Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Russia: il fantasma delle amministrazioni future

Russia: il fantasma delle amministrazioni future

di Vladimir Frolov - 03/01/2008

Tre possibili scenari per la condivisione dei poteri in un'amministrazione Medvedev-Putin


Un anno fa, al seminario di ExxonMobil Russia, dissi che Putin aveva già eletto il proprio successore e che l'eletto era Dmitrij Medvedev. Tre settimane prima che Putin accettasse di candidarsi come capolista per Russia Unita alle elezioni della Duma e accennasse alla possibilità di diventare Primo Ministro, scrissi su Russia Profile che Putin si vedeva come il Franklin Delano Rooselvelt russo. Voleva i tre mandati e progettava di passare dalla presidenza alla guida del governo, unico modo legalmente accettabile per restare al potere e portare a termine la sua missione, cioè rendere la Russia una potenza mondiale di prima grandezza.

Visto che entrambe le previsioni si sono avverate, potrebbe essere avventato tentare ancora una volta la sorte. Dopo tutto per gli analisti la strada verso la gloria è lastricata di previsioni destinate a non concretizzarsi.

Approfittando dello spirito delle feste (in questo periodo dell'anno nessuno legge i pezzi politici e le gaffe possono facilmente sfuggire), sono incline a tentare un'altra previsione: comeMedvedev e Putin governeranno questo paese... insieme.

Ci sono delle domande essenziali che esigono una risposta.

Come si spartiranno il potere? Quali sono i rischi di questa condivisione?

Il potere non verrà spartito. Quello vero resterà ovunque si trovi Putin, almeno per un po'. È ovvio che Putin non svanirà dalla scena politica e resterà il protagonista principale: il Capo della Squadra e il Capo della Nazione. Non sarà un Deng Xiaoping russo. Sarà un Roosevelt russo.

Putin ha già detto che non promuoverà cambiamenti costituzionali per spostare i poteri dell'esecutivo dal Cremlino alla Casa Bianca. È superfluo: la carica di Primo Ministro secondo la Costituzione russa è molto potente e gode di tutti i poteri e le responsabilità necessari.
L'unico punto debole è la facoltà del Presidente russo di licenziare i primi ministri quando vuole e senza preavviso, come hanno già fatto El'cin e poi lo stesso Putin. Questa misura verrà alterata rendendo necessario il consenso della Duma. Anzi, secondo un recente comunicato stampa, il Cremlino ha già ordinato ai suoi avvocati di escogitare un sistema legale per risolvere questo problema. Per costringere un Primo Ministro alle dimissioni secondo il nuovo sistema servirebbe una maggioranza di quattro quinti alla Duma e una maggioranza di due terzi al Consiglio Federale: uno scenario inimmaginabile con un Putin premier. Il cambiamento sarebbe migliorativo; la facoltà dei presidenti russi di decidere le dimissioni dei loro governi in qualsiasi momento è un fattore destabilizzante che va eliminato se lo parola d'ordine dell'amministrazione Putin dovrà essere la stabilità.

I poteri esecutivi si sposteranno naturalmente verso Putin grazie alla sua autorità personale e alla sua popolarità. Nella storia sovietica esiste un precedente. Brežnev, Segretario Generale del Partito per molti anni, non aveva alcuna carica di governo ma era chiaro a tutti, compresi i capi di stato stranieri, chi governasse davvero il paese.

È anche probabile che Putin diventerà formalmente il leader di Russia Unita ed eserciterà un controllo ancora maggiore sul panorama politico. Adesso sappiamo perché Russia Unita ha fatto sì che le elezioni della Duma si trasformassero in un referendum su Putin.Medvedev vincerà decisamente le elezioni presidenziali di marzo, ma sarei sorpreso se portasse a casa più del 64% dei voti, la percentuale ottenuta da Russia Unita nelle elezioni della Duma. Questo sottolineerà il fatto che Putin ha una legittimità maggiore rispetto al nuovo presidente.

I servizi di sicurezza fanno formalmente parte del governo russo e Putin non rinuncerà al completo controllo su di essi. Putin può creare commissioni governative che incorporino i servizi di sicurezza e impongano loro di riferire al Primo Ministro. Credo che Putin eMedvedev si alterneranno nel presiedere le sessioni settimanali del Consiglio di Sicurezza sulla politica interna ed estera. Inoltre Putin continuerà a esercitare un'influenza decisiva sulla scelta del personale da parte di Medvedev per quanto riguarda i servizi di sicurezza. Probabilmente Medvedev delegherà a Putin queste decisioni.

E per tenere Medvedev politicamente sotto controllo, Putin lo spingerà a nominare un capo dell'amministrazione su cui egli stesso possa fare affidamento per manipolare il clima politico a proprio favore. Quell'uomo probabilmente è Vladislav Surkov, con Sergej Sobianin che passerebbe al Governo (anche se la nomina di Surkov come capo dell'amministrazione presidenziale rafforzerebbe anche Medvedev, dato che tra i due c'è uno stretto rapporto personale).

Quanto durerà questo accomodamento?

1) Medvedev sul serio - Putin temporaneo.
Medvedev non sarà un uomo di paglia né un prestanome per Putin. Anzi, assumerà il ruolo di socio giovane di Putin preparandosi ad acquisire il controllo della Corporazione Russia. Putin rimarrà quel tanto che basta per assicurarsi cheMedvedev prenda il controllo completo e le élite non intralcino questa pacifica transizione. Medvedev preparerà il giorno in cui Putin deciderà di andarsene. Quel giorno verrà solo quando Putin sarà certo che Medvedev è all'altezza del compito di salvare la Russia. Se Medvedev dovesse mostrare la propria fibra, Putin potrebbe tranquillamente ritirarsi entro un paio d'anni. Medvedev avrà la possibilità di costruirsi una squadra di governo e di presentare le proprie iniziative politiche.
La sola cosa che dobbiamo capire è chi andrà ai summit del G8. Possono farlo entrambi? La risposta è sì. Esiste un precedente. Alla fine degli anni Novanta il Presidente Chirac e il Primo Ministro Jospin andarono entrambi ai vertici del G7 ma per ragioni diverse: non si fidavano abbastanza l'uno dell'altro. Putin e Medvedev potrebbero andarci proprio perché si fidano completamente l'uno dell'altro.

2) Putin sul serio - Medvedev temporaneo.
Putin tornerà alla Presidenza nel 2012 per un altro mandato. La sua posizione come Primo Ministro è temporanea e serve solo per assicurarsi il ritorno al Cremlino. Vuole portare a termine la sua missione di salvare la Russia. Ha anche la necessità di tenere sotto controllo i rissosi servizi di sicurezza che si stanno scannando per assicurarsi i maggiori vantaggi nella transizione.
Le élite del potere sono chiaramente innervosite da questo suo "giocare a hockey" e Putin ha forse esagerato l'orchestrazione della scelta di un successore. È evidente che aveva in gioco diversi scenari contemporaneamente e mandava segnali incoraggianti a varie persone nello stesso momento (è una sua abitudine), disorientando e destabilizzando. I siloviki volevano chiaramente che Putin restasse in carica come presidente, e facevano intendere che avrebbero potuto non riconoscere l'autorità di un altro. La guerra dei servizi e l'arresto di Storčak per indebolire Kudrin sono evidenti segnali che i servizi stavano per diventare protagonisti indipendenti con propri obiettivi politici. Putin doveva restare nei panni di Primo Ministro per tenere i suoi sotto controllo e dovrà tornare al Cremlino nel 2012 per lo stesso motivo.

3) Medvedev vero Presidente – ma il paese è cambiato.
Putin viene eletto Presidente dello Stato unico con la Bielorussia entro un paio d'anni. Alcuni segnali indicano che Putin potrebbe avere avviato negoziati in questo senso durante la sua visita ufficiale a Minsk. La posizione di Putin come primo ministro sarà una buona piattaforma per questa transizione, ma che fine farebbeMedvedev? Diventerebbe un governatore regionale? E perché Putin dovrebbe fare una cosa simile?

E adesso tiro brutalmente a indovinare: scommetterei sugli scenari due e tre, con lo scenario tre che potrebbe essere una combinazione del tre e dell'uno.

La maggioranza costituzionale di Russia Unita e un Putin alla guida del partito migliorerebbero la governabilità? Putin avvierà delle vere riforme?

La riforma economica continuerà. Tra le priorità ci saranno la modernizzazione delle infrastrutture e dei servizi sociali, in particolare la sanità e il sistema pensionistico, come pure il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali e nelle piccole città, che vivono ancora in condizioni da terzo mondo.

In cima agli obiettivi ci sarà la diversificazione dell'economia russa e l'incentivazione dell'innovazione, ma non è probabile un capitalismo di stato e Putin ha appena indicato che avrà luogo una ri-privatizzazione quando le corporazioni statali diventeranno competitive su scala globale.

La governabilità migliorerà grazie a una Duma politicamente più potente e un Governo molto più forte. È ora chiaro che Putin non solo guiderà il governo, ma già nello scorso settembre ha messo insieme il governo attuale secondo le sue esigenze, scegliendo tra i migliori e i più brillanti: è il genere di governo che sarà fiero di guidare.

Una Duma e un Governo potenti diventeranno istituzioni capaci di "controbilanciare" - per usare un termine del Segretario di Stato Rice - una presidenza onnipotente. Riappariràil sistema di controlli e di equilibri. Limitare la facoltà del presidente di licenziare i governi sarebbe un potente fattore di stabilizzazione, e indicherebbe un'evoluzione della Russia verso il sistema francese.

Cosa molto importante per il sistema Putin, il "consenso dei governati" è essenziale e le misure tese a gestire quel consenso attraverso la propaganda e il controllo dello stato sui media, come dimostra l'esperienza sovietica, sono efficaci solo fino a un certo punto. Il cattivo governo e l'incompetenza possono distruggere la legittimità di Putin e del suo successore, soprattutto se non saranno in grado di assicurare una costante crescita dei redditi dei governati.

La democrazia è un processo. Richiede il forte impegno del popolo. Per ora il popolo è più concentrato sui consumi, sulle rate e sui mutui. Vede il sistema Putin come il male minore che non interferisce troppo con la sua vita, ma è noto che l'incompetenza e la sfortuna sono in grado di prevalere sull'apatia politica.

La retorica anti-Occidentale della campagna elettorale permarrà con il nuovo presidente o verrà dimenticata da una Russia concentrata sui propri affari?

È vero che si è calcato troppo sulla retorica anti-Occidentale. Ma è una reazione alle idee sbagliate dell'Occidente e alla chiara tendenza anti-Putin nei media Occidentali e nella comunità internazionale. Quando Garry Kasparov viene ritratto dalla CNN come un vero rivale e viene messo sullo stesso piano di Putin o quando Putin viene direttamente accusato di aver commissionato l'omicidio Litvinenko ci si chiede quale tipo di retorica sia più dannosa.

La sostanza dell'atteggiamento critico russo nei confronti dell'Occidente, la sensibilità ai doppi criteri di giudizio e l'opposizione alla promozione della democrazia saranno mantenuti. La Russia continuerà a difendere i propri interessi, ma la caratteristica cruciale del putinismo è il pragmatismo, un pragmatismo a volte brutale. Questo contribuirà a evitare una gara retorica a dare il peggio di sé nelle relazioni diplomatiche.Medvedev farà da impulso moderatore mentre Putin potrà permettersi una maggiore libertà.

Gli interessi finanziari occidentali saranno colpiti dal deterioramento delle relazioni Est-Ovest? Quali saranno i rapporti tra le future amministrazioni degli Stati Uniti e la Russia?

Gli interessi finanziari occidentali saranno protetti. Il Governo Medvedev-Putin sarà un ottimo governo per gli investitori stranieri. Le future amministrazioni degli Stati Uniti collaboreranno con la Russia nelle questioni in cui la cooperazione è fattibile e auspicabile, ma cercheranno di contenere i danni nelle aree sensibili.


Articolo originale pubblicato il 27 dicembre 2007 su Russia Profile

Testo tradotto (a cura di Manuela Vittorelli) da: Johnson's Russia List