Malpensa: un problema occupazionale?
di Max Ferrari - 04/01/2008
Fonte: varesenews
Riceviamo e pubblichiamo [n.d.r.]
Egregio Direttore
E così il 20 gennaio guidati da Bossi e Formigoni sfileranno a Malpensa quelli che non vogliono Air France con la scusa che i francesi taglieranno dei posti di lavoro.
Una marcia a favore dell’occupazione, dicono per guadagnarsi la simpatia della gente, ma se con le proteste riusciranno a scoraggiare e far scappare Air France cosa succederà?
Mettiamo davvero Malpensa nelle mani della piccola e indebitata AirOne del Signor Toto? Allora sì che si aprirà il baratro e tra breve non si tratterà di tagliare dei posti ma di chiudere baracca e burattini.
Questo improvviso interesse per i lavoratori da parte di chi, da sempre, gestisce Malpensa è poi un po’ sospetto in uno scalo dove ormai il precariato selvaggio è la norma con percentuali imbarazzanti (70%) e anche i lavori un tempo ambiti, qualificati e importanti per la sicurezza aeroportuale vengono affidati, per risparmiare, a gente senza esperienza e senza futuro. Lo stesso senatore leghista Leoni, si è lasciato sfuggire che la stragrande maggioranza di coloro che rischiano il posto sono assunti dalle cooperative con contratti di 6 mesi, un anno. Contratti morti che camminano, posti persi comunque, per far spazio ad altri più disperati che accetteranno contratti ancora peggiori.
E poi ci si stupisce che un aeroporto fondato su queste basi e su questa umanità precaria e dolente non sia decollato. No signori, il problema non è Air France, ma chi finora ha malgestito lo scalo elargendo stipendi e appalti da sogno ai cortigiani dei faraoni e trattando da schiavi i lavoratori. Questo insinua il dubbio che la protesta contro l’arrivo di Air France non sia a favore dei lavoratori ma di chi quei lavoratori li gestisce a piacimento e ha paura che l’arrivo dei francesi possa toglierli spazio o rovinare certi delicati equilibri politico-affaristici.
Per questo crediamo sia importante contro manifestare, anche solo con un presidio, per far vedere e capire che non è vero che tutti i varesotti si schierano a difendere gli interessi di Bossi e Formigoni spacciati come interesse generale. Anche a leggere le lettere al suo giornale è chiaro che c’è una Varese e una Lombardia,che al di là del colore politico, non si accoda al corteo, ma lo contesta a ragion veduta. Sarebbe bello che questa gente, magari guidata dai comitati apartitici dei residenti (Uni.Co.Mal) si unisse per un giorno sotto lo slogan “Malpensa non è cosa vostra” o qualcosa di simile. Giusto per dimostrare che chi sfilerà rappresenterà gli interessi del proprio partito e non del Nord, come la Lega pretende di raccontare.
*Fronte Indipendentista Lombardia.