico impatto che questi impianti hanno sulla morbilità e mortalità delle persone che sono impattate dai resti, gassosi e non, del processo d’incenerimento dei rifiuti. Recentemente è stato coniato un nuovo termine per questi impianti “cancrovalorizzatori” da utilizzare al posto del più tranquillizzante “termovalorizzatori” utilizzato solo in Italia e sconosciuto nel resto del mondo.

 

I cittadini, le associazioni dell’area interessata dal nuovo impianto e Fare Verde stanno già da qualche tempo coordinandosi per preparare quella che si preannuncia come una lunga e difficile battaglia utilizzando tutti gli strumenti possibili, da quelli legali a quelli della mobilitazione sul territorio, il tutto per garantire il diritto alla tutela salute dei cittadini e per un ambiente che non venga definitivamente compromesso .

Fare Verde Lazio