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La contaminazione da OGM anche nel Biologico: approvata dall’UE

di Christian Grassi* - 04/01/2008


 

L’agricoltura biologica è un metodo di produzione che si propone di tutelare l’ambiente e con esso la salute umana, rifiutando lo sfruttamento del territorio e l’abuso della chimica.
Cosa c’è di male se fra produttori e consumatori alcuni scelgono il biologico? Evidentemente c’è, visto che sono continuamente dissuasi da un mercato penalizzante, false informazioni e leggi avverse.
Oltre ad un mercato stagnante che impone al contadino biologico prezzi troppo bassi, per rivendere poi la merce al consumatore a prezzi proibitivi, recentemente si sono verificati due eventi che hanno colpito nuovamente il settore. Mi riferisco all’articolo apparso sull’Espresso del 30 agosto 2007 e alla votazione del 12 giugno in sede UE del Regolamento che consente la contaminazione da OGM dello 0,9%, anche nei prodotti biologici.
L’articolo del noto periodico, firmato da Daniela Minerva (Bio non fa miracoli), è stato un esempio di basso giornalismo dovuto ad un’errata comprensione della materia (nello specifico uno studio di Altroconsumo).
L’articolo è stato in seguito smontato da più parti, che hanno evidenziato la superiorità in termini qualitativi dei prodotti biologici rispetto a quelli convenzionali.
Innanzitutto, nei prodotti bio non sono mai stati riscontrati residui chimici, al contrario degli alimenti tradizionali. Nei prodotti trasformati convenzionali la presenza di fitofarmaci è stata constatata, in alcuni prodotti, nell’ 83% dei campioni (fonte: Altroconsumo), e posso aggiungere che anche nei prodotti freschi si arriva al 93% (fonte: ARPA Emilia-Romagna).
Si parla di confetture bio senza sottolinearne il maggiore contenuto di frutta (+21% rispetto al convenzionale); si parla di contenuto di sale nei prodotti trasformati senza dire che nel bio è inferiore.
Per quanto riguarda oli e zuccheri (di canna e miele), in tutti i casi provenivano da agricoltura biologica e non erano di scarsa qualità. Un altro abbaglio lo si trova nell’affermazione che i prodotti biologici sono pieni di “additivi ben poco naturali”. Ebbene, si sappia che si sta parlando in realtà di estratto di mela, succo di sambuco o limone, farina di carrube o tapioca. Anche la farina ricostituita, additata come trionfo dell’industria, altro non è che il risultato di una lavorazione che in biologico può garantire la salubrità dei prodotti. Infine, nel parlare di contaminazione da “micotossine” (prodotte naturalmente da funghi che si sviluppano nelle derrate), se ne è voluta rimarcare la presenza in biologico quale diretta conseguenza del rifiuto della chimica. Peccato non se ne menzioni la medesima contaminazione anche nei cibi trattati chimicamente.


Se l’Espresso mette in campo giornalisti incompetenti, causando al settore un danno tutto sommato limitato, ben peggiori saranno gli effetti della legge che ha ammesso una contaminazione da OGM anche in biologico. La Commissione UE e il Consiglio dei Ministri Agricoli, noncuranti del parere contrario del Parlamento Europeo e degli euro-cittadini, hanno stabilito che anche in biologico sia ammessa una contaminazione accidentale da OGM sino al 0,9% (proprio come per i prodotti convenzionali).
Per l’UE ammettere gli OGM nel biologico significa avvantaggiare i produttori in quanto diminuirebbero i costi di controllo necessari a evitare le contaminazioni accidentali, implicita ammissione della ormai ampia diffusione degli OGM nell’ambiente. Eppure sono gli stessi produttori bio che, con il sostegno e con la fiducia dei consumatori, tuttora rifiutano gli OGM, perché ritenuti pericolosi.
Non è semplice dire a chi giovino questi continui attacchi e soprattutto quale sia il fine ultimo. Quel che è certo è che ultimamente il settore biologico è gravemente minacciato.
Nelle nostre campagne i produttori biologici non vengono pagati per quello che è il valore della merce, e inoltre il loro lavoro è complicato da alcuni paradossali oneri burocratici.
Per non parlare poi, della presenza di una serie di soggetti lungo tutta la filiera, che poco hanno a che fare con la filosofia del bio, che screditano il settore.


Per concludere, gli studi disponibili dimostrano che il biologico è migliore del convenzionale sia per la salvaguardia dell’ambiente sia per la salute.
Potete fare due cose: a livello locale, sostenere i produttori attraverso gli acquisti diretti in fattoria, ai mercati o tramite GAS (…), mentre a livello istituzionale è necessario premere affinché vengano accolte le istanze per un’agricoltura di qualità.
Quello per cui ci battiamo è una maggiore trasparenza e serietà nell’ambito della certificazione biologica; estendere il sistema di controllo annuale, basato su ispezioni e analisi, a tutta la filiera agro-alimentare convenzionale; vietare non solo gli OGM, ma la brevettabilità stessa degli organismi viventi.


Christian Grassi è un tecnico votato all’agricoltura biologica da dieci anni. Dal 2004 è Presidente di Poderi di Romagna, una piccola associazione che riunisce alcune aziende biologiche e consumatori della Romagna. L’Associazione si propone la tutela e la promozione dei prodotti locali ottenuti col metodo biologico al fine di promuovere uno sviluppo dell’economia e del territorio basato su metodi e tecniche a ridotto impatto ambientale, sul consumo critico e la solidarietà.


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